15 febbraio, 2013

UN PIZZICO DI… RELIGIONE che fa tanto bene al cuore


Lo confesso: sono una pessima cattolica. Ho un grande rispetto per la religione a cui sono stata educata e per tutte le altre religioni del mondo, ma non ne sono certo una valida praticante, anzi!

In periodi in cui spesso la nostra Chiesa è nell’occhio del ciclone, è più che naturale farsi tante domande. E magari cercare delle risposte. Risposte che spesso sono sotto ai nostri occhi.

Anche in questi giorni la Chiesa e il Vaticano sono al centro dell’attenzione mediatica, per le sorprendenti dimissioni del Papa.

Quando accade qualcosa di negativo, tendiamo a dimenticare tutto il buono che in una persona o istituzione possa esserci. E anche questo non è giusto. Perché bene  e male sono due piatti della stessa bilancia e nessuno dei due deve essere svuotato per essere nascosto o dimenticato, a parer mio. Per questo oggi vorrei parlare di una valida rappresentante della Chiesa:  Suor Paola, già “missionaria da anni” nel quartiere difficile in cui vivo.

Da Marzo 2012, Suor Paola è a MWESO, regione NORD KIVU a est della Repubblica Democratica del Congo, ai confini con Uganda, Ruanda e Burundi. La “base” ufficiale è a Mweso, ma da lì si spostano per prestare la loro opera di supporto nei vari campi  circostanti,  attualmente 8 con più di 20.000 persone.


Quando arrivano i ribelli e l’esercito, tutti loro, migliaia di persone, sono costretti a scappare e a cercare rifugio altrove, in attesa di poter tornare ai loro campi.

Se un minimo collegamento internet c’è, pubblica foto Suor Paola, dei posti e della gente del luogo. Sono foto che raccontano terre dal fascino suggestivo, campi fatti di capanne, persone povere, sempre a  lavoro o che cercano di imparare in una scuola improvvisata, abitanti in fuga, trincee dell’esercito,  fori di proiettili.

Ma  non sono foto che parlano solo di miseria. Ritraggono grandi  occhi in visi scarni e sorridenti. Bambini che niente hanno e si divertono con nulla. E le donne indossano vestiti colorati, portano pesi (reali e morali) sulle spalle con una dignità che mi lascia senza parole. E anche loro sorridono.


Suor Paola fa parte di quella Chiesa che a volte lascia perplessi. Ma non dimentichiamo che tantissimi sacerdoti e suore come lei, ne tengono alto il nome e l’operato nel mondo intero, ma soprattutto nei posti più difficili, dove il solo scopo è sopravvivere per riuscire a vedere un nuovo giorno. E se nel frattempo possono aiutare questi villaggi anche solo a sperare in un futuro migliore, loro sono sempre pronti: a combattere contro le molteplici difficoltà (malaria compresa), scappare e tornare.

Riporto di seguito le  parole di suor Paola del 25 dicembre 2012:

Le "case" dei profughi (hutte) sono in fango e paglia, molto più simili alla capanna dove é nato Gesù, piuttosto che le nostre case piene di luci, addobbi, tanto cibo e regali sotto l'albero.
Si, non ho bisogno di fare presepi perché ogni capanna è come se fosse la capanna di Gesù.
Questa la mia gioia in questo Natale, la sensazione di vivere a Betlemme.


Un grazie di cuore a Suor Paola e a chi come lei offre il proprio operato a chi ha grande bisogno di aiuto.  Questa è la religione che sento riempirmi il cuore e rinfrancarmi l’anima.
by Lisa

* Le foto pubblicate sono gentile concessione di Suor Paola.

3 commenti:

Unknown ha detto...

Suor Paola e gente di chiesa come lei riempie il cuore e rinfranca anche la mia anima!
Un abbraccio a lei che spero le arrivi in qualche modo e grazie a te per questo post emozionante!

Stefania ha detto...

Io sono tornata a praticare da un anno e mezzo dopo una lunga assenza e grandi delusioni, alla fine la Chiesa è fatta di uomini e donne e per questo fallibile come noi tutti. La religione, però, è una cosa diversa per cui ho riscoperto il mio essere cattolica come fede personale. Buon lavoro a Suor Paola che come tanti/e lotta per aiutare i più deboli e bisognosi in posti che sembrano "dimenticati da Dio".

fenix ha detto...

Penso che la realtà della Chiesa sia talmente varia e complessa in tutte le sua sfaccettature umane, che sia impossibile dirne solo bene, o solo male.
Questo suo aspetto missionario mi piace molto, perchè è quello più evangelico e vicino al pensiero di Gesù.

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