26 giugno, 2011

GUARIRE CON GLI ANGELI DI DOREEN VIRTUE







Doreen, l'autrice che è anche una psicoterapeuta, sostiene che siamo circondati dagli angeli, pronti ad assisterci sotto ogni aspetto della nostra esistenza.
Nel libro si parla degli incredibili incontri con queste creature di luce, riportandone le comunicazioni a proposito della vita, della morte, del futuro del mondo e del nostro fine divino, che altri non è che il nostro scopo in questa vita.
Credo sia un libro per tutti..credenti e non.
Chi ha fede, la rafforzerà, anche attraverso le preghiere riportate nel libro, ma porterà anche a riflettere chi non crede ,sulla possibilità dell'esistenza di un mondo parallelo al nostro...un mondo protettivo fatto di Luce e Amore...dove niente accade per caso.
Si rifletterà anche sul libero arbitrio, sulla legge universale della causa-effetto, ma sopratutto sul perdono, grazie a una bellissima meditazione. Perdono non inteso come lo sgravare qualcuno dalle proprie responsabilità, ma bensì come modo di liberarci dalla prigionia del rancore.

buona lettura   Laura  (Fenix)

17 giugno, 2011

IO NON HO PAURA di Niccolò Ammaniti

Dalla quarta di copertina:

L'estate più calda del secolo. Quattro case sperdute nel grano. I grandi sono tappati in casa. Sei bambini, sulle loro biciclette si avventurano nella campagna rovente e abbandonata. In mezzo a quel mare di spighe c'è un segreto pauroso, un segreto che cambierà per sempre la vita di uno di loro.

La storia è ambientata nell'estate torrida del 1978 nella campagna del Sud.
Michele ha nove anni e si trova di colpo a fare i conti con un segreto così grande e terribile da non poterlo nemmeno raccontare. E per affrontarlo dovrà trovare la forza proprio nelle sue fantasie di bambino, mentre il lettore assiste a una doppia storia: quella vista attraverso gli occhi di Michele e quella tragica che coinvolge gli adulti.


Io non ho paura è il primo libro che ho letto di Ammaniti. Ricco di colpi di scena, sentimento, amicizia. Una storia che si legge d'un fiato e da cui Gabriele Salvadores ne ha tratto un bellissimo film.

09 giugno, 2011

La fine delle buone maniere di Marciano Francesca


 LA FINE DELLE BUONE MANIERE
 di Marciano Francesca



Maria ed Imo, due donne occidentali totalmente agli opposti, partono insieme per l'Afganistan con una missione: fotografare le donne orientali che si ribellano ai matrimoni combinati. Maria riprende la sua vecchia professione di fotoreporter di prima linea che aveva lasciato perche' stava vivendo un momento "no", Imo invece e' una reporter "d'assalto", multilingue e non ha paura di niente e di nessuno. Giunte a destinazione incontrano Hanif che fara' loro da guida e con il suo modo garbato e gentile ed il suo fare silenzioso e discreto le guidera' negli angoli piu' nascosti e bui di Kabul. Maria riesce a puntare finalmente l'obiettivo davanti alla sua tanto cercata foto sensazionale ma si trovera' davanti ad una scelta etica molto profonda e umana. Conoscera' mondo e culture diverse dall'Occidente e il profondo abisso che divide culture e rapporti umani diversi tra loro.

Nonostante il rovesciamento del regime, nonostante i bombardamenti, nonostante l'arrivo degli americani e degli europei le donne afghane continuano a portare il velo, a coprirsi. E a morire, purtroppo nell'indifferenza generale.

Ho letto diversi libri sull'Afghanistan e questo è molto convincente. Scorrevole, piacevole ed anche il finale e' denso di vera umanita' e sentimento.

Alla fine il buon senso vince su tutto.......anche sulla guerra, sulle dittature e sull'arroganza.

07 giugno, 2011

IL SEXY CLUB DEL CIOCCOLATO di Carole Matthews

Stasera voglio parlarvi di un altro spassosissimo libro scoperto per caso. Ammetto, che da buona cioccolato dipendente è stato il titolo ad attirarmi e la mia golosità non mi ha tradito e ho fatto un buon acquisto.

Il romanzo, fresco, leggero e divertente, narra le avventure tracicomiche di quattro affiatate amiche londinesi. Lucy, Autumn, Nadia e Chantal. 
Assilate e deluse dagli uomini, come antidoto, il quartetto si riunisce nella migliore pasticceria della città per mangiare prelibati cioccolatini e per trovare insieme una soluzione ai loro problemi. Nasce così "il sexy club del cioccolato" dove l'unico uomo ammesso è l'affascinante Clive, pasticcere omosessuale che con i suoi cioccolatini vi farà venire l'acquolina in bocca.
Quattro simpaticissime amiche vivranno insieme indimenticabili avventure, dove si ride, dove si versano lacrime, ma soprattutto condite da una grande amicizia e dal buon cioccolato.

Questo libro ha un seguito:
"Mangio troppa cioccolata" dove continuano le avventure ingarbugliate della quattro affiatate amiche. 




06 giugno, 2011

PER SEMPRE di SUSANNA TAMARO


 PER SEMPRE
di SUSANNA TAMARO



«Tutti abbiamo una definizione che ci permette di esistere e questa definizione è la nostra zattera, grazie a lei navighiamo nella tumultuosità dei giorni, grazie a lei siamo in grado di giungere senza impazzire fino all’estuario.»



Nora, il suo bambino Davide e il bimbo che portava in grembo sono morti da 15 anni e Matteo ancora non riesce a farsene una ragione.

"Perché, quando succede qualcosa di irreparabile, non si fa che pensare a quello che si poteva evitare?"

Matteo non fa che ripercorrere tutti gli istanti della vita passata con la sua donna, con il suo piccolo Davide. Analizza ogni cosa, la spezzetta e la rimonta con meticolosità, in modo da non tralasciare ogni particolare. Mille e mille domande affiorano nella sua mente e nelle sue labbra. Matteo racconta la sua storia d'amore, così intensa, così piena d'amore, fa i conti con la sua coscienza, raccontando il suo passato ed il suo presente, abitato da personaggi che in qualche modo cercano di aiutarlo ad uscire dal suo personale inferno.

A nulla valgono gli inviti alla rassegnazione dell’anziano padre, anche lui colpito dal destino, perché è cieco. Matteo sprofonda nella cupa disperazione, farà uso di alcool e la sua vita sarà costellata da tremende bugie. Però dopo aver toccato il fondo dell'inferno finalmente arriverà la sua via di salvezza... forse dentro di lui c'è un piccolo germoglio che sta per fiorire.

Un libro che parla di dolore, di perdita, di caduta personale nell'inferno per cercare oblio e lenire il dolore che spezza in due.
Un libro bellissimo, dove si narra dei sentimenti più profondi e umani di un uomo, dove dopo la caduta a picco c'è comunque una piccola voglia di tirarsi su, di riniziare un nuovo cammino con una consapevolezza diversa.
La storia di un amore immenso, domande che fanno riflettere e pensare.

Un libro veramente da consigliare, da amare, da gustare e che vi farà commuovere!

04 giugno, 2011

La casa sul canale

LA CASA SUL CANALE
di  Georges Simeon (Liegi 1903 - Losanna 1989)   
edizioni Adelphi
prezzo 7,50

Simenon ha lasciato centonovantatré romanzi pubblicati sotto il suo nome e un numero imprecisato di romanzi e racconti pubblicati sotto pseudonimi, oltre a volumi di «dettature» e memorie. Il commissario Maigret è protagonista di 76 romanzi e 26 racconti, tutti pubblicati fra il 1931 e il 1972.
Celebre in tutto il mondo, innanzitutto per le storie di Maigret, Simenon è anche un caso di «scrittore per scrittori». Fra i suoi romanzi ricordiamo: Gli intrusi; Maigret, Cécile è morta; In caso di disgrazia; Félicie; La prima inchiesta di Magret; Il primogenito dei Ferchaux; I Pitard; La camera azzurra; Luci nella notte.

Questo romanzo è ricco di personaggi travagliati e affascinanti che affollano 160 pagine, in una storia forte e drammatica.
Rimasta orfana Edmée viene mandata, sedicenne, da Bruxelles nelle Fiandre, alle Irrigations, dagli zii materni che non ha mai conosciuto. Tra quella gente che disprezza, dove tutto le sembra rozzo e volgare, fra terre basse, con filari simmetrici di pioppi, una macchia nera di un bosco di abeti" e, in fondo, lungo i canali, scivolano lentamente le chiatte. Un luogo dove lei si sente  superiore ai parenti che l’hanno accolta in casa in un momento per altro difficile della loro esistenza.
Infatti quando la ragazza giunge al villaggio è  appena morto inaspettatamente lo zio, un possidente agricolo con moglie e figli di diversa età. 
A intrattenere rapporti con la cugina sono i due figli maschi Fred e Jef, i maggiori, e la più grande delle figlie, Mia, anche perché la zia e i bambini più piccoli non parlano il francese, ma solamente il fiammingo.
 Edmée si ritrova in una casa con abitudini di vita del tutto diverse da quelle da lei praticate fino a quel momento: noia e fatica, solitudine e rudezza nei costumi e nelle relazioni. Lei è graziosa, minuta, pallida, quasi anemica e non parla una parola di fiammingo - ma ha una volontà di ferro. 
In quel luogo e fra quei parenti diventa consapevole della sua femminilità e del desiderio che sa suscitare negli altri, in particolare del potere che ha acquisito su Fred e Jef. 
Lei stessa vive pulsioni che non domina del tutto, in un risveglio dei sensi torbido e ambiguo.  E’ abituata a farsi obbedire. Non ci vorrà molto perché entrambi i cugini si lascino ammaliare dal fascino acerbo, ambiguo, di quella creatura inquietante e così diversa da loro. E inizierà un dissidio fatale tra i fratelli rivali.

 "La casa sul canale" è un conturbante e appassionante romanzo. E' breve, come spesso i romanzi di questo autore. Il libro, in alcuni punti, è abbastanza crudo e alcune pagine sono veramente sgradevoli, ma è la forza di questo autore, la cui prosa  scorre comunque come l' acqua del canale. La trama cattura, anche se è abbastanza scontata, ma mentre si legge sembra di vedere un quadro per la descrizione dei paesaggi e la tensione narrativa cresce sempre più, in modo parallelo al pericoloso gioco della ragazza. Lei crede di poter gestire i primitivi cugini ai quali rifiuta di concedersi, ma che costringe a “prove d’amore” sconcertanti, mentre il dolore, il rancore sordo che domina la sua anima  le impedisce un autentico rapporto con tutti coloro che la circondano (compreso lo zio Louis , per lei l’unico essere accettabile in quel posto primitivo, ma  che tradirà, calunniandolo). Un gioco che si trasforma in una specie di ossessione, una rabbia chiusa che fa agire quella ragazzina infelice con sempre maggiore perfidia.
La terribile, ma ineluttabile, conclusione di questo romanzo, così come avviene in altre opere narrative non poliziesche di Simenon, vede la morte intrecciata inestricabilmente alla passione amorosa,

L'inizio del libro:
"Nel flusso di passeggeri che scorreva a ondate verso l'uscita, era la sola a non affrettarsi. Con la sacca da viaggio in mano, la testa eretta sotto il velo da lutto, aspettò calma il suo turno per porgere il biglietto all'incaricato, poi avanzò di qualche passo.
Quando aveva preso il treno a Bruxelles erano le sei del mattino e l'oscurità era impregnata di pioggia gelida. Anche lo scompartimento di terza classe era bagnato, bagnato il pavimento sotto le scarpe infangate, bagnate le pareti coperte di un vapore vischioso, e bagnati i finestrini, dentro e fuori. I passeggeri, pure loro con i vestiti bagnati, sonnecchiavano.
Alle otto, proprio all'arrivo a Hasselt, le luci del treno si spensero, e così quelle della stazione. Nelle sale d'attesa rivoli d'acqua colavano dagli ombrelli che emanavano un odore di seta fradicia. Alcuni viaggiatori si asciugavano accanto alle stufe ed erano tutti più o meno vestiti di nero, come Edmée. Un caso, oppure lei lo notava soltanto perché era inlutto stretto? Per la gente di campagna non è una sorta di uniforme, il nero?
12 dicembre. Il numero, che si stagliava a grandi caratteri anch'essi neri di fianco a uno sportello, la colpì.
Fuori la pioggia scrosciava, la gente correva o si rifugiava dentro i portoni, e una fitta nuvolaglia rendeva il ciclo così plumbeo che i negozi dovevano tenere le luci accese.
Davanti alla stazione c'era uno di quegli omnibus dipinti di verde e di nero che fanno servizio extraurbano. Era deserto: non si vedevano ancora né il manovratore né il bigliettaio. La scritta sul cartello indicava «Maeseyck», che si trovava proprio sulla strada per Neeroeteren, dov'era diretta Edmée.
Senza chiedere niente a nessuno, salì nella prima carrozza, divisa da un tramezzo a vetri. Di qua, sedili di legno e pavimento cosparso di mozziconi e sputi; di là, imbottiture di velluto rosso e una passatoia.
Dopo un attimo di esitazione, Edmée varcò la soglia della prima classe, sedette in un angolo, ben eretta, e sollevò il velo di crespo che le copriva il viso. Era minuta, pallida, anemica come possono esserlo le ragazze a sedici anni. Portava i capelli ripartiti in due trecce strette e arrotolate sulla nuca in un severo chignon.
Passò una mezz'ora. La seconda classe cominciava a riempirsi di gente per lo più contadine cariche di ceste, che parlavano a voce molto alta, com'è tipico dei fiamminghi. C'era chi, data un'occhiata a Edmée, tutta sola al di là del divisorio, sussurrava qualcosa scuotendo la testa in segno di compassione, e subito altri sguardi si posavano sulla ragazza.
Si udì un fischio, e l'omnibus cominciò ad avanzare lungo le strade della cittadina ancora sonnolenta. Le lampade dei vagoni si accesero come per caso, e così rimasero per tutto il viaggio."

                                        Buona lettura da 
                                                         Stefylù
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