19 ottobre, 2012

recensione ULTIMAMENTE MI SVEGLIO FELICE - LISA CORVA

Lei è una ragazza dalle unghie blu che lascia una scia luccicante dietro di se ma chi sarà? Il suo nome è un mistero che si svelerà solo alla fine, per sua madre è Asmara ma, grazie alla nonna acquisita che la fa battezzare, a lei piace farsi chiamare Benedetta.
Dunque, Benedetta-Asmara è come direbbe sua madre una profumiera ovvero si occupa di ricreare fraganze che sanno di ricordi per le varie star di turno che vogliono lanciare un proprio profumo sul mercato.
Vive tra Londra e Parigi per lavoro ma non ha una vera casa, sua madre, l'unica famiglia che ha, vive a Milano e a  causa di un suo malore è costretta a tornare più volte nella casa dove è cresciuta. Benedetta, infatti, vive solo per il suo lavoro ormai in una vita priva di affetti, in un letto riscaldato dal phon prima di dormire e con due telefoni sul cuscino in attesa di una vibrazione o cicalino che la teletrasporti in un altro universo in cui lei è felice con l'uomo dalla maglia a righe. Ma chi è quest'uomo? Nell'era di internet e dei social network è facile "incontrare" qualcuno così ma, possiamo dire di conoscere davvero qualcuno in questo modo?

Ogni capitolo è preceduto da messaggi apparsi su un quotidiano e che fungono da buongiorno, pensieri e poesie di autori vari che sembrano rivolgersi proprio a Benedetta e a quanto pare, non solo a lei come ho capito nel corso del romanzo.

Il titolo, come raccontato nella storia, deriva da uno status postato da un'amica morente, il che sembra un ossimoro, non vi pare? La storia potrebbe essere ispirata alla realtà e alla stessa autrice, non è esplicitamente detto ma si intuisce qualcosa dai ringraziamenti.

Un libro che parla di fame d'amore, quella di una donna non più giovanissima per l'uomo dei suoi sogni si direbbe ma di fatto una ricerca d'amore che affonda le radici nelle sue origini, nelle figure familiari che le sono mancate nell'infanzia e non solo.
L'ho sentito vicino in alcune parti, in quella voglia d'amare ed essere riamati, riesce a coinvolgere perchè tutti, in genere, siamo succubi dell'amore sia che ci sia che se non ci sia, sia che lo cerchiamo che se lo rifuggiamo.

15 ottobre, 2012

UN PIZZICO DI ...



STELLE
Non so se siate mai stati presso un osservatorio astronomico.  
Mi è capitato di visitarlo la scorsa estate e ne sono rimasta entusiasta.
Perchè l'osservatorio, a differenza del planetario, è una mappa stellare a cielo aperto e complice la completa assenza di inquinamento luminoso, lo spettacolo è mozzafiato. 
L'estate, tra l'altro, è decisamente la stagione migliore per iniziare a riconoscere le stelle: 
infatti nelle serate estive, sono presenti figure caratteristiche molto semplici da individuare, nonché alcune stelle molto luminose, che facilitano l'individuazione delle principali costellazioni.
La costellazione di Perseo, ad esempio, è sempre osservabile nei nostri cieli. 
Da qui irradia, nel mese di agosto, il famoso sciame meteorico, noto come  Perseidi, che causa la pioggia di stelle cadenti del 10 agosto.
Lo sapete, che le volte celesti cambiano a seconda delle stagioni?
Ogni costellazione, infatti, è visibile solo in un determinato periodo dell'anno.
Ragion per cui, gli antichi non solo si sapevano orientare lungo il cammino osservando le stelle...famosa è, infatti, la stella polare, come riferimento, principale, per trovare i punti cardinali ... ma anche per riconoscere il cambio delle stagioni, annunciato appunto dalle volte celesti.
L'estate viene annunciata dal Cigno, la Lyra e l'Aquila, che vanno a formare il triangolo estivo, facilmente individuabile, soprattutto nelle notti limpide, anche perché ricade nella scia luminosa della Via Lattea.
La costellazione dell'Acquario, è invece una delle figure tipiche del cielo autunnale e quindi visibile proprio in questo periodo.
E allora, cosa aspettate...immaginatevi già sdraiati su un prato, con il naso all'insù... e complice una notte stellata... assisterete ad uno spettacolo indimenticabile!   Laura  (Fenix)

  



13 ottobre, 2012

Giralibro... ecco la vincitrice!

Eccoci pronte a svelare il nome della fortunata vincitrice.
Siamo state in cinque a votare, Lisa, Stefylu, Fenix, Stefania ed io, Stefy.
A maggioranza, ha vinto l'imprevisto di Lily Bets!!!
Complimenti!!!

Grazie a tutte per aver participato, alla prossima!

12 ottobre, 2012

recensione MISS SWEETY - VALERIE SAUBADE


Miss Sweety è il nome di una rubrica che tratta la posta del cuore su una rivista femminile. Samantha è subentrata all'anziana signora che se ne occupava anche se, per i suoi lettori, Miss Sweety è una bonaria sessantenne in grado di dispensare consigli sui vari problemi di donne e ragazzine che le scrivono.
Samantha, invece, è una trentaseienne laureata in psicologia, single e molto timida che ha difficoltà con gli uomini e a relazionarsi con gli altri, anche a causa della sua avversione per alcuni mezzi di trasporto legata a traumi infantili.
Sam vive con la sua ferrea nonna Agatha e la svampita prozia Margaret più un affituatario nel palazzetto della nonna e con loro, nel bene e nel male, divide la quotidianità, le gioie e i dolori.
Tra presente e passato scopriremo chi sono le protagoniste di questo romanzo, le loro storie e come si sono ritrovate ad essere quelle che sono.
Un giorno, assieme alla posta del giornale, Sam riceve una lettera anonima che le dice che pagherà per aver consigliato ad una moglie delusa di lasciare il marito, dapprima non gli da peso ma le lettere continueranno ad arrivare creandole una certa apprensione.
Chi si nasconde dietro quello che oggi potremmo definire stalker? Samantha è seriamente in pericolo? Lascio a voi scoprirlo.
Si tratta, quindi,  di un rosa con tratti noir che spinge il lettore a voler arrivare presto alla fine per scoprire il mistero delle lettere anonime.
Colpi di scena ci sono fino alla fine, le apparenze spesso ingannano e i rapporti veri si vedono solo al bisogno. Un romanzo scorrevole ed adatto a tutte le età che vede le donne protagoniste, con i loro problemi e le loro storie, nel presente e nel passato, sia giovani che meno giovani tra amori, amicizie, lavoro e famiglia.

recensione LA TERRA DELLE DUE LUNE - L. A. CASTELLANO

Alex e Alissa sono due dodicenni veneziani in visita scolastica ad un antico palazzo che per uno strano caso del destino finiscono catapultati in un altro mondo.
Dopo lo smarrimento iniziale i due cercano di capire dove sono in primis e poi come tornare a casa. Incontrano uno strano viandante, molto gentile, che li accompagna alla più vicina città e lì scoprono che qualcuno sa di loro e li attende altrove.
Inizia così il viaggio dei due ragazzi, prima con il Celerus, un sofisticato treno veloce, accompagnati da un gendarme e poi per varie vie scortati dalla Terraemagus Laisa.
Eh si, perchè Alex e Alissa non sono in un'altra epoca ma in tutt'altro mondo dove i Magus sono esseri speciali, dotati di poteri magici e come ogni regno incantato che si rispetti ci sono buoni e cattivi.
I due ragazzi, infatti, suscitano le attenzioni di un Circolo clandestino interessato all'Antico Potere che cercherà fino alla fine di catturarli per carpirne la verità.
Dopo tante conoscenze, mille peripezie, riusciranno i due a tornare sani e salvi a casa? Lascio scoprire a voi il se e, nel caso, il come.
Un fantasy adatto a tutte le età, anche per i giovani lettori, capace di coinvolgere ed appassionare senza intricare troppo la trama con la fantasia. Solitamente prediligo altre letture ma titolo e copertina mi avevano incuriosita molto e nonostante il fantasy non sia il mio genere preferito, devo dire che la lettura mi ha catturato.
Il finale lascia un certo senso di suspance e fa intendere ad un possibile seguito nella terra delle due lune.
Avvincente e si fa leggere in poco tempo, l'ideale per gli amanti dell'avventura.

09 ottobre, 2012

recensione IL CLUB DEI RICORDI PERDUTI - ANN HOOD

Si dice che i lavori manuali aiutino a distrarsi e non pensare, che stancando o impegnando il fisico i pensieri vengano relegati per qualche ora o giornata, bene, questo è lo scopo del club di maglia per le donne che vi partecipano.
In primis vi è Mary, la protagonista, ha perso la sua bambina e da allora non si da pace, non riesce ne a lavorare ne a svolgere i compiti quotidiani entrando in conflitto anche col marito che invece trova nel lavoro la sua valvola di sfogo. Su consiglio di sua madre, ex alcolista e "guarita" con il lavorare a maglia, Mary inizia a prendere lezioni nel negozio di filati di Alice e poi accoglie il suo invito al club.
Lì conoscerà varie donne, apparentemente tutte equilibrate e tranquille ma di fatto che hanno vissuto grandi tragedie, proprio come lei, e che hanno trovato nel lavorare a maglia e nel condivedere i loro lavori nel club una valvola di sfogo, un appiglio per dimenticare le loro pene e fare qualcosa di costruttivo.
Il club della maglia è per tutte una sorta di gruppo di auto-aiuto, c'è chi è già guarito, chi riesce a convivere col passato e chi cerca di farlo in un passarsi il testimone, c'è sempre qualcuno che ha bisogno di imparare a lavorare a maglia infatti.
Un libro triste ma, alla fine, con i ringraziamenti, si comprende che è stata ispirata dalla stessa storia personale dell'autrice per cui se la maglia è riuscita a tirarla fuori dal baratro ben venga per tutti i cuori infranti da questa o quella sciagura... onestamente è riuscita a farmi venire voglia di imparare, sciarpe e guanti non sono mai troppi, no?
Un libro piacevole nonostante il tema principale sia quello della perdita e del dolore che da essa ne deriva.
L'ho divorato speranzosa e alla fine, in un modo o l'altro, la luce fuori dal tunnel c'è per tutti.
La lettura è scorrevole, i capitoli si alternano tra quelli intitolati ai vari personaggi con le loro storie e quelli intitolati al club, il linguaggio tecnico della maglia è comprensibile anche a chi non sa cosa siano ferri e filati e non è mai noioso perchè rappresenta solo qualche intermezzo.

04 ottobre, 2012

recensione IL CANTO DELLE PAROLE PERDUTE - ANDRES PASCUAL

Una storia che attraversa settant'anni tra Giappone e Europa. In parallelo, alternando i capitoli, vengono narrate le storie di Junko e Kazuo durante la seconda guerra mondiale e di Emilian e Mei ai tempi nostri .
Junko e Kazuo sono due tredicenni compagni di scuola che amano incontrarsi su una collina fuori città per parlare e osservare un campo di prigionia per stranieri, lui è biondo perchè di origine olandese mentre lei è una bellissima giapponese. Junko instaura un gioco dando a Kazuo dei piccoli haiku, poesie brevi ed intense e a conclusione del gioco intende baciarlo, ma questo non avverrà perchè vivono a Nagasaki e lì verrà sganciata la seconda bomba atomica.
Di contro Emilian è un architetto che si occupa di ambiente e sostiene il nucleare, in crisi per un progetto si imbatte per caso in Mei, giovane gallerista giapponese che gli chiede aiuto per cercare una persona in Europa.
Non voglio svelarvi altro della trama perchè è tutta da scoprire, pagina dopo pagina.
Il romanzo fa molto pensare alla questione del nucleare, a come è stato male impiegato durante la seconda guerra mondiale, a come è stato usato per produrre energia, ai tristemente noti disastri avvenuti, come Cernobyl e di recente Fukushima. In un mondo che continua a richiedere più energie di quante produce, dove il petrolio è in esaurimento e si cercano strade alternative ci si interroga se sia giusto o meno investire sul nucleare con i rischi che comporta analizzando le cose sotto diverse prospettive ovvero chi ne ha vissuto gli effetti nefasti e chi vi ha investito carriera e beni.
E', però prima di tutto una storia d'amore, sia passionale che platonico, sia maturo che giovanile, è l'amore, infatti, a guidare le scelte dei vari protagonisti e a dar loro la speranza quando tutto è o sembra perduto.
L'ho trovato malinconico, delicato, riflessivo, a mio parere riesce a catturare il lettore intimamente ed a trascinarlo nel Giappone di oggi ma soprattutto di ieri, a fargli vivere le storie dei protagonisti e a tenerlo col fiato sospeso fino alla fine in un climax crescente di emozioni.
Lettura molto scorrevole per quanto gli argomenti trattati risultino spesso delicati e intimisti e linguaggio semplice e diretto nonostante qualche nozione di natura tecnica.

01 ottobre, 2012

La scuola




È iniziata la scuola. Grandi e piccini tutti in classe.
Mamme in festa o mamme sull’orlo di una crisi di nervi?
Io faccio parte della seconda categoria.
Mia figlia ha iniziato la prima media… (mi sembra ieri quando l’ho accompagnata all’asilo la prima volta…) e dopo le prime emozioni ecco che ti investe il caos.

   “Mamma non voglio andare a scuola!”
Cominciamo bene…
Troppi libri, troppi insegnanti, troppe materie, troppe cose da fare!
Ok, calma, possiamo farcela!

   “Lo zaino è troppo pesante, mi compri quello con il trolley?”
Più che lo zaino nuovo, servirebbe una valigia. 55x40x20 come richiede la Ryanair dovrebbe andare bene, anzi, forse non basta…

  “I professori ci hanno dato la lista del materiale da comprare!”
Facevano prima a scrivere ‘compratevi la cartoleria’!
Cartelletta grande per artistica, cartelletta piccola per tecnica. Album lisci, ruvidi, squadrati, grandi e piccoli, matite così e gomme cosà. E poi, vogliamo parlare dei quaderni? I cari vecchi quaderni, pratici e leggeri, dimentichiamoceli, ormai sono fuori moda. Ora solo raccoglitori, grandi e pesanti con i fogli che, conoscendo l’innata grazia da elefante di mia figlia, rischiano di strapparsi in ogni momento. Tre raccoglitori e lo zaino è pieno… sì, e i libri dove li mettiamo?

   “Arte non mi piace, odio disegnare!”
Va bè, non siamo tutti dei futuri Michelangelo, non sei portata per il disegno pazienza, provaci almeno.

   “Quello di ginnastica urla sempre, è severissimo e se non sei veloce a cambiarti ti fa fare ginnastica in mutande, non mi piace!”
Chissà, forse è la volta buona che scendi dalle nuvole…

   “Il mio flauto non funziona!”
Probabile… (figlia di un musicista ma evidentemente ha preso le mie inesistenti doti musicali…)

  “Quella di matematica parla lentissimo, mi stavo addormentando.”
Povera professoressa… l’avevo anch’io… vent’anni fa!

   “Perché c’è anche francese? Inglese bastava!”


E siamo solo alla terza settimana.
Santa Pazienza aiutami tu!
Quanto manca alla fine della scuola?
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