28 gennaio, 2015

NIENTE E' COME TE - SARA RATTARO


Dopo Non volare via, l'autrice ritorna con un nuovo romanzo che parla di famiglia.

In questo caso il protagonista è Francesco assieme a sua figlia Margherita. Il romanzo è articolato come un doppio diario che si alterna tra le impressioni dei due protagonisti, un racconto di entrambi da lasciare ai posteri o anche solo per spiegarci come sono andate le cose.

Francesco vola in Danimarca a prendere sua figlia Margherita, la sua ex compagna è tragicamente scomparsa e a suo discapito finalmente potrà tornare a fare il padre. Per diversi anni, Francesco ha mantenuto un contatto con la figlia solo grazie alla tata Ingrid e così, dopo tanto tempo, i rapporti tra i due di fatto sono inesistenti e faticano a comprendersi.

Enrica, la compagna di Francesco, è completamente diversa dalla sua ex moglie Angelika, comprensiva e simpatica cerca di fare da legante tra padre e figlia.

Gradualmente, Francesco trova la strada per far breccia nel cuore di Margherita ma, allo stesso tempo, si avverte un senso di inquietudine per la sua relazione con Enrica... Riuscirà Francesco a riconquistare le donne della sua vita?

Margherita, oltre al difficile rapporto col padre, si sente sempre quella diversa e da anni si rifugia nell'autolesionismo finchè nemmeno quello le basterà più.

Amore e dolore si intrecciano nei racconti dei protagonisti e ci vengono trasmessi con la lettura, fino a sentirli sulla propria pelle.

L'autrice si è calata, nuovamente, nei panni di un uomo e di certo ci riesce bene, questa è infatti la storia rielaborata di un uomo reale.

Il tema affrontato è, chiaramente, quello dei figli sottratti che finiscono spesso chissà dove con un solo genitore lasciando l'altro impotente. Storie simili, purtroppo, sono sempre più frequenti e mi hanno fatto pensare molto perchè, in passato, anche io ho avuto una storia con uno straniero. Le brevi note di cronaca su minori sottratti, che intervallano i racconti dei protagonisti, non possono che far riflettere chiunque, lo scontro con la realtà è devastante secondo me.


26 gennaio, 2015

"Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei"


Ci avete mai fatto caso? Una parte dei nostri rapporti è, in un certo senso imposta, quali parenti stretti e colleghi di lavoro, ma un’altra parte la scegliamo noi. E questa parte riguarda la schiera delle amicizie e degli affetti.

E sì, perché gli amici e il partner sono proprio scelte nostre, personali e che dicono tanto di noi. Anzi, forse sono gli unici campi in cui, facendo una scelta, esprimiamo molto di noi stessi.

Facile o forse semplicistico pensare “questo mi capita e questo prendo”, ma in realtà è una scusa che troviamo. Ed è forse proprio questa scusa che mi capita di sentire spesso che mi ha portato a questa riflessione oggi. Non che io ne sia sempre stata immune, eh. Anche io ho fatto i miei errori e incolpato un dispettoso destino con questa scusa. Solo che poi ho capito l’importanza della scelta e riconosciuto i miei errori, i miei abbagli. Che poi a questo serve sbagliare: ad imparare.

Diciamocela in modo chiaro: se siamo persone fatte in un certo modo, cercheremo persone a noi simili. Non si dice anche chi si somiglia si piglia? Appunto.

Chiaramente non mi riferisco alle persone che si incontrano nella vita. Lì veramente siamo allo sbaraglio e c’è di tutto. Ma è quello che noi “tratteniamo” proprio per scelta che fa la differenza.

Se siamo ad esempio persone che amano la correttezza, potremo sì incontrare sul nostro cammino persone scorrette, anzi direi che è inevitabile, ma difficilmente ci instaureremo legami. Anzi, tenderemo a tenerle una certa distanza di sicurezza, soprattutto dopo averle riconosciute. Perché basta un po’ di tempo e si riconoscono. Ah se si riconoscono!

Oppure, se ci consideriamo pacifici, difficilmente ci legheremo a persone distruttive. E purtroppo, anche con i migliori intenti, quando si pensa di poter cambiare in meglio quella persona, si sta già commettendo un passo falso, perché noi non siamo superiori o migliori e non possiamo avere la pretesa di cambiare gli altri a nostro piacimento. Quel che dobbiamo ricordare è che siamo semplicemente diversi. Forse.

Se siamo persone oneste, difficilmente riusciremo a costruire rapporti seri con persone disoneste, quindi estremamente diverse. Se anche dovesse capitare, perché non ce ne siamo resi conto per tempo, verrà sempre un momento in cui la realtà ci investirà e lì, con la scelta seguente, classificheremo noi stessi.

Io vivo da sempre in un quartiere difficile. Lasciarmi trascinare sarebbe stato fin troppo facile, come è capitato a molti. Ma a me e ad un discreto numero di persone non è capitato. Il motivo? Perché abbiamo compreso la differenza tra il vivere in un luogo e intrattenere rapporti di civile cortesia e il frequentare assiduamente le persone che vi abitano. Abbiamo fatto una scelta. Così come ha scelto, liberamente, chi ha frequentato l’altra tipologia.

Cosa può legare una persona disinteressata con un’opportunista? Nulla. Se il legame avviene, forse un pizzico di opportunismo in noi è presente e ci porta a scegliere una persona così.  Perché a volte la differenza vera è la misura che è presente in ognuno di noi.

Ma se, giusto per citare uno solo degli esempi appena scritti, ci definiamo pacifici e poi scegliamo di frequentare persone distruttive, inutile raccontarci favolette di eventi sfortunati o altro: c’è qualcosa in noi che tanto pacifico non è.

Se io sento, avverto nel profondo, di essere diverso come tipologia, sarà questo mio modo di essere a guidarmi nelle scelte e a fare una selezione, in primis, istintiva. Non vi è forse mai capitato di frequentare qualcuno che credevate in un modo e poi, nella cerchia stessa dei suoi conoscenti, vi siete sentiti a disagio? Desiderosi di fermare quella relazione? A me è capitato. E capita ancora.

Certo, non sempre è facile fare una valutazione agli inizi di un rapporto. Anzi, spesso ci lasciamo prendere da uno spirito nobile che ci spinge a non giudicare una persona. Ma non confondiamo il giudizio con una sana valutazione.  Ce lo ricordiamo quando i nostri genitori volevano conoscere chi frequentavamo? Quanto ci siamo arrabbiati quando non hanno ritenuto adatti questi amici! Quanto ci sono sembrati ingiusti! E oggi? Oggi che dobbiamo assumere quelle stesse posizioni? Li comprendiamo meglio? Perché, se non è un discorso estremo (tipo il razzismo), è solo un insegnamento che ci hanno dato. Un insegnamento che possiamo usare ancora oggi. Quando conosciamo qualcuno, soffermiamoci un attimo ad osservare le persone di cui ama circondarsi. Quelle persone ci “diranno” tanto di chi stiamo conoscendo. Forse non tutto, ma tanto. Il resto, poi, sta a noi decidere di scoprirlo oppure no.

Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei…

by Lisa

23 gennaio, 2015

LA LETTRICE CHE PARTI' INSEGUENDO UN LIETO FINE - KATARINA BIVALD


Un titolo del genere non poteva che attirarmi subito e sicuramente capite perchè.

Sara è una libraia svedese con una vita apparentemente noiosa, una novità degli ultimi tempi è la sua amicizia pistolare con Amy, un'anziana signora americana dell'Iowa.

Sara ed Amy, oltre a scambiarsi lettere, si scambiano libri, la loro amicizia cresce e così Sara decide di raggiungere Amy per un paio di mesi di ferie. Peccato che, al suo arrivo, l'accoglienza sembra alquanto fredda e di Amy nemmeno l'ombra, la poverina è infatti deceduta e il suo funerale è appena stato celebrato.

In realtà Sara è rimasta senza il suo storico lavoro e Amy era malata da tempo, due verità che scopriamo dopo qualche pagina.

Dopo la perdita di Amy, la piccola cittadina dell'Iowa è in subbuglio per l'arrivo di una turista e non manca chi cerca di sistemarla con Tom, nipote di Amy che però sembra non avere in simpatia la svedese.

Sara diventa una rivoluzione per l'intera cittadina, stranamente diventa il collante tra i concittadini e riporta la vita in un paesino da dove solitamente tutti fuggono.

Il lieto fine ci sarà per Sara e/o per la cittadina? Leggetelo e lo scoprirete.

Le lettere di Amy del recente passato si alternano al presente di Sara in Iowa rendendo il ritmo della narrazione vivace.

La trama mi è molto piaciuta, vedrei bene la storia come soggetto per una commedia romantica.

22 gennaio, 2015

AMA E BASTA di Gaetano Vivo e Francesco Italia





Messaggi dagli angeli per vivere in armonia.

Frutto di esperienze e sensibilità diverse, Ama e basta rappresenta il tentativo riuscito di condensare in modo chiaro e accessibile le principali nozioni riguardo all'universo energetico. Gaetano Vivo e Francesco Italia ci conducono passo dopo passo lungo un percorso di consapevolezza in cui le comunicazioni con gli angeli e le energie coscienti costituiscono un potente strumento di crescita personale e universale.
Un libro per tutti che affronta con misura e semplicità alcuni dei temi più caldi del mondo spirituale. Canalizzazioni inedite, meditazioni e testimonianze guidano il lettore che desidera muovere i primi passi nel mondo dell'energia. Chi è già impegnato in un cammino di ricerca, troverà in queste pagine conferme e nuove occasioni di riflessione e approfondimento.
I messaggi degli angeli aprono la strada alla guarigione interiore, permettendoci di superare il dolore, le sfide e gli ostacoli della nostra quotidianità. Ci aiutano a cambiare e a ottenere il meglio dalla nostra vita in termini di benessere materiale e spirituale, esortandoci alla semplicità di un amore che non pone domande.



Come viene spiegato nel libro, ognuno di noi ha due angeli custodi assegnati, più guide molto “speciali” e possibilità di avere contatti con gli Arcangeli.

Non è un libro di verità assolute, come precisano gli stessi autori, ma un testo  il cui scopo è trasmettere esperienze d’amore incondizionato, come può esserlo, appunto, l’amore angelico

Tra spiegazioni, meditazioni e racconti di esperienze dirette e non, Vivo e Italia provano a spianare una strada verso la dimensione angelica, trattando l’Aldilà non come un luogo inaccessibile e lontano, ma concentrandosi proprio sulla nostra dimensione, quella terrena che viviamo, per aiutare a comprendere quanto in realtà le due dimensioni siano “vicine” e “connesse”.

 Più energetica e spirituale la parte scritta da Gaetano Vivo, più terrena e razionale quella scritta da Francesco Italia, per un risultato che è sì da guida per il lettore, ma anche da invito a riflettere, soprattutto attraverso le esperienze narrate da chi ha partecipato ai vari seminari e dagli autori stessi.

Ho avuto modo di conoscere tempo fa uno dei due autori e forse questo mi ha “aiutata” ad assimilare il percorso narrato nel libro, ma è anche vero che, pur avendo “toccato con mano” l’argomento angelico, c’è sempre una parte di me che osserva il tutto con occhio analitico, ponendosi domande di ogni genere degne di uno scettico.

E se è vero che il ruolo dello scettico è importante, non posso che consigliare di leggere questo testo e trarne le proprie conclusioni, quali esse siano.

Di mio posso solo aggiungere che… gli Angeli esistono. A volte ho la sensazione che si distraggano un po’, ma esistono.

Buona lettura.

By Lisa

19 gennaio, 2015

LA LUNGA NOTTE DEL SIGNOR OTTO - VANESSA BARBARA

Otto è un pensionato musone e insonne che dalla perdita dell'amata moglie Ada si è relegato in casa, con la copertina sulle ginocchia, cercando di occupare il proprio tempo.

Il vicinato, che lo ha sempre evitato visto che tra i due la socievole era Ada, ora cerca di reintegrarlo con espedienti vari e la quasi assurda idea di una cospirazione condominiale da nuova linfa vitale all'apatico anziano.

Tra i personaggi e co-protagonisti ci sono Nico, Anibal, Iolanda, il Sig. Taniguchi, Teresa e gli sposini.

Nico è il ventenne commesso della farmacia che rifornisce Otto e gli altri condomini, è fissato con i bugiardini e sa gli effetti collaterali di qualsiasi farmaco gli capiti sotto tiro.

Anibal è il postino smemorato, scambia sempre la corrispondenza di tutti magari a volte non proprio casualmente e, alla fine, costringe gli altri a relazionarsi tra loro.

Iolanda è un'anziana signora che vive col nipote universitario, fa un sacco di baccano e a volte Otto si inserisce nelle sue conversazioni dalla sua stessa casa. E' multicredente, aperta a religioni e credenze varie, al momento va matta per l'India.

Il Sig. Taniguchi era l'unico con cui Otto dialogava, peccato che ora abbia cent'anni e la demenza senile. L'anziano giapponese era un sergente che non credeva alla fine della seconda guerra mondiale e resisteva ad oltranza nelle Filippine, uno stoico fedele a dir poco!

Teresa ha 42 anni, è una donna ancora bella ma sciatta dato che lavora da casa come dattilografa, la sua compagnia sono 3 cani affettuosi a modo loro. Il povero Nico, intanto, spasima per lei.

Infine vi sono gli sposini, Mariana l'ex antropologa e suo marito, un ingegnere perennemente in viaggio. Mariana si interessa a tutti gli usi e costumi ma sembra ossessionata dagli eschimesi e cerca di coinvolgere anche gli altri propinando sempre lo stesso film documentario.

In questa compagine di bizzarri condomini, appaiono le figure misteriose di una ragazzina che fa la stiratrice ma non sa stirare e di un ragazzo col cappuccio che sbuca di tanto in tanto, entrambi hanno i capelli rossi.

Otto si chiede chi siano i due ma, quando ne fa cenno agli altri, questi si limitano a glissare alimentando la curiosità dell'anziano condomino.

E, se Otto avesse ragione e la sua stessa Ada fosse vittima o complice di un complotto? Leggete il libro per scoprirlo, io ho già detto troppo.

Un romanzo interessante anche se il finale mi ha un po' sorpresa, me lo aspettavo più vivace diciamo.

15 gennaio, 2015

UN PIZZICO DI... dolcezza

Trovare qualcosa da esporre diventa sempre più complesso, le riflessioni del momento sono più consone ad un editoriale per cui, cercherò di addolcirvi con una delle mie ricette :).

TIRAMISU' CLASSICO

Ingredienti:
6 uova
12 cucchiai rasi di zucchero semolato
pizzico di sale
6 tazze di caffè amaro
400g di savoiardi
cacao amaro q.b.
500g di mascarpone

Preparazione:
Separare gli albumi dai tuorli in due ciotole quindi montare a neve gli albumi dopo aver incorporato loro un pizzico di sale e lavorare con lo zucchero i tuorli. Incorporare ai tuorli il mascarpone lasciato ammorbidire un po' a temperatura ambiente e mescolare fino ad ottenere un composto omogeneo.
Mettere a fare il caffè in modo che sia caldo ma non bollente per inzuppare i savoiardi.
Incorporare delicatamente gli albumi al composto dei tuorli e mescolare finchè non si avrà una crema morbida ed omogenea.
Disporre un pò di caffè in un piatto piano e girarvi rapidamente ciascun savoiardo ripetendo l'operazione fino a formare uno strato in una pirofila o contenitore d'alluminio da 8pz(ne esce anche uno piccolo da 2pz). Coprire lo strato di savoiardi con uno fatto dalla metà della crema preparata, ripetere lo strato di savoiardi bagnati nel caffè e quindi terminare coprendo con la restante crema.
Cospargere la superficie con abbondante cacao amaro e riporre in frigo per alcune ore, è preferibile prepararlo il giorno prima per permettere ai biscotti di ammorbidirsi e alla crema di rapprendersi al meglio.

Si può anche conservare in freezer dopo qualche ora dalla preparazione coprendolo con pellicola per alimenti e poi carta alluminio, basta tirarlo fuori qualche ora prima di essere servito e conservarlo quindi in frigo poi.


Una variante che non mi dispiace è con pavesini al posto dei savoiardi, sciroppo al limone leggero al posto del caffè e cocco al posto del cacao.

Voi come lo preparate?



13 gennaio, 2015

STORIA DI UNA LADRA DI LIBRI - MARKUS ZUSAK


La narratrice di questa storia è la morte, in un periodo storico come quello della Seconda Guerra Mondiale, di certo una protagonista.

E' questa misteriosa figura femminile che raccoglie anime, infatti, a raccontare la storia della bambina che rubava libri, Liesel.

La madre di Liesel è costretta ad affidarla, assieme al fratellino, ad una coppia tedesca solo che, dopo un estenuante viaggio solo Liesel arriverà a casa di Rosa e Hans.

Liesel è tormentata dal ricordo di suo fratello, Rosa la tratta con disprezzo come fa con tutti ma, almeno Hans si comporta con lei come un padre affettuoso e questo le è di conforto assieme ad un libro trovato trovato per caso e che tiene di nascosto. E' un libro per necrofori, un po' macabro, specie per una bambina ma Liesel ci tiene tantissimo ad esso, il primo di una serie di libri "rubati". Liesel ha difficoltà a leggere e sarà suo padre Hans ad aiutarla nelle notti insonni, fino a diventare col tempo una lettrice accanita e di ogni genere.

Le giornate di Liesel scorrono abbastanza uguali tra scuola, consegne del bucato e giochi col vicino Rudy fino all'arrivo di Max, un ebreo che cerca protezione. Hans era stato salvato da suo padre durante la prima guerra mondiale e ora egli cerca di ripagare il suo debito accogliendolo in casa, nonostante il grave pericolo.

Qui la storia inizia a farsi più interessante, in una Germania nazista dove gli stessi tedeschi erano costantemente sotto tiro.

La morte si troverà a passare molto vicina a Liesel ma, la coglierà solo da anziana. Peccato che nel frattempo l'abbia privata della sua vita e l'abbia catapultata in un'altra ancora.

Qualcuno di voi l'ha letto e/o visto il film? Io mi aspettavo qualcosa in più dal libro, molto lungo e a volte dispersivo mi sembra che lasci poi non approfondite alcune cose importanti. Magari vedrò il film, per vedere se rende meglio.

08 gennaio, 2015

IL CIELO ERA PIENO DI STELLE - GIULIA BEYMAN


Beth vive da anni a Londra, è una psicoterapeuta eppure ha difficoltà a relazionarsi con gli uomini, ha infatti appena lasciato un partito invidiabile perchè non le sembra quello giusto.

Meg, invece, vive a New York ed è sposata con Alan, un uomo che non riesce ad essere monogamo e la tradisce di continuo.

Entrambe sono in crisi ed è in questo momento che vengono convocate per il funerale del defunto padre, non lo vedevano da oltre 30 anni ma comunque sentono di dovergli un ultimo saluto. Lì, vengono avvisate che c'è un testamento e così decidono di rimanere a Castro per espletare le formalità.

Alla lettura del testamento, oltre ad una masseria Beth e Meg si ritrovano un'altra sorella, giovane e simile al padre, il suo nome è Joanna, per tutti Jo. I nomi delle sorelle, non vi sarà sfuggito, si rifanno al libro Piccole Donne, il preferito della madre di Meg e Beth.

In Salento Beth incontra Andrea, un aitante e galante uomo che la colpisce subito, peccato abbia un figlio e probabilmente una moglie, possibile che proprio lei si invischi con un uomo sposato?

Meg, invece, inizierà a pensare alla vita reale e che non esiste solo lo shopping per sentirsi meglio. Magari la sua vita è anche meglio senza Alan.

Non vi dico altro della trama per non togliervi il gusto di leggerlo.

Il lieto fine, tanto auspicato, arriva ma con una svolta in parte inaspettata a conferma che le apparenze ingannano.

Una lettura breve ma piacevole, la prima di queste nuove uscite Rizzoli ma, di certo non l'ultima.

07 gennaio, 2015

SI ACCETTANO MIRACOLI

 
 

Fulvio (Alessandro Siani), tagliatore di teste senza scrupoli di una nota multinazionale, dopo aver fatto piazza pulita dei rami secchi dell’azienda viene a sua volta licenziato. La sua reazione gli costa cara: un mese di servizi sociali da scontare nella casa famiglia di suo fratello Don Germano (Fabio De Luigi), parroco di un piccolo borgo del sud d'Italia. Da manager consumato e scaltro qual è, Fulvio non ci mette molto a capire che per aiutare suo fratello, i bambini e il paese c'è bisogno di un vero e proprio "miracolo". E quindi, all'insaputa di tutti, se ne inventa uno...

Si ride di cuore in questa commedia di Alessandro Siani.

La sua interpretazione, dal momento stesso in cui arriva al paese in cui sconterà la sua “pena”, ricorda sempre più lo stile di Massimo Troisi, strappando, oltre a tante risate, anche un pizzico di nostalgia per il grande attore scomparso.

Perfetta accoppiata con Di Luigi, tra il sacro e il profano, Siani snoda una trama che di banale ha poco e niente e tratta invece l’argomento miracoli e la necessità di crederci, con la dovuta leggerezza che richiede una commedia, senza mai scendere  nel sacrilego.

Difficile del resto, definire profano o sacrilego, una giusta causa, ovvero quella per cui il furbo Fulvio mette in scena un finto miracolo, pur di risollevare le sorti non solo del fratello e dei bambini di cui si occupa, ma quello di tutto il paese.

Dopotutto il fine giustifica i mezzi… non è così che si dice?

Scopritelo in prima persona andando al cinema a vedere “Si accettano miracoli”, dove, oltre ad ammirare un cast di bravi attori, sarà impossibile non restare incantati da una banda di  simpaticissimi “scugnizzi” che il cinema, è evidente, ce l’hanno già nel sangue.

Buona visione

By Lisa  


05 gennaio, 2015

L'ECO DEL DESERTO - SERGIO BAMBAREN


L'autore si è sentito spinto a scrivere questa storia e condividerla con noi, lo conoscevo di fama e questa volta mi sono decisa a leggerlo.

Sergio è un viaggiatore appassionato, al termine di un viaggio in Italia sente una voce che lo richiama, come fu in Marocco e così, dal Nord Italia, è lì che ci manda con i suoi racconti.
Sergio è stato in Marocco per cercare l'onda perfetta, essendo un surfista, lì ha sentito uno strano richiamo, qualcuno che lo invocava in sogno e ad esso era associata l'immagine di un cuore pulsante.

Raccontando il sogno ad un amico, Sergio scopre che esiste una storia che narra proprio del cuore pulsante del deserto e che il custode ne è un saggio ancora in vita, Khalil.

La storia di Sergio si alterna, quindi, alla storia di Khalil, dalla sua nascita fino all'incontro proprio con l'autore. Non voglio svelarvi altro del contenuto per lasciarvi il piacere di leggerlo.

Una storia al limite tra fantasia e realtà, quasi una leggenda che riscalda il cuore e fa pensare.

Il libro è breve ma carico di pathos, si legge facilmente e con piacere, oltre che interesse.

Penso leggerò altro di questo autore, lo trovo molto profondo ed adoro l'intimismo, come probabilmente sapete.

01 gennaio, 2015

UN ANNO DI LUCE

EDITORIALE di Laura Marabelli

E così, un altro anno è incominciato...
In fondo oggi è uguale a ieri, perchè i veri cambiamenti avvengono lentamente e in profondità per essere tali.
Sorvolerò quindi sui soliti buoni propositi di diete, palestre, corsi e ricorsi che lasciano il tempo che trovano.
La mia riflessione è sul trascorrere del tempo.
C'è un profondo legame tra il tempo che è stato e quello che è.
Ed è il senso stesso che diamo al nostro percorso, a quello che siamo stati e che diveniamo ogni giorno.
Da bambina, non lo capivo, ma tutto aveva un significato autentico perchè spontaneo, inconscio, quasi magico.
Tutto era chiaro, poi si è perso, ma si può recuperarlo simbolicamente.
Nella pratica della meditazione è buona abitudine osservare la luce di una candela per rafforzare l'ascolto di sè.
Il respiro pian piano diventa più profondo, addominale, i muscoli si rilassano e arriva la quiete interiore.
Che è un buon punto di partenza, ma non certo di arrivo.
La candela, il calore che emana, rievoca il raccoglimento, l'intimità, il silenzio.
Il suo profumo risveglia le emozioni.
Se è un regalo poi, richiamerà il legame e la vicinanza di chi ce l'ha donato.
Sicuramente ognuno saprà cogliere il significato che più sente suo, nel cuore.
Il Natale appena trascorso è stato simbolicamente la festa della Luce e non serve essere credenti per coglierla.
Per il nuovo anno diamo quindi un'occasione alla luce.
A quella scintilla che da dentro ci guida, nel domani, attraverso i giorni che saranno.
Non sto parlando di speranza, di positività e nemmeno di fede.
Ma di luce interiore.
Quella che ci fa affrontare i problemi anzichè lamentarci.
Quella che ci fa assumere le nostre responsabilità anzichè dare la colpa agli altri.
Quella che ci fa apprezzare quello che riceviamo o già abbiamo.
Quella che ci fa scorgere il senso nelle esperienze o nelle prove che inevitabilmente dovremo affrontare.
E' difficile lo so, ma ho deciso di provarci.
Proviamoci.
Buon anno di luce a tutti!


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