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20 gennaio, 2013

NUOVO GIVEAWAY!!!!!!!!!!

Buongiorno e buona domenica a tutti.
Oggi inizia il nostro nuovo giveaway!!!


Per uno di voi, una copia di DIARIO DI BORDO, gentilmente offerta dall'autrice CINZA VIGLIETTI.

editore: Phasar Edizioni
pagine: 174
isbn: 978-88-6358-142-3
anno: 2012
prezzo: 18€

Potete leggere la recensione QUI e l'intervista all'autrice QUI


Regaleremo una copia di questo libro a chi, commentando SOLO sotto questo post, rispondera alla domanda;  
Quale aspetto del vostro carattere avete la sensazione che vi blocchi?
Il vincitore verrà scelto da noi in collaborazione con l'autrice.


Regolamento:
1- Commentare solo sotto questo post entro e non oltre il 1° febbraio.

2- Aggiungersi come followers.  

3- E' gradita, la diffusione di questo gioco quindi che esponiate nel proprio blog, sito o altro vostro spazio virtuale,  il banner del giveaway (salvate l'immagine sul vostro pc e inseritela in un gadget foto).


 Buon giveaway a tutti!!!

10 gennaio, 2013

INTERVISTA A CINZIA VIGLIETTI AUTRICE DI "DIARIO DI BORDO"



Buondì. Ho di recente pubblicato qui sul blog Amiche scrittrici la recensione di “Diario di bordo”, libro scritto da Cinzia Viglietti a cui ho posto alcune domande inerenti al suo libro e alla sua esperienza con la terapia transgenerazionale. Di seguito potrete leggere le interessanti risposte.


In questa sede anticipo  che una copia del libro “Diario di bordo”, gentilmente offerta dall’autrice, sarà a giorni  disponibile per un giveaway qui sul nostro blog.
QUI la recensione


By Lisa
INTERVISTA:
         1)   Diario di bordo è una guida adatta a tutti, ma che nasce dalla tua esperienza sulla    terapia transgenerazionale.



Come e quando hai intrapreso la strada della terapia transgenerazionale?




Vorrei darti la risposta che mi viene di getto: l’ho chiesta e mi è arrivato! Credo che però in questo modo molte persone mi assocerebbero alla corrente new age estremista. Allora cerco brevemente di raccontare come ci sono arrivata. Innanzitutto la mia passione per la psicologia è nata con me, non ricordo un età in cui ho incominciato ad interessarmene, ricordo solo che da sempre ho letto e mi sono documentata in merito. Poi per problemi di salute mi sono trovata a trascorrere un periodo in ospedale in un reparto dove la maggior parte dei pazienti aveva sclerosi multipla, fibromialgia o sindromi che colpivano muscoli o nervi. Chiacchierando con le compagne di sventura o scoperto nei loro racconti alcune analogie. Era il lontano 1998. Da questo è nato il mio interesse e una forma di idea sul transgenerazionale, che ha preso forma solo molti anni dopo quando io per prima ho lavorato su me stessa per migliorare la mia condizione fisica.

Ho avuto la fortuna di incontrare un terapeuta molto particolare con il quale ho fatto le costellazioni familiari e ho interrotto alcune eredità transgenerazionali. Con lui ho incominciato anche il mio percorso di studi.


2)      Avevi provato altre strade da percorrere? Se sì, quali? E in che modo ti sono sembrate inefficaci rispetto alla transgenerazionale?

Sicuramente ho percorso altre strade, ma non sono inefficaci, tutte le strade sono utili se ci permettono di stare meglio, ci manca però sempre la comprensioni di alcuni meccanismi per cui ricadiamo in determinati errori o si ripetono delle sventure, benché a noi sembri di aver cambiato qualcosa. Attraverso il transgenerazionale abbiamo anche modo di comprendere gli archetipi familiari in cui siamo e pertanto possiamo migliorare il rapporto che abbiamo con le persone che ci circondano, sia all’interno della famiglia, che nei rapporti di lavoro o con gli amici.

La meditazione ci aiuta a rimandare un problema, ma lo lascia latente dentro di noi senza risolvere il conflitto alla radice. La ripetizione di un mantra può migliorare alcune mappe concettuali, ma a volte non è mirata per la mappa concettuale che stona in noi. La legge di attrazione esiste, ma solo se ho ripulito le mappe concettuali. Ti faccio alcuni esempi, ma ovviamente ne potrei fare molti altri, insomma tutto quello che rappresenta un percorso può aiutarci a stare meglio, però dobbiamo prima ripulirci perché sia veramente efficace.


3)      Illustri con estrema chiarezza le reazioni tipiche di chi è oppresso, scontento e a disagio. Reazioni che si riflettono inevitabilmente sugli altri, soprattutto su chi vive più vicino. Poi con l’esempio base della stessa situazione, dimostri come un comportamento diverso si rifletta non solo sugli altri, ma riesce persino a cambiare, a volte in modo radicale, la situazione stessa. Queste situazioni sono il frutto di esempi reali o le hai elaborate con attenzione al solo scopo di rendere più chiaro l’argomento?


Hai mai notato che nella vita ci sono persone che ascoltano e persone che parlano? Ebbene io sono dalla parte di quelle che ascoltano e soprattutto nell’ultimo anno, dopo che ho fatto i corsi su queste tecniche, le persone sentono la forza e mi si appoggiano sempre di più. Ho raccolto semplicemente cambiamenti frutto del mio percorso e delle persone che hanno fatto il corso con me. Poi ho visto le persone che ascoltavano i miei consigli migliorare la loro vita. Non ho dovuto inventare molto, ho usato pezzi di vita miei e delle persone che mi circondano o che hanno fatto parte per un attimo della mia vita.

4)      Ci sono casi che non hanno risposto adeguatamente alla terapia?


Normalmente chi non è pronto abbandona dopo la prima volta. Sono pochi, risolvono il primo problema, un dolore o uno stato d’animo e poi evitano di andare oltre… ma è giusto così, sono cose che si devono affrontare solo se si è pronti a farlo. Il fattore positivo è che puoi non fare molto ma sicuramente non puoi fare male, pertanto il vantaggio è questo, non si rischia di fare male a nessuno!

    

5)      Quando hai scritto Diario di bordo, che tipo di reazione da parte del lettore hai immaginato?    


Io credo che “Diario di bordo” sia solo un libro di partenza e non di arrivo. Volevo solo che il lettore si fermasse e alzasse la testa, imparasse a lasciarsi stare e a vedere un po’ le cose belle della propria vita. Molti argomenti infatti sono solo sfiorati, come il simbolismo dei sintomi, ma non volevo assolutamente che diventasse un trattato. Volevo solo scuotere emotivamente il lettore e spingerlo a comprendere un po’ di più i meccanismi limitativi della propria vita.


6)      Ho trovato molto interessante, quasi illuminante, la prima parte del libro e il modo in cui tratti l’attacco di panico dai tempi preistorici a quelli odierni. Nella preistoria, il protagonista “ascolta” il suo attacco di panico e addirittura lo usa per salvarsi. Nel tempo attuale invece lo sopprime come può, aiutandosi spesso con psicofarmaci. Pensi che il progresso abbia influito a ingigantire le nostre fobie, i nostri punti deboli?


Credo che l’uso sfrenato della razionalità ci privi della nostra capacità istintuale. Se pensiamo per un attimo che riconosciamo il mondo per simboli che attivano archetipi prima ancora di passare nel nostro cervello razionale, come possiamo pensare di sacrificare tutto ciò in nome della razionalità. L’equilibrio assoluto dovrebbe essere tra istinto, emozioni e razionalità. Infatti è lì che risiede il vero messaggio all’universo che viene realizzato!


7)      Il cambiamento inizia da noi. Lo ripeti nel tuo libro e per molti è una verità sconcertante. Per altri è semplicemente un’assurdità. Si tende a difendere il proprio stato, rifiutando il cambiamento. Pensi che il non voler cambiare sia una forma di insicurezza o di presunzione?


Innanzitutto il nostro cervello, come spiego nel libro, teme il cambiamento perché la novità lo spaventa. Poi purtroppo siamo educati alla causa /effetto Errore/punizione, pertanto diventa difficile accollarci le colpe di qualcosa. Poi subentra l’orgoglio. Ma soprattutto incide moltissimo il fatto che siamo così focalizzati su tutti i torti che subiamo e siamo così pieni di rabbia, che siamo cechi verso ogni altra strada che non sia quella di alimentare rabbia e ripassare mentalmente le recriminazioni.

La difficoltà maggiore è proprio interrompere questo meccanismo, poi il cambiamento è possibile e si alimenta da solo dai risultati che otteniamo e dalla serenità che incontriamo!


8)      Se una persona refrattaria al proprio cambiamento ti chiedesse un buon motivo per acquistare il tuo libro, che cosa risponderesti?


Le persone refrattarie al cambiamento lo sono soprattutto razionalmente ed è per questo motivo che io ho puntato molto sulle situazioni, perché bypasso la razionalità è raggiungo il lettore su un piano simbolico ed emotivo. E’ questo il motivo per cui lo stanno leggendo tutti senza rifiutarlo. Se avessi solo spiegato dei meccanismi e degli atteggiamenti, tutte le persone scettiche lo avrebbero rifiutato a priori. Siccome è impossibile non riconoscersi almeno in qualche situazione e non percepire il cambio di prospettiva a livello inconscio ancor prima che a livello razionale, non c’è persona refrattaria verso la possibilità di stare meglio.

Non resta che augurarti in bocca al lupo per “Diario di bordo” e grazie per la disponibilità.

Grazie a te e buon cambio di prospettiva a chi deciderà di leggere il mio libro!

25 novembre, 2012

DIARIO DI BORDO di Cinzia Viglietti



“L’ostacolo più difficile da sormontare, però, non risiede negli altri, ma in noi stessi.
Il primo cambiamento lo dobbiamo fare noi, non dobbiamo continuare ad aspettare inutilmente che cambino gli altri. Non dobbiamo pensare che avverrà il miracolo: chiudo il libro e la mattina dopo entro nella magia di un mondo nuovo e incantato.
Chiudo il libro e la mattina dopo cerco solo di guardare le cose con un’ottica diversa e, senza aspettarmi che gli altri cambino, cambio io, lavoro su di me, con una sola certezza, che il mio miglioramento porterà una trasformazione positiva anche nelle persone e negli eventi che mi circondano”.


“Diario di bordo” non è un trattato didattico con la pretesa di insegnare, ma, scritto con una semplicità ed una chiarezza disarmante, indica un percorso necessario per la ripresa di un viaggio iniziato con la nascita e che troppe volte rallenta, fino ad arrestarsi, con la crescita.

Al di là di ogni storia narrata e dei diversi interpreti, il protagonista in assoluto è il lettore, abilmente guidato dall’autrice nei meandri intricati di un se stesso che si è arenato nel tempo, al punto di perdersi senza sapere come e quando sia accaduto, con la sensazione di una vita che sfugge di mano.

Questo libro non è una cura, ma una guida che ci permette di individuare la causa scatenante della  nostra deriva, affinché possiamo riprendere a navigare nel mare della vita.

A differenza di molti altri testi similari, non promette felicità e/o radicali cambiamenti di vita, ma conduce chi legge a “riattivare gli strumenti di bordo” per individuare la giusta rotta da seguire, prima per noi stessi e poi per tutti i nostri compagni di viaggio. Perché, come giustamente l’autrice ribadisce, il vero cambiamento inizia da noi e non dagli altri.

Ben attenta a non confondere l’ottimismo con l’illusione, Cinzia Viglietti con il suo “Diario di bordo” invita il lettore a salpare verso il mare aperto ad una velocità di crociera affinché il viaggio della vita possa essere assaporato in modo ottimale, senza più lasciarsi bloccare dalle tempeste che non mancheranno, ma che saprà affrontare con ritrovata grinta.
Estremamente scorrevole ed interessante è una lettura adatta a tutti… poiché, chi più e chi meno, tutti abbiamo  una “nave” alla deriva… o bloccata in un porto… o già abbandonata, in attesa che affondi.

Buona lettura e buon viaggio.

by Lisa
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