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01 febbraio, 2017

L'AMORE E'...


Se si decide di scrivere un editoriale nel mese in cui si festeggia l’amore, non si può farlo che in un modo: raccontando una storia d’amore.

Attenzione: questa non è la solita storia d’amore fatta di scambi di frasi romantiche, cuoricini e cioccolatini, tanto d’obbligo il giorno di San Valentino. 

Questa è una storia fatta di pensieri che diventano gesti di amore. Gesti concreti. Azioni, fatti.  Non semplici parole.

Perché l’amore non si dice. L’amore si fa.

Tutto nasce da un appello sul profilo  Facebook di Giuseppe Piras:  

Voglio organizzare una spedizione con tutte le persone, miei amici su FB per andare dai terremotati che stanno vivendo in cattive condizioni, contattatemi e organizziamoci per andare una carovana di noi in Abruzzo e doniamo loro l'impossibile, hanno bisogno di Noi, tanto lo stato non gli è vicino come dovrebbe, chi vuole venire mi contatti in pvt. Grazie.

E’ il 20 gennaio. In soli 6 giorni dall’appello, le parole, i pensieri, le intenzioni d’amore si trasformano in fatti e pubblica un ringraziamento per tutte le risposte ricevute. Perché se l’amore chiama, l’amore risponde e l’intenzione si trasforma in una “Missione compiuta” grazie alla collaborazione di tantissimi cuori. Quelli veri, non quelli morbidi che si usano come cuscino.
 

Il 26 gennaio a Penne, in Abbruzzo, arriva un’autentica consegna d’amore :  da chi ha collaborato fisicamente, a chi ha messo a disposizione ciò che ha o anche la stessa merce con cui lavora quotidianamente, il risultato è stato sicuramente qualcosa che va oltre il semplice aiuto.
 

Un furgone per il trasporto messo a disposizione gratuitamente da chi li noleggia, soldi per comprare buoni benzina per i generatori, tutto l’occorrente per combattere il freddo, 5000 thermo therapy, cerotti che trasmettono calore, shampoo, phon e detergenti necessari per l’igiene, generi alimentari. Sono solo alcuni esempi di ciò che è stato portato direttamente sul luogo, a disposizione dei terremotati e senza perdere tempo.
 

Perché la burocrazia di tempo ne fa perdere tanto, troppo per chi è rimasto senza niente.
 

Sì, lo so, forse in molti avrebbero preferito la classica storia romantica da leggere, ma io ho preferito raccontare una storia di immenso Amore.

Buon San Valentino a tutti.

By Lisa


Per eventuali verifiche e per saperne di più, basta un clic:
https://www.facebook.com/giuseppe.piras.790?fref=ts

 

02 settembre, 2015

L'Amore vero... per te com'è?

Riguardo l'Amore di coppia sono stati scritti miliardi di miliardi di cose .
Nella maggior parte dei casi si sarà tenuto a sottolineare che ci si stava riferendo all'Amore vero. Magari chi scriveva era mosso da esperienza personale e voleva solo dire la sua.
Ecco proprio quello che mi accingo a fare oggi ...dico la mia pure io perché fondamentalmente ognuno di noi ha il suo punto di vista, modo di vivere e di rapportarsi e quindi uno in più uno in meno non fa differenza,ma sempre meglio l'abbondanza diceva qualche vecchio saggio pensando ai periodi di carestia.
Quanto meno potrà servirà a qualcuno come piccola riflessione, a me come conferma di qualcosa che ancora non avevo messo nero su bianco e a qualcun'altro come spunto per ripassare il suo pensiero perché magari ci si rivedrà in pieno in queste righe.
E chissà che non piovano commenti di com'è per voi l'Amore vero. Mi piacerebbe sì, perchè anche a me piace riflettere leggendo il parere e le esperienze altrui.Non ho nessuna verità in tasca,non ce l'avrò e non la vorrò avere nemmeno a 100 e più anni se dovessi campare tanto.
L'essere che smette di apprendere, riflettere e si sente arrivato è morto appena nato.


Com'è per me l'Amore vero...
L'amore che ci fa pensare di voler passare tutta questa vita con l'altra persona lo definisco vero quando avvolge anima e corpo,quando fa sentire di essere coinvolta con ogni cellula e riesce a far pensare di poter edificare insieme all'altro fondamenta così stabili da reggere a qualsiasi catastrofe.
Lo reputo vero concependolo come capace di curare ogni ferita,di scombussolarmi e farmi ritornare a posto coi miei tempi e cambiando le cose ma senza farmi sentire poi fuori posto nella nuova situazione e condizione.
Lo ritengo finito quando lascia non rimarginabili graffi sul cuore per insofferenza,con cecità o egoismo.
E' vero quando permette il cambiamento di se stessi,quel cambiamento che è inevitabile perché questa  vita su questa Terra ha una regola principale...la regola dell'evoluzione. Se resti fermo sei perso,vieni inghiottito dal tempo che ti passa su sotterrandoti e  lasciandoti essere solo un fossile, un ricordo.
Mi giunge come Amore falso quello che ti fa sentire subito come la stella del firmamento e dopo come il riflesso di un'immagine che non è la tua ma quella dell'altro.
E' vero quando disseta col suo bicchiere prima me e poi se stesso, quando  rassicura di continuo senza sentirne la fatica e fa sentire sempre accolti  anche nei lati peggiori.
E' vero quando  regala un fiore come un diamante solo per gioire del sorriso che si stamperà sul mio viso e nei miei occhi.
L'Amore vero nelle mie idee resiste per due quando l'altro crolla e l'aiuta a rialzarsi facendogli recuperare forze e fiducia in sé e in tutto.
La sua forza non ti fa sentire mai oppressa o costretta, ma spinta di doppia forza perché si unisce sempre alla tua.
Si esprime con tutto se stesso purché tu lo comprenda sempre e pienamente e non nasconde mai dei pezzi di pensiero per paura.
Lui le paure le vuole affrontare e vuole sempre farlo con te.
La grandezza e l'intensità di un tale sentimento si sente nel suo processo di crescita insieme e quando uno dei due cuori dovesse giungere a capire che ha sbagliato tutto,che qualcosa si è rotto e non riesce a darsi più totalmente, l'altro sa bene che non  può permettersi di provare a lottare ancora perché non c'è più una meta unica per due.
E se ha Amato veramente ti accompagna dove vuoi... in quel punto dove insieme pronuncerete la parola Addio per rispetto a tutto quello che di bello avete vissuto insieme e che di brutto avete superato insieme.

Buon Amore vero ...
                                                                         Stefania Vitaliano.

26 gennaio, 2015

"Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei"


Ci avete mai fatto caso? Una parte dei nostri rapporti è, in un certo senso imposta, quali parenti stretti e colleghi di lavoro, ma un’altra parte la scegliamo noi. E questa parte riguarda la schiera delle amicizie e degli affetti.

E sì, perché gli amici e il partner sono proprio scelte nostre, personali e che dicono tanto di noi. Anzi, forse sono gli unici campi in cui, facendo una scelta, esprimiamo molto di noi stessi.

Facile o forse semplicistico pensare “questo mi capita e questo prendo”, ma in realtà è una scusa che troviamo. Ed è forse proprio questa scusa che mi capita di sentire spesso che mi ha portato a questa riflessione oggi. Non che io ne sia sempre stata immune, eh. Anche io ho fatto i miei errori e incolpato un dispettoso destino con questa scusa. Solo che poi ho capito l’importanza della scelta e riconosciuto i miei errori, i miei abbagli. Che poi a questo serve sbagliare: ad imparare.

Diciamocela in modo chiaro: se siamo persone fatte in un certo modo, cercheremo persone a noi simili. Non si dice anche chi si somiglia si piglia? Appunto.

Chiaramente non mi riferisco alle persone che si incontrano nella vita. Lì veramente siamo allo sbaraglio e c’è di tutto. Ma è quello che noi “tratteniamo” proprio per scelta che fa la differenza.

Se siamo ad esempio persone che amano la correttezza, potremo sì incontrare sul nostro cammino persone scorrette, anzi direi che è inevitabile, ma difficilmente ci instaureremo legami. Anzi, tenderemo a tenerle una certa distanza di sicurezza, soprattutto dopo averle riconosciute. Perché basta un po’ di tempo e si riconoscono. Ah se si riconoscono!

Oppure, se ci consideriamo pacifici, difficilmente ci legheremo a persone distruttive. E purtroppo, anche con i migliori intenti, quando si pensa di poter cambiare in meglio quella persona, si sta già commettendo un passo falso, perché noi non siamo superiori o migliori e non possiamo avere la pretesa di cambiare gli altri a nostro piacimento. Quel che dobbiamo ricordare è che siamo semplicemente diversi. Forse.

Se siamo persone oneste, difficilmente riusciremo a costruire rapporti seri con persone disoneste, quindi estremamente diverse. Se anche dovesse capitare, perché non ce ne siamo resi conto per tempo, verrà sempre un momento in cui la realtà ci investirà e lì, con la scelta seguente, classificheremo noi stessi.

Io vivo da sempre in un quartiere difficile. Lasciarmi trascinare sarebbe stato fin troppo facile, come è capitato a molti. Ma a me e ad un discreto numero di persone non è capitato. Il motivo? Perché abbiamo compreso la differenza tra il vivere in un luogo e intrattenere rapporti di civile cortesia e il frequentare assiduamente le persone che vi abitano. Abbiamo fatto una scelta. Così come ha scelto, liberamente, chi ha frequentato l’altra tipologia.

Cosa può legare una persona disinteressata con un’opportunista? Nulla. Se il legame avviene, forse un pizzico di opportunismo in noi è presente e ci porta a scegliere una persona così.  Perché a volte la differenza vera è la misura che è presente in ognuno di noi.

Ma se, giusto per citare uno solo degli esempi appena scritti, ci definiamo pacifici e poi scegliamo di frequentare persone distruttive, inutile raccontarci favolette di eventi sfortunati o altro: c’è qualcosa in noi che tanto pacifico non è.

Se io sento, avverto nel profondo, di essere diverso come tipologia, sarà questo mio modo di essere a guidarmi nelle scelte e a fare una selezione, in primis, istintiva. Non vi è forse mai capitato di frequentare qualcuno che credevate in un modo e poi, nella cerchia stessa dei suoi conoscenti, vi siete sentiti a disagio? Desiderosi di fermare quella relazione? A me è capitato. E capita ancora.

Certo, non sempre è facile fare una valutazione agli inizi di un rapporto. Anzi, spesso ci lasciamo prendere da uno spirito nobile che ci spinge a non giudicare una persona. Ma non confondiamo il giudizio con una sana valutazione.  Ce lo ricordiamo quando i nostri genitori volevano conoscere chi frequentavamo? Quanto ci siamo arrabbiati quando non hanno ritenuto adatti questi amici! Quanto ci sono sembrati ingiusti! E oggi? Oggi che dobbiamo assumere quelle stesse posizioni? Li comprendiamo meglio? Perché, se non è un discorso estremo (tipo il razzismo), è solo un insegnamento che ci hanno dato. Un insegnamento che possiamo usare ancora oggi. Quando conosciamo qualcuno, soffermiamoci un attimo ad osservare le persone di cui ama circondarsi. Quelle persone ci “diranno” tanto di chi stiamo conoscendo. Forse non tutto, ma tanto. Il resto, poi, sta a noi decidere di scoprirlo oppure no.

Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei…

by Lisa

20 ottobre, 2013

FERMATE GLI SPOSI - SOPHIE KINSELLA


Lottie ha trentatre anni, da tre sta con Richard, tutto sembra perfetto ed è convinta lui stia per chiederle di sposarlo ma, la verità è che lui vuole chiederle solo come usare le sue miglia aeree! L'umiliazione e la delusione per ciò che pensava e non è stato, le fanno dire in giro che lui glielo ha chiesto e lei ha rifiutato sebbene l'unica a comprare un anello fosse stata lei!
Lottie ha l'insana idea di raggiungere Richard a San Francisco per chiedergli di sposarla, sua sorella Fliss cerca di dissuaderla e, seppur preoccupata, parte con il figlioletto Noah per due settimane in Costa Azzurra.
Al ritorno di Fliss, a quanto pare Lottie sta per sposarsi, pensa che Richard sia rinsavito ma di fatto ora lo sposo si chiama Ben!
Fliss cerca di dissuadere nuovamente Lottie, cercando di farla passare per una sua idea e intanto conosce Lorcan il testimone di Ben, d'accordo con lei sull'assurdità di un matrimonio così tempestivo.
Ben e Lottie riescono ad arrivare nell'isola greca di Ikonos per la loro luna di miele ma Fliss è intenzionata a sabotare la loro unione.
Come andrà a finire? Lascio a voi scoprirlo.
Con Noah che racconta storie incredibili e gli espedienti escogitati da Fliss devo dire che spesso ho riso di gusto ed era molto che non mi succedeva!

Scene al limite della follia, ingredienti tipici dei successi della Kinsella che non si smentisce con questo ultimo romanzo tirando fuori, uno dopo l'altro, elementi di rottura che destabilizzano il lettore. Diciamo che non è affatto scontato e i colpi di scena sono diversi, una lettura davvero interessante e piacevole.


18 settembre, 2013

NIENTE E' PIU' VERO DI UNA BUGIA - LUCY ROBINSON

Charlotte è una stacanovista, non esiste niente altro oltre al suo lavoro come addetta alle pubbliche relazioni per una grande casa farmaceutica anche perchè da quando l'ha conosciuto, stravede per il suo capo, John.
Durante la festa di fidanzamento del suo amico e coinquilino Sam, Charley, correndo giù da una collina cade e si risveglia in ospedale mezza ingessata scoprendo dal suo ex, un medico ormai aiuto primario, di essersi fratturata tibia e bacino e di dover quindi restare a riposo per mesi.
A questo si aggiunge la notizia che John sta andando in California a sposare la donna neodivorziata con cui aveva una storia da tempo e così Charley cade nello sconforto più totale fino a ricevere una strigliata via telefono e in piena notte da sua nonna Helen.
Deciderà di occupare quindi il suo tempo come cupido virtuale organizzando appuntamenti tra sconosciuti e flirtando via e-mail al posto loro per rendere gli incontri più accattivanti mettendo su una vera e propria società di successo a quanto pare.

Ma cosa succede se la ghost-writer si interessa ad uno dei suoi clienti? Quanto potrà reggere il confine tra lavoro-finzione e sentimento-realtà?
E se il capo tanto agoniato sembra finalmente interessarsi a lei?
Forse l'amore era sotto il suo naso da tempo ma non era facile da cogliere.

Il romanzo è tutto un susseguirsi di colpi di scena, tra insoliti, piacevoli e spiacevoli da scoprire per cui non voglio dirvi altro della trama.

Una lettura piacevole e divertente che non manca di far riflettere, una commedia romantica in piena regola.


14 settembre, 2013

FINCHE' NON SEI ARRIVATO TU... - KRISTAN HIGGINS

A chi non capita di ripensare al proprio primo amore, magari non corrisposto e spera di non sembrare sfigato/a a suo confronto a distanza di tempo? Questo è quello che Posey spera ma, quando rivede Liam dopo quindici anni non può che ammirarlo e ricordare quanto l'aveva desiderato da ragazzina. Lui sembra il solito bello impossibile seppur ormai maturato, vedovo e con una figlia adolescente diventa subito preda delle donne, libere e non, che lo avevano conosciuto da ragazzo.

Posey ha una specie di storia con Dante Bellini, un ristoratore avversario visto che i suoi genitori gestiscono un ristorante tedesco ma, questa finirà ancora prima di iniziare e si rivelerà per la banale avventura che è stata.

Iniziano gli incontri scontri tra Liam e Posey, lui deciso a rimanere single, ossessionato da varie manie e vittima degli attacchi di panico e lei perennemente affamata di cibo ma ormai anche d'amore.

In tutto questo si inserisce Gretchen, la cugina apparentemente perfetta di Posey che sua madre cerca di accoppiare con Liam ma che inizierà una storia con Dante scatenando non pochi problemi tra le due cugine che, dalla nascita, sono state sempre in competizione sebbene non a causa loro.

Dopo una sbronza, una costola incrinata e dei sedativi inizianno a smuoversi le acque tra Liam e Posey e da un bacio confuso arriveranno ad esplorarsi per bene capendo giorno dopo giorno di amarsi sebbene finchè la cosa non diventa pubblica non si può dire di avere una storia, no?

Peccato che quando Liam provi ad aprirsi un pò i suoceri si mettano di mezzo minacciando di togliergli la custodia della figlia Nicole. Come andrà a finire? Lascio a voi scoprirlo.

Avevo letto un altro romanzo di questa autrice e mi aspettavo qualcosa di leggero e carino ma, è stato più di quanto sperassi, una storia che mi ha lasciata davvero col sorriso sulle labbra ed ho gustato come un film, la consiglio vivamente alle romantiche come me.


11 settembre, 2013

TRA LA NOTTE E IL CUORE - JULIE KIBLER

Miss Isabelle ha circa novanta anni ed odia i cambiamenti per cui non prende di buon grado il fatto che sia una ragazza nuova a farle i capelli e, il fatto che lei sia nera, non ha nessuna importanza visto che di lì a breve Dorrie diventerà per lei come una figlia. E’ a Dorrie che Miss Isabelle si rivolge, infatti, per andare a migliaia di km di distanza per un funerale sebbene non le sveli di chi.

Inizia il viaggio fisico delle due donne e veniamo catapultati nel passato a quando Isabelle è solo una ragazzina, seria e stufa delle solite feste a cui la mandano i suoi genitori. Racconta di una serata in cui la curiosità poteva costarle cara e dell’inizio dell’innamoramento per il figlio della cameriera, Robert.

Le vicende tra passato e presente scorrono per entrambe alternandosi anche nel tempo sebbene nel passato ci sia solo la giovane Isabelle mentre nel presente ricorrono i ricordi di Dorrie.
Nel 1939 Isabelle è perdutamente innamorata di Robert ma, la loro storia sembra proprio impossibile in un’epoca in cui i matrimoni misti erano contro la legge in alcuni stati americani e addirittura, sulla sua città, vigeva il coprifuoco per le persone di colore. Eppure i due giovani innamorati riesco a sposarsi in Ohio, ma l’unico matrimonio noto di Isabelle è con un uomo bianco, cosa mai sarà successo?
Dall’altro lato Dorrie, delusa dall’ex marito, non sa se fidarsi di Teague, un divorziato con tre figli piccoli che frequenta da un po’ e sembra troppo bravo e corretto per essere vero. Suo figlio maggiore è in un bel guaio e così fuori casa si sente impotente ma, grazie a Miss Isabelle capirà quali sono le cose davvero importanti e come relazionarsi con entrambi.

Ma al funerale di chi, stanno andando le due donne? Scopritelo leggendo il romanzo perché solo alla fine ci viene rivelato e riaffiorano tasselli del passato rimasti sepolti tra la polvere degli anni passati.

Un romanzo che parla d’amore ma anche di amicizia senza tralasciare il tema dell’integrazione razziale che ahinoi tutt’oggi crea problemi, più o meno seri, in tutto il Mondo.

Alla fine del romanzo c’è una breve intervista all’autrice che ho trovato molto interessante, in pratica è una blogger anche lei, come me ha fatto amicizie in questo modo e ci rivela di star preparando un nuovo romanzo sempre fatto di sentimenti forti… beh, non vedo l’ora di leggerlo!


19 febbraio, 2013

COME IL VENTO TRA I CAPELLI di Lorenza Bernardi

Mathieu, un ex fantino ormai in pensione, si trova a Parigi nel 1999 per un'asta, oggetto del suo interesse è una vecchia bici sgangherata che, inspiegabilmente, non riesce ad aggiudicarsi a vantaggio di un misterioso avventore.
Un passo indietro, ora siamo nel 1938, Mathieu ha solo 14 anni ed è ancora minuto per cui facile bersaglio per i soliti bulli della scuola. Mathieu vive fuori città, nella depandance della villa della Contessa Yvonne presso la quale i suoi genitori lavorano rispettivamente come stalliere e governante. E' l'inizio dell'estate, nell'aria ci sono gli effluvi della prossima guerra, gli animi sono un pò tesi e nella vita di Mathieu arriva Alix, la nipote della contessa e sua coetanea. All'inizio Alix sembra timida e chiusa, un pò spenta ma la vicinanza con Mathieu e il suo fratellino Aurelien la cambiano al punto da non voler più tornare alla sua vita di prima a Parigi, col suo rigido padre e perennemente in collegio.
E' l'inizio di una bella amicizia tra i due che per forza di cose continuerà a livello epistolare per circa due anni e cioè fino a quando la guerra arriverà in Francia e le comunicazioni saranno estremamente difficili nel Paese.
Nell'estate del 1940 Alix torna alla villa della zia Yvonne, riprende con ella a trafficare con spezie e fiori per creare fragranze magiche che sono la vita e la passione della zia e, grazie alla sua complicità, torna a legare con Mathieu dopo un inizio burrascoso. L'adolescenza lì ha cambiati entrambi, sono cresciuti, più maturi ed attraenti per cui, inesorabilmente, sboccia l'amore tra i due, tenero e puro ma allo stesso tempo intenso e duraturo.
Torniamo al presente, chi ha acquistato la bicicletta a cui Mathieu teneva tanto?
Dopo circa settanta anni, sarà proprio quell'ammasso arrugginito a riportare Alix e Mathieu finalmente insieme ma, non voglio spiegarvi ciò che tale oggetto rappresenta per entrambi.
Una bellissima storia d'amicizia e amore, adatta a grandi e piccini. Un'autrice italianissima che ha saputo rendere bene la Provenza degli anni Trenta con i suoi colori e soprattutto profumi. Sembra quasi di vedere e sentire ciò che è attorno ai protagonisti.
I capitoli si alternano tra passato e presente, inframmezzati dallo scambio epistolare tra i due giovani. Nel passato scorrono i mesi, i giorni e gli anni mentre il presente è tutto nella giornata di Mathieu, dall'asta al mattino, al ritrovamento della sua amata a sera.
Si legge tutto d'un fiato, la storia è piacevole, ricca di sentimento e verso la fine anche di pathos quando si teme per il peggio nelle situazioni sia passate che presenti.
Per fortuna, dopo anni di ricerche e sofferenze, la linea dell'amore bruscamente interrotta per Alix e Mathieu, riprende il suo corso e, guarda caso, entrambe coincidono come aveva predetto, tanti anni prima, una veggente che lesse loro la mano.


15 febbraio, 2013

UN PIZZICO DI… RELIGIONE che fa tanto bene al cuore


Lo confesso: sono una pessima cattolica. Ho un grande rispetto per la religione a cui sono stata educata e per tutte le altre religioni del mondo, ma non ne sono certo una valida praticante, anzi!

In periodi in cui spesso la nostra Chiesa è nell’occhio del ciclone, è più che naturale farsi tante domande. E magari cercare delle risposte. Risposte che spesso sono sotto ai nostri occhi.

Anche in questi giorni la Chiesa e il Vaticano sono al centro dell’attenzione mediatica, per le sorprendenti dimissioni del Papa.

Quando accade qualcosa di negativo, tendiamo a dimenticare tutto il buono che in una persona o istituzione possa esserci. E anche questo non è giusto. Perché bene  e male sono due piatti della stessa bilancia e nessuno dei due deve essere svuotato per essere nascosto o dimenticato, a parer mio. Per questo oggi vorrei parlare di una valida rappresentante della Chiesa:  Suor Paola, già “missionaria da anni” nel quartiere difficile in cui vivo.

Da Marzo 2012, Suor Paola è a MWESO, regione NORD KIVU a est della Repubblica Democratica del Congo, ai confini con Uganda, Ruanda e Burundi. La “base” ufficiale è a Mweso, ma da lì si spostano per prestare la loro opera di supporto nei vari campi  circostanti,  attualmente 8 con più di 20.000 persone.


Quando arrivano i ribelli e l’esercito, tutti loro, migliaia di persone, sono costretti a scappare e a cercare rifugio altrove, in attesa di poter tornare ai loro campi.

Se un minimo collegamento internet c’è, pubblica foto Suor Paola, dei posti e della gente del luogo. Sono foto che raccontano terre dal fascino suggestivo, campi fatti di capanne, persone povere, sempre a  lavoro o che cercano di imparare in una scuola improvvisata, abitanti in fuga, trincee dell’esercito,  fori di proiettili.

Ma  non sono foto che parlano solo di miseria. Ritraggono grandi  occhi in visi scarni e sorridenti. Bambini che niente hanno e si divertono con nulla. E le donne indossano vestiti colorati, portano pesi (reali e morali) sulle spalle con una dignità che mi lascia senza parole. E anche loro sorridono.


Suor Paola fa parte di quella Chiesa che a volte lascia perplessi. Ma non dimentichiamo che tantissimi sacerdoti e suore come lei, ne tengono alto il nome e l’operato nel mondo intero, ma soprattutto nei posti più difficili, dove il solo scopo è sopravvivere per riuscire a vedere un nuovo giorno. E se nel frattempo possono aiutare questi villaggi anche solo a sperare in un futuro migliore, loro sono sempre pronti: a combattere contro le molteplici difficoltà (malaria compresa), scappare e tornare.

Riporto di seguito le  parole di suor Paola del 25 dicembre 2012:

Le "case" dei profughi (hutte) sono in fango e paglia, molto più simili alla capanna dove é nato Gesù, piuttosto che le nostre case piene di luci, addobbi, tanto cibo e regali sotto l'albero.
Si, non ho bisogno di fare presepi perché ogni capanna è come se fosse la capanna di Gesù.
Questa la mia gioia in questo Natale, la sensazione di vivere a Betlemme.


Un grazie di cuore a Suor Paola e a chi come lei offre il proprio operato a chi ha grande bisogno di aiuto.  Questa è la religione che sento riempirmi il cuore e rinfrancarmi l’anima.
by Lisa

* Le foto pubblicate sono gentile concessione di Suor Paola.

10 febbraio, 2013

Qualcosa è cambiato

Eccolo qui, finalmente!
Il mio secondo libro.
edizioni: Yuocanprint
pagine: 212
ISBN: 9788867517466
prezzo: 12€ 
ebook: 5,99€

Descrizione:
Sara, fresca diciottenne in perenne conflitto con il suo corpo ha mille sogni nel cassetto. Testarda, ironica, anticonvenzionale, bella, ama la vita e stare con i suoi amici. Durante la magica estate dei suoi tanto attesi diciotto anni, tra giornate al mare, serate movimentate, litigi, risate e baci appassionati, Sara, pian piano, sarà costretta a rivelare quello che, abilmente, ha sempre nascosto sotto la sua corazza… dovrà accettare un cambiamento imprevisto e diventare grande…


Sette amici, l’estate memorabile del 1995. 
Una storia di amicizia e amore.
Chiudete gli occhi, svuotate la mente e tornate adolescenti.
Al vostro primo bacio, ai primi amori, alle giornate indimenticabili trascorse con gli amici più cari. A quei momenti magici che solo da ragazzi si possono vivere.

***

Che altro aggiungere?
Anche la copertina è opera mia. Il mio file di word, segna che ho lavorato su questo romanzo, ben 46.227 minuti. Tanti, troppi e non vedevo l'ora di mettere la parola fine a questa storia. Spero solo non sia stato tutto tempo perso.

Il libro è acquistabile qui:
Bol

08 febbraio, 2013

recensione PROPOSITI MATRIMONIALI - KAVITA DASWANI



Anju ha trentatre anni, è single e vive a New York occupandosi di pubblicità per la moda e di organizzare eventi. A questo punto della sua vita è abbastanza soddisfatta di se e del suo lavoro ma ancora le manca qualcosa, quel marito che i suoi genitori attendono da quindici anni ormai e che la fa sentire di continuo "sbagliata" nel suo ambiente natio.
E' tornata nella brulicante Bombay per il matrimonio di sua cugina Nina e nell'occasione cercano di presentarle qualcuno, peccato che l'unico pretendente viva in Africa, non abbia nessuno stile e cerchi solo una governante piuttosto che una compagna di vita.
Tornata nella grande mela ripercorrerà la sua storia fatta di proiezioni astrali, ricevimenti e matrimoni in cui conoscere il "tipo giusto", tentativi di cambiare rotta lavorando e perfezionando gli studi, arrivando anche ad una certa indipendenza in America.
Speranze e delusioni di una ragazza che in fondo cerca l'amore e della sua famiglia che spasima nel vederla senza la figura protettiva di un marito.
Riuscirà Anju a trovare un bravo ragazzo indiano che la sposi? Sarà amore o solo l'ennesimo matrimonio combinato dove l'amore dovrebbe prima o poi sopraggiungere?
Nonostante la cultura differente mi sono immedesimata spesso in Anju visto che ci accomuna la singletudine e la moltitudine di amici e parenti che si interessa di questo e vorrebbe vederci "sistemate".
Un libro davvero divertente nonostante l'amarezza di fondo, le riflessioni sulla condizione di alcune donne che se non sposate vengono considerate, tuttora, sfortunate o peggio ancora fallite. In paesi dove la donna conta poco o nulla e risulta essere un'appendice del marito, solo da sposata può essere degna della società nonostante magari abbia studiato o sia benestante, continua la tradizione dei matrimoni combinati e per loro non è ammessa una strada diversa.
Mi ha ricordato spesso alcune commedie di Bollywood giunte fino a noi e non mi stupisce che sia diventato un best seller.
Ben scritto e scorrevole, una lettura piacevole e anche istruttiva in un certo senso.


06 febbraio, 2013

UN PERFETTO SCONOSCIUTO di Lesley Lokko





Trama:
Sam è davvero una donna speciale. Bella e con una carriera di avvocato all'apice del successo, si è lasciata alle spalle le difficoltà dell'adolescenza trasformandosi da brutto anatroccolo in cigno. Nonostante il denaro e il potere dati dalla sua posizione, è solitaria e sposata al suo lavoro, fino a quando a Marrakech, durante una breve vacanza strappata con fatica ai suoi molteplici impegni, incontra Nick. Tra i due scoppia una passione travolgente, al punto che Sam quasi non si riconosce più e cede alle avance di quello sconosciuto e affascinante militare di carriera, decidendo di andare a vivere con lui in una base britannica in Germania. Ben presto, però, si rende conto di non conoscere affatto l'uomo che ha seguito impulsivamente, stravolgendo per sempre la sua vita. Chi è davvero Nick? Il destino di Sam si intreccia fatalmente con quello di altre tre donne. Meaghan, sfuggita a un padre ignorante e violento, ha sposato un giovane ufficiale ed è disposta a vivere in un ambiente rigido e classista pur di poter restare accanto all'uomo che ama. Abby, moglie e madre perfetta, pronta a tutto per compiacere il marito, un alto esponente dell'esercito, rinuncia perfino a essere se stessa, finché la sua esistenza non viene minacciata da un terribile segreto. E infine Dani, una ragazzina in cerca di tenerezza e di protezione che in un bar di Freetown, in Sierra Leone, si imbatte nella persona sbagliata che le insegnerà tutto quanto può esserci di negativo e brutale nell'amore.

Sam, Maeghan, Abby e Dani.
Il mondo quotidiano di quattro donne per descrivere l'universo femminile e anche quello maschile.
Quattro vite destinate a incrociarsi o anche solo a sfiorarsi per poter sbrogliare la difficile matassa dei sentimenti che si annidano nell'animo umano, dove la forza è fragilità e la fragilità è forza, in un continuo altalenarsi.
Con la sua narrazione diretta e senza troppi fronzoli, l'autrice dà il via a scene di vita comune in un ambiente militare, dove i soldati sono affiancati da donne il cui coragigo e spirito di sacrificio non indossa divisa e dove la violenza è d'impatto nonostante la scioltezza voluta nel descriverle, per renderle meno cruente.
E non importa quanto si è determinate, coraggiose o intelligenti: tutte abbiamo bisogno di credere almeno una volta nella favola, socchiudere gli occhi, fin quasi a non vedere, per scelta e non per destino.
Ma determinazione, coraggio e intelligenza servono poi a prendere coscienza e a decidere di riaprire gli occhi, costi quel che costi, perché le favole non esistono e solo noi possiamo scriverne una di cui siamo protagoniste. E il lieto fine assume un nuovo aspetto: "Stai bene?" - "Adesso no. Ma mi riprenderò."
Una domanda ed una risposta che il lieto fine lo racchiudono davvero, al di là di ogni favola, dove la morale è il ricordarci che non possiamo mai veramente ritenere di conoscere qualcuno.
Buona lettura.

22 dicembre, 2012

IL CLUB DI MERYL STREEP - MIA MARCH



Una storia di amori, dolori e crescita personale. Protagoniste sono Lolly, Isabel, June e Kat rispettivamente madre-zia, nipoti e figlia, quattro donne il cui destino è stato segnato da un terribile incidente quindici anni prima in cui sono morti il marito di Lolly ed entrambi i genitori di Isabel e June. Le quattro si ritrovano forzatamente a convivere alla locanda di Lolly e così le ragazze crescono e tutte si allontanano via via fino al momento in cui Lolly convoca nipoti e figlia per un annuncio.
Isabel scopre che suo marito al tradisce e la vita che ha costruito attorno a lui non le sembra avere più senso, riuscirà a recuperarne uno e soprattutto a fare emergere la vera se stessa?
June è una ragazza madre apparentemente soddisfatta della propria priva ma che, subendo un trasferimento lavorativo ed abitatativo e rientrando nella sua vecchia città, ritorna la ragazza insicura che era all'epoca della gravidanza, riuscirà a scollarsi di dosso il passato e volgere finalmente al futuro?
Kat è fidanzata con Oliver, il suo migliore amico sin dall'infanzia ma non è certa che stare con lui sia la cosa giusta e ciò che davvero vuole, la sua vita è su binari già tracciati o non è così che deve andare?
I capitoli sono alternati ed intitolati alle tre giovani donne che ritrovano affetto, stima e sviluppano una vera sorellanza condividendo le loro vicissitudini e aiutandosi a vicenda.
Si ha voglia che la storia proceda per sapere cosa succede alle varie protagoniste ma anche che non finisca perchè ci si affeziona molto a loro e a tutta la loro storia.
Come l'autrice ammette nei ringraziamenti, il libro è anche un omaggio alla famosa attrice Meryl Streep il cui personaggio caratterizza le serate cinema del quartetto delle protagoniste e di alcuni avventori della locanda costituendo il suo fan club.
Il finale lascia un pò in sospeso ma le premesse per le protagoniste sono buone, di sicuro tutte arrivano alla serenità, in un modo o l'altro.
Ben scritto ed abbastanza originale perchè, per certi versi, le cose non vanno come ci si aspetta e viceversa, di sicuro interessante.


14 dicembre, 2012

recensione PERCHE' NON LEI? - MARISA GIAROLI

Andrea è una pittrice e durante una sua mostra si imbatte in Nicoletta, insegnante di lettere che convive con Giovanni sebbene abbiano un rapporto a distanza ormai da tempo.
 Nicoletta è attratta in particolare da un quadro della mostra, chiede di comprarlo ma le viene detto che non è in vendita, ne compra quindi un altro e a sorpresa è la stessa Andrea a consegnarglielo assieme all'altro desiderato e che le regala.
 Andrea è omosessuale e sente da subito una certa alchimia con Nicoletta mentre lei l'ha avvertita con i  suoi quadri. Per caso, le due iniziano a frequentarsi come amiche andando dapprima a teatro assieme e finendo, poi, con il collaborare nella scuola dove insegna Nicoletta.
 Delusione e curiosità spingeranno Nicoletta verso Andrea facendole scoprire il piacere ma anche la tenerezza di un amore saffico , elementi che nel suo vecchio rapporto mancavano da troppo tempo.
 Una storia simile è difficile, non solo per la distanza ma anche per i condizionamenti della società, in particolare per Nicoletta che ancora non ha chiara la sua identità sessuale.
 Un lungo percorso sia fisico che psicologico la condurrà sulla sua strada, ma quale sarà?
 Secondo libro dell'autrice che leggo, dopo "Se solo fossi tu" in cui veniva narrato l'amore maturo, eccoci nella narrazione di un amore saffico, l'autrice sta interpretando, quindi, varie sfaccettature del nobile sentimento a mio parere. Affronta amori a volte "scomodi", facendo riflettere sia sui sentimenti che sulla società odierna, una lettura sempre piacevole devo dire e di sicuro coinvolgente.
 La lettura scorre fluida ed è permeata da un certo pathos che fa sperare in una agoniata soluzione che sia più rosea possibile ma che, di sicuro, non è semplice per nessuno.



04 ottobre, 2012

recensione IL CANTO DELLE PAROLE PERDUTE - ANDRES PASCUAL

Una storia che attraversa settant'anni tra Giappone e Europa. In parallelo, alternando i capitoli, vengono narrate le storie di Junko e Kazuo durante la seconda guerra mondiale e di Emilian e Mei ai tempi nostri .
Junko e Kazuo sono due tredicenni compagni di scuola che amano incontrarsi su una collina fuori città per parlare e osservare un campo di prigionia per stranieri, lui è biondo perchè di origine olandese mentre lei è una bellissima giapponese. Junko instaura un gioco dando a Kazuo dei piccoli haiku, poesie brevi ed intense e a conclusione del gioco intende baciarlo, ma questo non avverrà perchè vivono a Nagasaki e lì verrà sganciata la seconda bomba atomica.
Di contro Emilian è un architetto che si occupa di ambiente e sostiene il nucleare, in crisi per un progetto si imbatte per caso in Mei, giovane gallerista giapponese che gli chiede aiuto per cercare una persona in Europa.
Non voglio svelarvi altro della trama perchè è tutta da scoprire, pagina dopo pagina.
Il romanzo fa molto pensare alla questione del nucleare, a come è stato male impiegato durante la seconda guerra mondiale, a come è stato usato per produrre energia, ai tristemente noti disastri avvenuti, come Cernobyl e di recente Fukushima. In un mondo che continua a richiedere più energie di quante produce, dove il petrolio è in esaurimento e si cercano strade alternative ci si interroga se sia giusto o meno investire sul nucleare con i rischi che comporta analizzando le cose sotto diverse prospettive ovvero chi ne ha vissuto gli effetti nefasti e chi vi ha investito carriera e beni.
E', però prima di tutto una storia d'amore, sia passionale che platonico, sia maturo che giovanile, è l'amore, infatti, a guidare le scelte dei vari protagonisti e a dar loro la speranza quando tutto è o sembra perduto.
L'ho trovato malinconico, delicato, riflessivo, a mio parere riesce a catturare il lettore intimamente ed a trascinarlo nel Giappone di oggi ma soprattutto di ieri, a fargli vivere le storie dei protagonisti e a tenerlo col fiato sospeso fino alla fine in un climax crescente di emozioni.
Lettura molto scorrevole per quanto gli argomenti trattati risultino spesso delicati e intimisti e linguaggio semplice e diretto nonostante qualche nozione di natura tecnica.

29 febbraio, 2012

E se la risposta fosse...

Bentrovati a tutti,
con l'inizio di marzo , siamo al terzo editoriale di questo nostro blog. Stavolta tocca a me, Stefylu. 
Da buona esistenzialista capirete che è della serie: "che ci faccio qui? " e come sottotitolo metterei "Scegliere, equilibrio, energia... per trovare forse il senso della vita".

E' inevitabile... almeno una volta nella vita ci si chiede "ma qual'è lo scopo che deve avere la mia vita? Qual'è il senso che ha la vita per noi e quella di tutti sulla Terra?"
E ahinoi, le risposte arrivano solo alla fine di un percorso in cui è come un barcamenarsi fra l'impossibile: dopo un po' tutto ti lascia pensare che sei sulla strada giusta, ma tanto altro ha dell'assurdo o del contraddittorio.
Allora si può :
- non porsi il problema scegliendo di rimanere ingenuo,
- schierarsi sul lato in cui si trovano risposte nella spiritualità
- schierarsi  sull'altro lato, ovvero quello in  cui si ottengono logiche basate solo sulla razionalità.
- quando si capisce bene che non saranno mai risposte da "LA certezza", quella completa o assoluta, l'ulteriore opzione sarà cercarsi una soluzione propria, darsi delle spiegazioni alla vita che siano ragionevoli, senza però escludere l'intuizione e le esperienze dell'anima.

Personalmente queste domande ho iniziato a pormele solo pochi anni fa. Un momento che, appunto, arriva per tutti e credo giunga quando certe cose si permeano inaspettatamente di una certa consistenza. Quando tutto va perdendo la superficialità con cui inevitabilmente è velato dalla spensieratezza dei vent'anni, quando si iniziano ad affrontare difficoltà vere in prima persona, o a vivere situazioni estreme, profonde, ecco che tutto assume un altro peso, un' altra visuale e prospettiva.
C'è chi ti dice che devi smetterla di farti giri e rigiri mentali inutili perchè son domande senza risposta, che devi solo pensare che la vita è bella, breve ed una sola e quindi approfittarne al meglio!
Ma c'è anche chi invece comprende  che hai iniziato la sua stessa ricerca difficile. Magari è un passetto più avanti di te e capisce  che non la smetterai finchè non ti sarai data qualcosa di simile ad una risposta, quindi ti aiuta per quanto gli è possibile.

Il processo vero inizia sempre da un punto singolare, come singolari e unici si è ciascuno di noi.
Per chi comincia quando si perde una persona che era il proprio punto di riferimento. Per chi quando viene a mancare qualcosa che fino ad allora ci aveva fatto sentire a posto col mondo e noi stessi. Per chi di punto in bianco perchè sente che deve ricominciare a darsi qualcosa di diverso, invece che finte e non durature soddisfazioni.

A un certo punto ad alcuni capita che si inizia a guardare negli occhi della gente, a riascoltare il fruscio dell'erba e tutto il silenzio assordante della natura, a farsi penetrare le narici dal profumo dei fiori. Si prova a parlare con lo sconosciuto che trovi al parco seduto a godersi il sole e il vocio dei bimbi festosi. Si riprende a ricordare cose su cui da tempo non si tornava con la mente. Si rientra a casa col bisogno di cose fatte con le proprie mani.
E che siano cose con cui cibarsi o per gli altri, da donare per dimostrare il tuo affetto, la tua dedizione o anche  i tuoi magoni inespressi... sai solo che vuoi fare le cose con le tue mani, che vuoi decimare le frustazioni. 
Sai solo che vuoi essere nella Vita e non essere della Vita.

Forse vivere giorno per giorno, come se domani fosse l'ultimo, può dare un senso? Forse questo è il segreto, questa l'impresa in cui riuscire per trovare un senso alla vita?
Non lo so, ci ho provato e... sì, arrivi a fine giornata che hai provato contentezza per quel che ti è successo oggi, per aver saputo percepire solo le sensazioni belle del momento, minuto per minuto, ora per ora.
Ma l'uomo è sempre stato rivolto col pensiero più alla morte che alla vita e dopo quella contentezza, rialzarsi  l'indomani mattina e ritrovarsi lì davanti la rogna avuta settimane prima che tu decidessi di dimenticarla... sapendo che la vita è una sola e che quello che devi risolvere ha un tempo determinato e non infinito... no, nemmeno così può andare.
Capisci che vivere ogni giorno come fosse l'ultimo non è cosa per te! Forse funzionerebbe se si crescesse fin da piccini in quest'ottica?

In questa complicata ricerca mi pare quindi che si scopre questo: bisogna imparare a SCEGLIERE e va da sè che bisogna imparare anche l'EQUILIBRIO o le nostre scelte saranno solo fonte di altri più grossi problemi.
In tutto è manifesta questa esigenza e prima di tutto in noi stessi: non siamo sempre lì a decidere se seguire la testa o il cuore nelle scelte importanti?
Cose del tipo dover scegliere il modo per sentirsi un buon  genitore, perchè se dai sempre rischi di annullarti, ma se dicessimo No per questo e No per quello passeremmo per genitori egoisti.
Non ci succede spesso di dover scegliere fra quanto far soffrire noi per gli altri  o gli altri per noi?
A volte capita di voler scegliere una figura a cui ispirarsi fra tante persone che nella storia dell'umanità hanno lasciato una grande e bella orma. Una persona come frasi o parole che a ricordarle si riflette, riflette e riflette.
A volte ne facciamo i nostri motti, ci si ispira per cambiare modo di vivere e vedere il futuro... ma poi... poi vedi, senti o ti succedono  cose che ti fanno mandare a spasso tutto e ritornare al pessimismo, pensando che la vita è uno spreco di energia.

Ecco, l'ENERGIA. Forse allora questa è la parola da cui tutto ha radici. Ogni cosa è energia e tutti sappiamo bene che l'Amore è il nucleo dominante e fondamentale di ogni cosa. Lo scambio di Amore è l'energia primaria con cui si può fare ogni cosa, così come negarcela o negarla ad altri serve a distruggere ogni cosa costruita o a non far  nascere proprio qualcosa.
Forse occorre un ritorno alle origini, un risveglio della coscienza.

E voi dove, come lo cercate, (se lo cercate), il senso della vita?

Io? Sono ancora in alto mare, ma  direi che adesso per me il senso della vita è come la ricomposizione di un puzzle che si tramanda. Per adesso sono solo certa del fatto che qualcuno lo ha creato e poi messo in una scatola con una fustella mancante.
Se non provi ad assemblarlo, non potrai mai sapere quale pezzo manca al tuo puzzle, ma sai che è proprio quello che ti darà la visuale della sua interezza.
A volte ho paura... paura di ricordare che quel pezzetto era sul pavimento e piccina piccina,  gattonando potrei averlo afferrato e...

23 gennaio, 2012

UNA CALDA ESTATE di Stefania R.

Immaginate di tornare indietro nel tempo e rivivere uno dei primi amori estivi.
Immaginate di essere uno dei protagonisti, giovani semplici e pieni di sogni, alle prese con i primi lavori.
Immaginate che l'estate non sia semplicemente calda, ma bollente al punto da riscaldare l'inverno.
E se invece avete l'età dei protagonisti, immaginate pure di essere voi tra le pagine di questo libro e vi riconoscerete sicuramente, perché l'autrice ha fornito autenticità ai personaggi che sembrano essere frutto non di semplice fantasia, ma di eventi realmente accaduti ed abilmente raccontati.
"Una calda estate" è una lettura leggera e piacevole, una storia d'amore giovane e piena di passione che va gustata pagina dopo pagina, a qualsiasi età.
E' uno di quei libri che si ha sempre tempo e voglia di leggere e che finirà troppo presto lasciando nel lettore il desiderio di qualche pagina in più.
E soprattutto vi ritroverete catapultati nel modo di comunicare ormai in voga degli SMS, senza dubbio pratico, ma anche criptico nell'uso dei codici che talvolta sono misteriosi persino per chi li usa.
Ma il comunicare di persona è tutta un'altra cosa. Il tocco, gli sguardi, la voce... e questo romanzo ne darà ampia dimostrazione.

"Allora? Di cos'hai paura?" mi domanda dolcemente. Mi passa il dorso della mano sulle guance e mi sciuga il viso.
"Che tutto svanisca, che tu sparisca..."

Trama:
Alex è una ragazza timida e un po' scontrosa, costretta a partire per le solite vacanze in campeggio con i suoi genitori.
Non ne può più di andare tutti gli anni nello stesso posto, ma Alex non può sottrarsi a questo gravoso impegno che durerà un interminabile mese.
Eppure questa volta c'è una sorpresa: nel campeggio che ormai non l'entusiasma più da tempo, c'è un animatore non solo simpatico e carino, ma anche testardo, forse più di lei...

Intervista all'autrice:

Chi è Stefania?
Stefania è un'inguaribile romantica, molto legata alla sua famiglia, con una grande passione per i libri, la scrittura e il cioccolato.

Cosa rappresenta per te scrivere?
Scrivere mi rilassa, mi aiuta nei momenti di tristezza, quando tutto sembra andare storto. Quando scrivo mi immergo totalmente in un altro mondo, dove tutto va come voglio io, dimenticando tutto il resto.

"Una calda estate" sembra una storia vera, raccontata più che inventata. Chi o cosa ti ha ispirata?
La storia è nata durante una vacanza al mare con la mia famiglia. Era il 2007 e in campeggio, tra i tanti animatori, ce n'era uno particolamente simpatico che "molestava" più di tutti gli altri cercando in ogni modo di farti partecipare alle attività. Non mi ricordo più il suo nome, ma quella settimana è nato Stefano. Alex invece non è stato difficile immaginarla, c'è molto di me in lei.

Se dovessi scegliere di gettarti in una nuova avventura e cambiare genere, per quale opteresti?
Nessuno. Non credo che riuscirei a cambiare genere.

Romanzi nel cassetto?
Due. Al contrario di quanto mi è stato chiesto più volte, non ci sarà un seguito di "Una calda estate" non l'ho mai previsto, ma saranno comunque due nuove storie che come tema principale avranno l'amore e l'amicizia.

E ora non resta che attendere queste due nuove storie e augurare all'autrice in bocca al lupo.
by Annalisa Marino

04 ottobre, 2011

Doppio sogno

Doppio sogno
di Arthur Schnitzler


Un medico e la moglie conducono una vita di quieta felicità, ma un ballo in maschera e l'incontro con due misteriose figure in domino rosso, fanno precipitare i protagonisti in una nottata di incomprensibili avventure, di cui risulterà impossibile discernere la realtà dal sogno. Una novella in cui si coglie l'eco delle teorie psicanalitiche su cui lavorò Freud in quegli stessi anni e infatti di questo libro avevo letto che è stato sopravvalutato per speculare  sul connubio Schnitzelr-Freud. 

La scrittura di Arthur Schnitzler è scorrevole e gradevole, regalando al lettore una vicenda affascinante per le sue tinte carnevalesche in un’ambiente cupo tipico delle città austriache. E' sì ben scritto e in sè la storia è molto originale per l'epoca in cui fu stesa, piena di attese disattese, desideri non realizzati, ma è anche una lettura che, secondo me, porta un po' fuori dalla realtà, nei pensieri di insoddisfazione dopo certi slanci, nel bisogno di riscattarsi mentre il protagonista si rende conto della profonda crisi coniugale in cui si trova e del dover prendere coscienza di tante cose di sè mai analizzate. 

I due personaggi , Fridolin e la moglie giungono a comunicarsi le proprie fantasie amorose suscitate dal ballo in maschera di una sera prima, sperando che una confessione aperta riuscisse a sollevarli dalla tensione e dalla diffidenza divenuta a poco a poco insopportabili col tempo. Invece scoprono che ognuno ha come vissuto separatamente quei momenti, mettendo in crisi le sicurezze del protagonista. E siccome la sicurezza di sé è uno dei valori cui poggia l’amor proprio di Fridolin, egli sente la necessità di riscattarsi dalla delusione suscitata dalle parole della moglie.
Pur essendo lei il personaggio secondario, è al tempo stesso più importante dell’intera vicenda erotica di tradimenti immaginari di Fridolin, il quale si scopre geloso ma troppo orgoglioso per confessare di esserne stato profondamente toccato.
Nei sette capitoli che compongono il romanzo,  Albertine è realmente presente in quattro capitoli soltanto dei quali in tre come antagonista diretta, ma, di fatto, non c’è capitolo che non la contenga, visto che Fridolin pensa continuamente a sua moglie, al fatto di aver scoperto solo dopo alcuni anni i meccanismi mentali della moglie che fanno vacillare  l’intimità e ogni cosa vissuta  insieme fino a quel punto.
Nel proseguire la lettura è da notare che tutti i personaggi femminili entrati in relazione col protagonista sono  figure fragili, bisognose di protezione, come se Fridolin vuol essere l’eroe che le salva. In effetti si recepisce che servono a compensare la perdita immaginata della moglie e  diventano oggetto di un desiderio ulteriore, di rivalsa sociale, di controllo della realtà circostante e del futuro. Ma ad un certo punto il percorso interiore del pensiero di Fridolin si trasforma in una sorta di giallo in cui tutto è da verificare all’esterno. Ecco che Schnitzler impiega allora situazioni poliziesche, da detective e che inducono il lettore avedere la vicenda dal suo interno.
Buona lettura da Stefylù

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