04 dicembre, 2015

OLTRE L'AMORE di Jay Crownover

Dietro la sua aria insolente e i tatuaggi che ricoprono il suo corpo, Cora Lewis nasconde un cuore spezzato, e non vuole bruciarsi di nuovo. Cora vorrebbe incontrare una persona che non abbia problemi da risolvere e sia pronta a impegnarsi. Finché non conosce Rome Archer. Rome è ben lontano dall'essere perfetto. È testardo, rigido e prepotente. Ed è tornato dalla sua ultima missione molto provato sia fisicamente che moralmente. Rome si è sempre trovato a ricoprire troppi ruoli: fratello maggiore, figlio prediletto, super soldato. Ma nessuno fa più per lui. Ora è solo un uomo che cerca di capire cosa fare con la sua vita, e come tenere a bada i demoni oscuri legati alla guerra e alle perdite subite. Era pronto ad affrontarli da solo, ma Cora ha fatto irruzione nel grigiore della sua vita, illuminandola... E quel che all'inizio sembra imperfetto potrebbe anche durare per sempre...

Terzo capitolo della serie “The tattoo series” e al momento, quello che mi è piaciuto di più.
Cora lavora al Marked, (studio di tatuaggi che da il nome alla serie nella versione originale) è un tipo esplosivo, un forte carattere racchiuso un corpo minuto. Soprannominata “Campanellino” dai suoi amici, è nella sua natura, prendersi cura degli altri, in attesa di trovare l’uomo perfetto che curi il suo cuore spezzato.
Rome è il fratello maggiore di Rule, (protagonista del primo libro della serie) ex militare in congedo, è alle prese con i traumi della guerra. Scontroso e dal brutto carattere, sta cercando di capire cosa fare della sua vita, quando Cora, con la sua esuberanza e i suoi colori, irrompe nel suo mondo.
Anche in questo libro molte scene hot, inchiostro, amore, tanto amore e le sue conseguenze.



03 dicembre, 2015

BABBO NATALE NON VIENE DAL NORD

 
 
Trama:
Marcello è un cinquantenne divorziato che campa alla giornata esibendosi come prestigiatore in locali poco raccomandabili. Dopo il suo ultimo spettacolo viene assalito da un'avvenente signora che si scopre essere la moglie del proprietario, e dunque il compenso della serata per Marcello viene ridotto all'osso. Il suo manager, Gerardo, gli trova un incarico come Babbo Natale adibito alla consegna dei regali ai clienti di un McDonald's di Salerno e Marcello, rassegnato, accetta. Peccato che sua figlia India, cresciuta con la madre a Varese, abbia scelto proprio le vacanze di Natale per riavvicinarsi al padre, responsabile secondo lei (e la sua psicologa) di aver condizionato in negativo i suoi rapporti con gli uomini. La situazione (letteralmente) precipita quando Marcello, vestito da Babbo Natale, cade da un transennato a Salerno e perde la memoria, risvegliandosi in un centro di accoglienza per bambini gestito da un prete, il combattivo Padre Tommaso. Riuscirà Marcello a ritrovare la memoria e a recuperare il suo rapporto con India?
 
Un cast di grandi nomi, da Maurizio Casagrande (anche regista) a Giampaolo Morelli e comparse d'eccezione.
Esordio  come attrice della cantante Annalisa che nel film prova a mettercela tutta.
La trama sembra promettere tante risate, ma ahimè il film strapperà solo qualche sorriso, forse destino dei maggiori "cinepanettoni".
Punto debole del film, a mio avviso, è caricare la comicità sulle classiche sceneggiate napoletane che ormai lasciano il tempo che trovano. Anche il tentativo di far risultare comica la presa in giro su un ragazzino sovrappeso risulta deludente.
Risaltano molto gli sponsor, togliendo forse punti al film in sé.
Sempre spettacolare invece la famosa illuminazione di Salerno che accende la città di magia nel periodo di Natale.

Buona visione

by Lisa

01 dicembre, 2015

COLTIVIAMO LA FIDUCIA

EDITORIALE di Laura Marabelli

...C'è un profondo legame tra il tempo che è stato e quello che è.
Ed è il senso stesso che diamo al nostro percorso, a quello che siamo stati e che diveniamo ogni giorno...
Scrivevo così nell'editoriale del primo gennaio.
Oggi, nell'ultimo editoriale di quest'anno, voglio riprendere quel filo.
Sto cercando di sostituire la fiducia alla speranza.
Speranza e fiducia che spesso usiamo come sinonimi, ma che non lo sono affatto.
Chi spera non si fida affatto, ma si aspetta troppo e non sempre tutto si può controllare fino in fondo.
Chi confida, invece, accetta quello che è, lo vive e lo adatta, trasformandosi.
La fiducia è perseveranza.
Un ostinarsi, quasi, a ricercare una luce, districandosi ogni giorno nelle difficoltà che vediamo finalmente per quelle che sono.
Sperare, invece, è una continua lotta contro l'inevitabile, per poi magari ritrovarsi a disperare.
L'atteggiamento della fiducia appare inattivo, in realtà comporta invece una grande attività, ma di coscienza,  che va continuamente rinnovata.
Occorre coltivare la fiducia.
Ognuno ha il suo metodo, chi la meditazione, chi la preghiera, chi la riflessione, chi l'ascolto...
Mi piace la parola coltivare. 
Che non è più programmare, pianificare, ma dedicarsi, impegnarsi per veder crescere un'idea, un progetto, un'amicizia, un sentimento, qualcosa che ti motivi e in cui credi e coglierne ogni giorno i germogli.
Personalmente predico bene ma spesso razzolo malissimo, ma vale la pena di riprovare, sempre.



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