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05 dicembre, 2016

LABIRINTO D'OSSA di James Rollins

 
 
 
 
Trama:
Roma, 1669.
Un soldato s'inchina al ospetto di padre Athanasius Kircher, uno dei più autorevoli sapienti del mondo. Gli consegna una mappa, una scheggia d'osso e un messaggio. Poi si suicida. Perché nessuno possa estorcergli con l'inganno o la tortura il suo terribile segreto.
 Croazia, oggi.
Quando la paleoantropologa Lena Crandall s'inoltra in un complesso di grotte appena riportate alla luce da un terremoto, capisce di essere di fronte a una scoperta eccezionale: alcune elaboratissime pitture rupestri che raffigurano uomini e animali minacciati da enormi sagome inquietanti. Chi - o cosa - sono quelle figure? Prima di riuscire a porsi altre domande, però, un nuovo sisma fa tremare la terra, imprigionando lei e il suo gruppo nell'oscurità.
 Parigi, oggi.
 A Gray Pierce non capita spesso di potersi prendere una vacanza. E infatti viene subito richiamato in servizio dalla Sigma Force per soccorrere il team della dottoressa Crandall. Ma quella missione di salvataggio si trasformerà ben presto in una sfida mortale contro un nemico sfuggente e antichissimo, che rischia di essere oltre le sue possibilità. Perché se Gray non riuscirà a fermare quella forza distruttrice, la vita sulla Terra potrebbe cambiare per sempre. O finire nel silenzio...    
 
Su James Rollins e sui suoi libri ho scritto tanto. Cosa aggiungere di più?
In questa nuova avventura della Sigma, come sempre crea un cocktail di materie, dalla storia alla scienza passando inevitabilmente dalla fantascienza e dalla religione, impossibile da non leggere tutto d'un fiato.
I protagonisti dei suoi libri, in particolare quelli della serie della Sigma, diventano sempre più quasi una parte essenziale per spiegare in modo semplice studi e teorie che, se da un lato possono lasciare senza parole, dall'altro porta ogni lettore a valutare una ricerca della verità che sembra essere da sempre davanti ai nostri occhi distratti.
Quindi, se volete sapere di più di misteri storici, dell'origine ed evoluzione della vita, della Luna, di Atlantide e dei numeri primi, non perdetevi questo romanzo che promette non solo di stupire, ma anche di non annoiare mai il lettore.
E come sempre, alla fine, Rollins spiega con cura dove finisce la realtà e dove inizia l'immaginazione.
 
Buona lettura
 
by Lisa
 
 


15 maggio, 2013

UN PIZZICO DI... culto mariano

Quasi sul filo del rasoio ma eccomi per la consueta rubrica di metà mese che questa volta tocca a me.


Maggio è il mese della piena primavera, colorato dagli alberi in fiori sebbene funestato dalle sempre più numerose allergie mentre, per la liturgia, appartiene sempre al Tempo di Pasqua, il tempo dell’"alleluia", dello svelarsi del mistero di Cristo nella luce della Risurrezione e della fede pasquale, rappresenta anche  il tempo dell’attesa dello Spirito Santo, che scese con potenza sulla Chiesa nascente a Pentecoste. E' in questo contesto che si inserisce il culto della Madonna e pertanto maggio viene definito come mese mariano.


Ai più penso sia noto che Maria è il nome della madre di Gesù, Ella é venerata come "Santissima Madre di Dio" dai cattolici e dagli ortodossi ma, la sua santità è comunque riconosciuta dalla Comunione anglicana e da confessioni protestanti come quella luterana. Per identificarla, come sappiamo, è usato anche il titolo di Madonna e le è dedicata una sura nel Corano dato che, anche per l'Islam la sua maternità è misteriosa. 

Il culto di Maria madre di Gesù ha origini remote, probabilmente risalenti alla chiesa primitiva. Un'antica tradizione cristiana narra che, laddove sorge la Basilica dell'Annunciazione a Nazareth, un tempo sorgeva la "casa di Maria". Ricerche archeologiche condotte alla fine degli anni sessanta, documentano che l'attuale Basilica dell'Annunciazione è stata edificata su una più antica basilica bizantina del V secolo, che a sua volta è stata costruita su una chiesa del III secolo. Sotto quest'ultima è stata scoperta una costruzione rurale sulla cui parete sono stati ritrovati graffiti in lingua greca risalenti al II secolo, nei quali è scritto: "Luogo sacro a Maria" e "Kaire Maria" ( "Ave Maria").

La Chiesa latina, come anche le chiese orientali, ha sviluppato il culto per Maria sia nella liturgia che nella devozione privata. Oltre a ciò, Maria è vista anche come modello da imitare. 

Dal punto di vista teologico, la sua opera di mediazione tra Dio e l'umanità si spiega con l'investitura che ricevette da Gesù sulla croce, quando venne "donata" agli uomini per farli sentire più vicini a Lui. Soprattutto dopo l'ascensione di Gesù, Maria rimase il punto di riferimento per la comunità dei credenti appena sorta, preservandone l'unità di fronte alle nuove sfide e alle potenziali discordie che caratterizzarono la primissima era cristiana. Il culto verso la Beata Vergine andò poi aumentando fino a quando si arrivò a una notevole diffusione dopo il Concilio di Efeso (nel 431), che la riconobbe ufficialmente come "Madre di Dio".


Numerose sono le solennità mariane riconosciute dalla chiesa, le principali sono l'1 gennaio (Maria Santissima Madre di Dio), il 15 agosto (Assunzione di Maria) e l'8 dicembre (Immacolata Concezione), non a caso tutti giorni festivi per noi Italiani.

Nel mio paese, ad esempio, abbiamo la festa patronale il 3 maggio in onore della Madonna della Croce il cui quadro si trova presso il suo omonimo santuario e nel mese di maggio viene ospitato dalla chiesa matrice. Al suo culto, fino a pochi anni fa, era legato un singolare rito propiziatorio per la cura dell'ernia infantile. La mattina del 3 maggio nel boschetto adiacente al Santuario si tagliava con cura e maestria in senso longitudinale un giovane ramo di quercia in modo da ricavarne un'apertura sufficientemente utile per fa passare un bambino ma, nello stesso tempo, preoccupandosi di non danneggiare irrimediabilmente il ramo e di non staccarlo dall'albero. Nello spacco del ramo, divaricato, veniva quindi fatto passare per tre volte il bimbo affetto da ernia inguinale. Dopo aver fatto combaciare i margini dello spacco, il ramo veniva accuratamente legato con spago e raffia. La sorte del bimbo era legata a quella del ramo: se quest'ultimo l'anno successivo era ancora vegeto, la guarigione del bambino era assicurata.
Il 4 maggio c'è la processione e a fine mese il quadro viene riportato al santuario dove si svolge in serata una festa campestre. 

15 febbraio, 2013

UN PIZZICO DI… RELIGIONE che fa tanto bene al cuore


Lo confesso: sono una pessima cattolica. Ho un grande rispetto per la religione a cui sono stata educata e per tutte le altre religioni del mondo, ma non ne sono certo una valida praticante, anzi!

In periodi in cui spesso la nostra Chiesa è nell’occhio del ciclone, è più che naturale farsi tante domande. E magari cercare delle risposte. Risposte che spesso sono sotto ai nostri occhi.

Anche in questi giorni la Chiesa e il Vaticano sono al centro dell’attenzione mediatica, per le sorprendenti dimissioni del Papa.

Quando accade qualcosa di negativo, tendiamo a dimenticare tutto il buono che in una persona o istituzione possa esserci. E anche questo non è giusto. Perché bene  e male sono due piatti della stessa bilancia e nessuno dei due deve essere svuotato per essere nascosto o dimenticato, a parer mio. Per questo oggi vorrei parlare di una valida rappresentante della Chiesa:  Suor Paola, già “missionaria da anni” nel quartiere difficile in cui vivo.

Da Marzo 2012, Suor Paola è a MWESO, regione NORD KIVU a est della Repubblica Democratica del Congo, ai confini con Uganda, Ruanda e Burundi. La “base” ufficiale è a Mweso, ma da lì si spostano per prestare la loro opera di supporto nei vari campi  circostanti,  attualmente 8 con più di 20.000 persone.


Quando arrivano i ribelli e l’esercito, tutti loro, migliaia di persone, sono costretti a scappare e a cercare rifugio altrove, in attesa di poter tornare ai loro campi.

Se un minimo collegamento internet c’è, pubblica foto Suor Paola, dei posti e della gente del luogo. Sono foto che raccontano terre dal fascino suggestivo, campi fatti di capanne, persone povere, sempre a  lavoro o che cercano di imparare in una scuola improvvisata, abitanti in fuga, trincee dell’esercito,  fori di proiettili.

Ma  non sono foto che parlano solo di miseria. Ritraggono grandi  occhi in visi scarni e sorridenti. Bambini che niente hanno e si divertono con nulla. E le donne indossano vestiti colorati, portano pesi (reali e morali) sulle spalle con una dignità che mi lascia senza parole. E anche loro sorridono.


Suor Paola fa parte di quella Chiesa che a volte lascia perplessi. Ma non dimentichiamo che tantissimi sacerdoti e suore come lei, ne tengono alto il nome e l’operato nel mondo intero, ma soprattutto nei posti più difficili, dove il solo scopo è sopravvivere per riuscire a vedere un nuovo giorno. E se nel frattempo possono aiutare questi villaggi anche solo a sperare in un futuro migliore, loro sono sempre pronti: a combattere contro le molteplici difficoltà (malaria compresa), scappare e tornare.

Riporto di seguito le  parole di suor Paola del 25 dicembre 2012:

Le "case" dei profughi (hutte) sono in fango e paglia, molto più simili alla capanna dove é nato Gesù, piuttosto che le nostre case piene di luci, addobbi, tanto cibo e regali sotto l'albero.
Si, non ho bisogno di fare presepi perché ogni capanna è come se fosse la capanna di Gesù.
Questa la mia gioia in questo Natale, la sensazione di vivere a Betlemme.


Un grazie di cuore a Suor Paola e a chi come lei offre il proprio operato a chi ha grande bisogno di aiuto.  Questa è la religione che sento riempirmi il cuore e rinfrancarmi l’anima.
by Lisa

* Le foto pubblicate sono gentile concessione di Suor Paola.

13 febbraio, 2013

VITA DI PI - YANN MARTEL

Il romanzo si apre con delle precisazioni dell'autore, che da scrivere un libro sul Portogallo si ritrova in India in cerca di ispirazione e si imbatte in una storia che farà credere in Dio, quella di Pi, per l'appunto.
Pi è il diminutivo di Piscine, eh si, il protagonista è stato chiamato così in onore di una piscina visto che il suo padrino era un esperto nuotatore, tale nome l'ha tormentato durante l'infanzia ma è riuscito a riappropriarsene durante l'adolescenza.
Pi ha una laurea in zoologia ed una in teologia per cui si narra all'inizio di queste sue passioni, gli animali e la religione, questi capitoli sembrano un pò ridondanti ma, in seguito, servono a far capire meglio la mente di Pi e le sue azioni.
All'inizio il racconto è intervallato da interventi dell'autore che apprende la storia di Pi da un uomo che gliela racconta, quindi l'autore incontra Piscine in Canada, nella sua casa, conoscendone moglie e figli nonchè la storia della sua grande avventure.
Piscine viveva con i genitori e suo fratello Ravi in uno zoo gestito da suo padre, da qui l'interesse per gli animali e la loro conoscenza, prima pratica e poi teorica. Durante la sua adolescenza, i genitori decidono di trasferirsi in Canada e così, venduti qua e là gli animali, partono con alcuni di essi alla volta dell'America su una nave mercantile giapponese.
Dopo i primi giorni di navigazione Pi si sveglia nella notte a causa di un rumore, esce a guardare cosa fosse successo e si ritrova a vedere la nave inclinarsi sempre più, cerca di tornare dalla sua famiglia ma la strada è bloccata dall'acqua, si rivolge ai membri dell'equipaggio che trova ma, si ritrova scaraventato su una scialuppa di salvataggio e miracolosamente sopravvive al naufragio. Per giorni attende i soccorsi, di trovare altre scialuppe ma, dopo una settimana, la consapevolezza di trovarsi solo in mezzo al Pacifico lo assale e razionalizza che ormai è orfano e deve cavarsela da solo.
Pi, non è proprio solo, si ritrova infatti con una zebra ferita, una iena, un orango ed una tigre, come potranno convivere in uno spazio così ristretto e senza apparentemente risorse?
Tra lotta per la sopravvivenza umana ed animale, Pi si ingegna per recuperare acqua e cibo riuscendo a convivere con una tigre e scoprendo una misteriosa isola, di giorno quasi un'oasi ma di notte famelica.
Un giorno, finalmente, Pi riuscirà a raggiungere le coste Americane e, interrogato sulla propria odissea nell'ambito delle indagini per il naufragio, verrà creduto pazzo e darà una nuova versione, del tutto simile, in cui i ruoli sono ricoperti da umani piuttosto che animali. Ma, la vera storia qual è?
Lascio a voi scoprire i dettagli ed immaginare la realtà della storia di Pi.
Mi è piaciuto come Pi affronta la religione coinvolgendosi contemporaneamente con il cristianesimo, l'islam e l'induismo proprio della sua tradizione, senza dimenticare di menzionare l'ateismo, con grande rispetto e comunione, mettendo in evidenza ciò che è alla base di tutte le religioni e non sottolineando le differenze. Forse pensieri troppo profondi per un ragazzino degli anni settanta ma che, di sicuro, sanno colpire noi ai giorni nostri visto che ci ritroviamo spesso vittime di conflitti interreligiosi.
Scrittura fitta ma scorrevole, numerosi capitoli sezionati senza apparente senso e tre macro capitoli che dividono il romanzo in base al loro contenuto.


15 aprile, 2012

UN PIZZICO DI...


Parte da oggi una piccola rubrica che ognuna di noi gestirà a seconda dei propri interessi e conoscenze.
Un angolo del blog dove si può parlare di tutto, dalla scienza alla religione, da argomenti di attualità a semplice comicità.
Un modo per diffondere curiosità di ogni genere, dalle notizie importanti alle leggende o ricette della tradizione locale senza la pretesa di insegnare nulla, ma solo di condividere piccole conoscenze a nostra disposizione.
Inizio io, Lisa, con UN PIZZICO DI... ARTE (tra leggenda e realtà).
In occasione del prossimo Maggio dei Monumenti, evento culturale che si svolge ogni anno a Napoli, ho scelto come primo argomento un'attrazione turistica degna di nota per chi decide di visitare il suo centro storico, ricco di monumenti e chiese da ammirare: Il Cristo velato, visitabile nella cappella di Sansevero.
L'intera cappella, parte della chiesa Santa Maria della Pietà, è un susseguirsi di affreschi e opere in marmo da poter definire perfette per la minuziosità dei particolari.
Lo sguardo volge a 360 gradi molto lentamente, per poter catturare quanti più dettagli possibili, per poi incollarsi al centro della sala, dove è esposto il famoso Cristo velato, opera dello scultore Giuseppe Sanmartino.
Immagini e descrizioni non bastano a descrivere l'opera, la cui splendida perfezione si può ammirare esclusivamente dal vivo. Io che l'ho visto di persona, posso assicurare che ogni fotografia non rende giustizia al capolavoro.
Un'opera che si serve di leggende per spiegarne la bellezza incomparabile e la morbidezza del drappeggio del velo di marmo che vien voglia di toccarlo per assicurarsi che non sia in realtà un velo di tessuto.
Leggende legate al Principe di Sansevero, Raimondo di Sangro, noto alchimista e adepto della massoneria, al quale vengono conferiti dalla tradizione popolare, poteri esoterici e patti con il diavolo.
Si narra infatti che il velo di marmo fosse in realtà un velo di tessuto con cui lo stesso scultore, terminata l'opera, lo coprì.
Durante la notte, il diavolo, lì presente per misteriosi ed inquietanti legami con il Principe di Sansevero, profondamente offeso dalla presenza della statua del Cristo, toccò il velo che si pietrificò in pochi secondi.
Altra teoria è che il Principe fosse riuscito a prepare una pozione in grado di pietrificare il velo: dopo averlo immerso nella pozione, avrebbe poi disposto nuovamente il velo sul Cristo, prima che si pietrificasse.
E questa teoria pare sia confermata da un'altra leggenda, legata ad una camera segreta sotterranea, ritrovata dopo la morte del Principe, durante i lavori di ristrutturazione della cappella.
La zona è visitabile e mostra il ritrovamento di due scheletri, uno maschile e l'altro femminile, in cui sembrano essere rimasti intatti l'intero sistema venoso ed arterioso e alcuni organi, tra cui un utero lievemente ingrossato.
Secondo la leggenda, i due schletri, sarebbero appartenuti ad una coppia di servi del Principe, sui quali l'uomo provò spietatamente un'altra pozione che iniettò loro mentre erano ancora in vita.
I due sarebbero morti poco dopo per effetto della pozione che, entrata in circolo, avrebbe solidificato istantaneamente e lasciato intatti i tessuti molli al di sotto della pelle e dei muscoli.
In realtà, esiste un antico contratto che proverebbe che il Principe commissionò al dottor Salerno la costruzione di due scheletri su cui avrebbe poi collocato il sistema venoso ed arterioso fornito da lui stesso. Nell'atto si specifica che il sistema sia stato costruito con fil di ferro e cera colorata, trattata con "ingredienti segreti".
L'Ente proprietario delle opere ha sempre rifiutato un esame scientifico sulle "Macchine anatomiche", così denominate, impedendo di verificare il contenuto del contratto ed alimentando le credenze popolari.
Dove finisce la leggenda ed inizia la realtà?
Ai visitatori l'ardua sentenza.
by Lisa
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