22 luglio, 2015

MOLTE VITE, UN'ANIMA SOLA di Brian Weiss



Stupefacente e innovatore come sempre, con questo libro Brian Weiss rompe un'altra barriera e un altro tabù: quello del futuro. Diventato celebre per le sue sedute di regressione, nelle quali faceva rivivere ai propri pazienti le vite precedenti, inaugura adesso la tecnica della terapia della progressione.
Scritto con il suo consueto stile semplice e coinvolgente, Molte vite, un'anima sola riesce al medesimo tempo a stordire e a consolare, e regala un viaggio indimenticabile e benefico nelle vite che saranno.
"Mi si spalancavano dimensioni di cui avevo sempre ignorato l'esistenza. Ero entusiasta, sbalordito... e spaventato. Chi mi avrebbe creduto? Io stesso ci credevo? Ero impazzito? Mi sentivo come un bambino a conoscenza di un segreto che, se rivelato, avrebbe cambiato per sempre il modo in cui vediamo la vita. [...] Oggi, però, sono nuovamente scioccato ed elettrizzato dalle conseguenze della mia ultima scoperta: ora posso portare i miei pazienti nel futuro e vederlo insieme a loro. [...] Mi ci sono voluti ventiquattro anni per cogliere la semplice verità che sta alla base di questo libro. Noi siamo immortali. Noi siamo eterni. La nostra anima non morirà mai. [...] Preparandoci all'immortalità placheremo le paure presenti, avremo un'opinione migliore di noi stessi e cresceremo spiritualmente. E, allo stesso tempo, guariremo le nostre vite future."

 
 
Ho perso il conto dei libri che ho letto di Weiss, noto psichiatra americano, inizialmente tradizionalista e grande scettico per poi aprirsi a nuovi sistemi di cura legati alla regressione delle vite passate, argomento a cui, ovviamente, non credeva. Ha dovuto però ricredersi ed aprire la sua mente a 360 gradi. Le informazioni ricevute dai pazienti sotto ipnosi, relative ad epoche passate, ha potuto confermarle, ma soprattutto, parlano chiaro i risultati.
Pazienti affetti da patologie più o meno gravi e diffuse che richiedono anni e anni di cure intensive, senza raggiungere necessariamente la guarigione, con queste tecniche miglioravano in modo progressivo e veloce.
Egli stesso usa la sua mente analitica da scienziato ribadendo che non è sorprendente se corrisponda al vero o meno la storia narrata, ma il modo in cui agisce sulla patologia del paziente, arrivando a guarigioni a volte anche "miracolose".
Ne documenta, ovviamente nel rispetto della privacy, i casi anche in questo libro dove, dopo 24 anni di regressioni nel passato, i suoi pazienti gli spalancano la porta spazio temporale di un altro tempo, stavolta il futuro.
Precisa da subito che se sul passato si possono fare ricerche che confermino le versioni, sul futuro tutto resta un punto interrogativo che si può accettare solo come atto di fede, per chi ne ha. Restano però sempre i risultati sorprendenti della teoria a proteggere la sua fama da eventuali accuse di follia.
Nel corso degli ultimi anni, tuttavia, ha potuto riscontrare caratteristiche  specifiche che descrivono diversi pazienti, non collegati tra loro, in grado di poter delineare uno scenario prossimo  decisamente probabile.
Il tutto non certo per viaggiare nel tempo e prevedere il futuro, ma per promuovere un'evoluzione dell'anima necessaria ad ognuno di noi dove i passaggi fondamentali sono: consapevolezza, comprensione, compassione e saggezza, che pare sia il fine ultimo.
 
Un libro che va letto ed appreso con calma. E no, non è fantascienza, benché i più grandi scrittori di fantascienza abbiano fornito l'input a ciò che oggi è scienza e tecnologia. E se tanto mi da tanto... un salto in avanti lo si può sempre tentare, ma non prima di aver rivisto il passato che da secoli ci tramandiamo anche nel DNA.
 
Buon viaggio nel tempo... e buona lettura.
 
by Lisa



15 luglio, 2015

Un pizzico di...

dolci tentazioni.

Ok, questi non sono i giorni ideali per accendere il forno. Si suda stando fermi, ma volevo postare la ricetta (presa dal ricettario di mia mamma) della Chiffon Cake,  il più famoso ciambellone americano che ho provato a fare per il compleanno di mia figlia, un mesetto fa. Morbidissima, alta e deliziosa. Ricoperta di pasta di zucchero per me è stata un’ottima base. Buona accompagnata da creme o frutta ma divina anche solo con una spolverata di zucchero a velo.
 
Ingredienti:
6 uova grandissime (o 7 normali)
300 gr di zucchero a velo
290 gr di farina
200 gr di acqua (o succo d’arancia)
120 gr di olio di semi
Buccia grattugiata di un limone (o di un’arancia)
Aroma vaniglia
1 bustina di cremor tartaro
1 bustina di lievito per dolci
1 pizzico di sale
Procedimento:
Accendere il forno 160 gradi, statico.
In una ciotola grande mettere la farina, lo zucchero, l’acqua, l’olio, il sale, il limone grattuggiato, il lievito, i tuorli e la vaniglia, mescolare bene, poi mettere da parte.
Montare gli albumi a neve insieme al cremor tartaro. Unire gli albumi all’impasto mescolando dal basso verso l’alto per non smontarlo. Versare l’impasto in uno stampo da ciambella in alluminio senza imburrare e infarinare. Infornare a 160 gr per 50 minuti.
Sfornare e capovolgere lo stampo fino al raffreddamento. Dopo un paio d’ore la torta si staccherà da sola.
Aggiungendo 50 gr di cacao amaro si ha un’ottima chiffon cake versione cioccolato.


01 luglio, 2015

MORIRE D'AMORE

Editoriale di Laura Marabelli

Prima ancora dei nostri genitori, siamo figli e figlie delle storie che ci raccontano.
La nostra percezione della realtà passa, infatti, anche attraverso le parole che sentiamo e leggiamo.
Parole spesso artefatte. Strumentalizzate.
Ci hanno sempre detto che l'amore è bello, che dire "ti amo" è una bella parola.
La usano i poeti, gli innamorati, le persone che si vogliono bene.
Ma spesso in nome dell'amore, si fa del male, si fa soffrire.
Per amore si offende, si ferisce, si vendica, si tradisce, si arriva ad annullarsi fino ad uccidere l'anima.
A volte si arriva ad uccidere davvero.
Per amore si muore! E non è un ossimoro.
Siamo talmente assuefatti da ogni problema "d'amore" che ascoltiamo ogni giorno, che lo banalizziamo, così è più facile assolvere e assolverci, negando che invece riguarda tutti, che potrebbe riguardarci, diventando di fatto complici, responsabili.
...una madre forte ed esemplare, un marito gran lavoratore, un figlio devoto, un nipote studioso, una famiglia tanto unita da essere invidiata da tutti...
Quante volte abbiamo sentito queste parole? L'illusione purtroppo inizia da qui, da questa sedicente perfezione.
Non voglio parlare nello specifico di femminicidio, violenze, abusi, nè di ordinarie, ma non meno gravi, crisi coniugali, non ne ho le competenze.
Voglio, invece, fare una riflessione sul cattivo uso delle parole, sulla loro idealizzazione, poichè sono profondamente convinta che sia anche attraverso questo che una storia d'amore possa evolvere trasformandosi o finire, ma di sicuro in modo pù sano.
E che finalmente quell'ultimo capitolo, quel "vissero felici e contenti" non sia più scritto,  perchè non è mai realmente esistito.
Siamo figli e figlie delle storie che ci raccontano, non siamo obbligati a crederci.
Partiamo da qui e forse andremo un pò più lontano.




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