19 gennaio, 2016

SOGNAVO DI SPOSARE IL PRINCIPE AZZURRO - LISA LORENZI


Luna, all'anagrafe Falce di Luna, è figlia di due ex figli dei fiori votati al biologico ma, da sempre cerca di trovare una sua stabilità conformandosi agli altri. Nei progetti di Luna, dopo la laurea e un lavoro noioso ma sicuro, c'è il matrimonio... peccato che Edoardo, il suo fidanzato fin troppo perfetto, non si decida.

A quanto pare, però, a parte la storia con Edoardo, anche il lavoro non è poi così sicuro, si parla di ristrutturazione aziendale e per quest'operazione è arrivato un tagliatore di teste tanto affascinante quanto spietato.

In fondo, a Luna il lavoro non interessa perché la sua aspirazione è diventare scrittrice, intanto però ne ha bisogno per mantenersi per cui cerca di sfruttare le conoscenze del fidanzato per non perderlo.

Guardandosi attorno per scuotere un po' il fidanzato, Luna si imbatte nel bel Juan e anche in un sito d'incontri online. Il primo non si capisce se sia davvero interessato a lei o la prenda in giro mentre online stringe amicizia con un tale Principe 2.0.

Riuscirà Luna a sposare il suo principe azzurro? E che piega prenderà la sua vita? Lascio a voi scoprirlo.

Un libro che cattura subito, capisco come sia passato dal self publishing ad essere edito in cartaceo!
Letto quasi tutto d'un fiato, fosse stato per me non l'avrei lasciato ma si sa, il dovere poi chiama.

Una lettura leggera e simpatica, il titolo mi sembra ovvio che attiri e devo dire che anche la copertina è perfetta per un romance. Io in verità ho apprezzato più le vicissitudini della parte commedia che la parte propriamente romance, lì diciamo che c'è qualcosa di meno allettante per i miei gusti ma, per fortuna, prende meno spazio.

Una lettura perfetta per noi donne imperfette, anche se probabilmente un figo come Juan non ci filerà mai, anche se assomigliamo pure troppo a Luna :).


17 gennaio, 2016

QUO VADO?



Trama:

Checco è stato allevato dal padre con il mito del posto fisso. A quasi 40 anni vive quella che ha sempre ritenuto essere la sua esistenza ideale: scapolo, servito e riverito dalla madre e dall'eterna fidanzata che non ha alcuna intenzione di sposare, accasato presso i genitori, assunto a tempo indeterminato presso l'ufficio provinciale Caccia e pesca, dove il suo incarico consiste nel fare timbri comodamente seduto alla scrivania. Ma le riforme arrivano anche per Checco, e quella che abolisce le province lo coglie impreparato: il suo status di single relativamente giovane lo rende idoneo alla richiesta "volontaria" delle dimissioni, a fronte di una buonuscita contenuta. Ma Checco, consigliato dal senatore che l'ha "sistemato", non cede alle richieste della "liquidatrice", la granitica dirigente Sironi e lei, al fine di liberarsene, lo spedisce in giro per tutta l'Italia, nelle sedi più disagiate e scomode. Checco si adatta e non molla. Alla Sironi non resta che tentare un'ultima carta: mandare l'impiegato al Polo Nord, in mezzo alle nevi perenni e agli orsi bianchi. Per fortuna al Polo c'è anche Valeria, una ricercatrice di grandi ideali e di larghe vedute che cambierà il destino del nostro eroe e gli farà scoprire i piaceri (e le responsabilità) di una vita civile.


Attenzione: il film attualmente in visione nelle sale cinematografiche è ESILARANTE. Si ride dall’inizio alla fine del film.  Ci si può anche sentir male dalle risate. Un campione di incassi al botteghino perfettamente comprensibile.

Al di là della solita commedia italiana, Checco Zalone interpreta e da vita ad una storia ASSOLUTAMENTE REALISTICA, ispirata appunto alla realtà di tutti giorni.

Una realtà in cui l’italiano medio in particolare si immedesima. Magistrale il modo in cui fa  sembrare giusto un ragionamento lavorativo che non sta in cielo né in terra e che è oggi alla base della poca funzionalità del nostro Paese.

L’interpretazione di Zalone crea un forte contrasto nello spettatore: da un lato si sa bene che quel comportamento non funziona e non fa funzionare il sistema di cui ci si lamenta ogni giorno. Un sistema che, così facendo, non funzionerà mai. Dall’altro non si può far a meno di stare dalla sua parte, pur sapendo che è “sbagliato”.

Non a caso, la sua vicenda viene esaminata e giudicata da un capo tribù saggio ed equo, ben lontano dagli schemi prestabiliti dei Paesi cosiddetti avanzati e che forse, tanto hanno ancora da imparare.

Quindi, morale della favola, le lamentele, le discussioni, servono a poco. Servono i fatti. Serve impegnarsi in prima persona per cambiare il sistema e ciò si può fare soltanto correggendo tutta una serie di preconcetti infondati su cui si vorrebbe invece fondare qualcosa di buono. Un po’ come costruire un grattacielo su fondamenta inesistenti.

Ed è proprio traendo il lato più comico di un atteggiamento che di comico ha poco e nulla che Zalone invita alla riflessione più profonda.

Perché la vita e il dovere sono cose serie, decisamente serie, ma vanno affrontate con il giusto spirito e cioè, anche divertendosi.

Da vedere… e rivedere.

Buona visione                        

By Lisa


13 gennaio, 2016

IL PONTE DELLE SPIE


Siamo nell'America di fine anni '50 e l'artista Rudolf Abel viene arrestato con l'accusa di essere una spia sovietica. Al rifiuto di Abel di collaborare, gli viene comunque assegnato un avvocato e qui entra in scena l'avvocato assicurativo James Donovan.

Donovan prende seriamente il suo incarico, nonostante l'ostilità della sua famiglia, del suo capo e della comunità tutta.

Nel frattempo in Russia viene imprigionato un pilota americano per cui si profila uno scambio tra prigionieri, la svolta che Donovan aspettava per Abel.

Donovan si ritrova a fare da negoziatore, in veste non ufficiale, per trattare uno scambio di spie, peccato che Berlino in quel periodo sia in subbuglio e ci siano due americani trattenuti a fronte di un solo sovietico!

Premetto che adoro Tom Hanks ed in primis sono stata a vedere questo film per questo.

Di recente ho visto foto di parenti che sono stati a Berlino e rivedere la città ai tempi della costruzione del muro mi ha fatto forse ancora più effetto.

Mi sono rimaste le molte qualità dell'avvocato Donovan e la serenità di Abel, bello il rapporto che si instaura tra loro e persiste nonostante tutto.



Potevano essere approfondite le figure dei prigionieri americani ma, di fatto, sono personaggi marginali nella storia.

Alla fine si scopre che la figura di Donovan esiste davvero e quindi la trama è ispirata ad una storia vera, adoro le storie vere!

12 gennaio, 2016

ABELA - La bambina che guardava i leoni - BERLIE DOHERTY


La storia è quella di due bambine, Abela e Rosa, così i capitoli si alternano con le loro rispettive storie.

Abela è una bambina africana, ha perso suo padre e ora anche sua madre e la sua sorellina sono malate. Nonostante un lungo e disperato cammino verso l'ospedale, la mamma di Abela non si salva, come quasi tutta la sua generazione è malata di AIDS, la piaga che imperversa in gran parte dell'Africa. Rimasta con la sola nonna, Abela rivede uno zio che cerca di sfruttarla per rientrare in Inghilterra e così si ritrova in un altro Paese, lontana dalla propria terra ed in balia degli eventi. Riuscirà a tornare ad essere felice?

Rosa, invece, è una tredicenne inglese, ama il pattinaggio e vede sua madre come la sua migliore amica. Rosa e sua madre sono sole ed hanno i loro equilibri ma, quando la mamma le comunica che ha intenzione di adottare un'altra figlia, gelosia e timori si fanno spazio nella sua vita. Alla fine arriva un bambino invece di una bambina e anche in questo caso Rosa non lo vede si buon occhio, peccato che quando inizierà ad amarlo saranno separati. Riusciranno lei e sua madre ad allargare la famiglia?

La contrapposizione tra le due storie spinge a considerare Rosa come una bambina egoista mentre Abela come la vittima ma, di fatto, entrambe sono solo delle bambine che subiscono eventi più grandi di loro. Abela ha una grande forza, per la sua giovane età ne ha passate davvero troppe eppure non demorde, è davvero stoica. Rosa, poi, è solo una ragazzina con le sue paure, capirà però di poterle superare in quanto piena d'amore da dare.

Una lettura per ragazzi che di certo non dispiace anche agli adulti.



11 gennaio, 2016

IL PROFETA di Kahlil Gibran



Trama:

Pubblicato nel 1923, tratta di una raccolta di pensieri in prosa, strutturata prevalentemente a domande e risposta: per ogni argomento, un personaggio fa una domanda al Profeta, il quale risponde per metafore e analogie. Un’opera che sembra un testo religioso, pur tuttavia non inserendosi in nessuna religione. Un  punto d’incontro tra Oriente e Occidente che spazia dalla Bibbia all’induismo, dal buddismo al sufismo fino a Nietzsche.

 
Un classico intramontabile che può essere letto da ognuno indipendentemente dal pensiero politico e/o religioso, in quanto la saggezza, quella che proviene dall’esperienza e dall’attenta osservazione di noi stessi e del mondo che ci circonda, si libera di ogni preconcetto che politica e religione tendono ad  imporre.
Un libro breve, ma che richiede un tempo per essere assimilato e quindi, a mio parere, non è  consigliabile leggerlo tutto in una volta.

Ho riscontrato molte analogie con un altro libro, Il manoscritto ritrovato ad Accra, pubblicato da Coelho e già recensito da me in questo blog. Ciò fa ben intendere che un tempo i profeti erano numerosi e solo qualcuno è divenuto famoso forse perché scelto come esempio.
Ogni pensiero non vuole essere insegnamento, ma invito alla riflessione.

Dal libro:

Strano che tutti noi difendiamo le nostre colpe con più vigore di quanto ne impieghiamo per fare le cose giuste.

Una volta ogni cent’anni Gesù di Nazareth incontra Gesù del Cristiano in un giardino tra le colline del libano. E parlano a lungo; e ogni volta Gesù di Nazareth se ne va via dicendo a Gesù del Cristiano: “Amico mio, temo proprio che non potremo mai e poi mai trovarci d’accordo.”

Buona lettura by Lisa


05 gennaio, 2016

QUANDO ALL'ALBA SAREMO VICINI - KRISTIN HARMEL


Ho adorato il primo libro dell'autrice edito in Italia, Finchè le stelle saranno in cielo, così ho atteso con trepidazione l'uscita di questo romanzo.

Il romanzo inizia con una giovane coppia felice, Kate e Patrick sposi da pochi mesi hanno un piccolo diverbio ma poi tutto si appiana e si salutano con l'idea di una cena speciale. Peccato che quella cena non ci sarà mai perché Patrick verrà a mancare poco dopo.

Sono passati circa dodici anni da allora, Kate è diventata una musicoterapeuta per bambini con bisogni speciali e convive con Dan, un uomo apparentemente perfetto con cui ha una storia da un paio d'anni.

Dan chiede a Kate di sposarlo, lei un po' frastornata accetta subito ma poco dopo iniziano i dubbi visto che ha appena scoperto di non poter avere figli.

Allo stesso tempo Kate inizia a fare dei sogni che sembrano reali, sogna di una vita parallela col suo Patrick ormai con qualche ruga e una loro figlia di nome Hannah. I sogni turbano ulteriormente Kate tanto da allarmare la sua famiglia e la sua amica Gina ma, allo stesso tempo, desidera continuare a farne per vivere col suo defunto marito ed essere madre.

Grazie ai sogni, Kate si avvicina alla realtà degli ipoacusici e così inizia a frequentare un corso per il linguaggio dei segni dove conosce Andrew, un avvenente assistente sociale che si occupa di bambini con bisogni particolari, un po' come lei.

Meglio la realtà o i sogni? E' su questo che si interroga ad un certo punto Kate, poiché entrambe le sue "possibili vite" di fatto non sono perfette, inevitabilmente manca qualcosa in ciascuna.

Inevitabilmente si viene spinti a riflettere, è possibile andare avanti se si resta ancorati al passato? 

Kate impara che bisogna vivere il presente, il qui e l'ora, senza aspettare passivamente un futuro diverso, ne rimpiangere quello che sarebbe potuto essere. Alla fine siamo il risultato degli eventi che ci capitano, belli o brutti che siano perché anche da qualcosa di tremendo può nascere qualcosa di bello.

Un pizzico di magia che si scontra con la dura realtà dei fatti, numerosi i temi affrontati tra cui maternità, disabilità, perdita ma anche amore e famiglia. Una lettura che sa di familiare ed intimo, toccante e coinvolgente.


01 gennaio, 2016

L'ANNO CHE VERRA'


Ebbene, siamo all'inizio di un nuovo anno e le premesse nel mio caso sono migliori del solito: meno esami, meno chili, più uscite, nuove conoscenze.

Ogni volta si parla dei propositi per il nuovo anno ma, secondo voi, hanno davvero senso?

Solitamente è una lista di obiettivi più o meno possibili ma, a che scopo?

E se ci proponessimo di vivere senza troppi affanni nonostante i problemi e le avversità che più o meno tutti abbiamo? Personalmente, ho deciso di vivere questo nuovo anno così, con una sorta di sorriso speranzoso ma non troppo.

Alla fine è inutile fare troppi piani, credo ormai da tempo che bisogna vivere giorno per giorno magari con delle semplici visioni del futuro, avere dei piani ma flessibili.

Voi come la vedete? Come si prospetta il vostro 2016?

In ogni caso auguro a tutti serenità e prosperità, che i vostri desideri possano essere prima o poi esauditi.






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