16 ottobre, 2016

INFERNO (film) di Ron Howard


Ammetto di non aver ancora letto il libro, è lì in attesa, nell’infinita lista di libri che aspettano di essere letti. A differenza de; “Il codice da Vinci” e “Angeli e Demoni”, sono andata a vedere il film con solo una vaga idea di cosa avrei visto.
Il film inizia con il nostro famoso professore Robert Langdon, esperto in simbologia, in ospedale con un trauma cranico e con un amnesia temporanea. Con l’aiuto della dottoressa Sienna Brooks, ritroverà i ricordi e aiuterà a svelare un nuovo mistero, questa volta nascosto nell’opera più famosa di Dante. In una lotta contro il tempo, cercherà di fermare un’epidemia, un virus letale capace di decimare la popolazione mondiale. 
Tratto dall’omonimo best seller di Dan Brown, Inferno è girato in gran parte in Italia tra Firenze e Venezia. Tra codici e messaggi nascosti, spie, assassini, fughe inverosimili e corse a rotta di collo tra le vie di due splendide città, il tutto si svolge nell’arco di un giorno.
Il film, in generale, mi è piaciuto, ritmo molto più veloce rispetto ai precedenti film e davvero belle le riprese aeree sulle nostre città.
Non mi è piaciuto il finale rocambolesco, le classiche lotte all'ultimo minuto e non ho apprezzato alcuni luoghi comuni sugli italiani o le tipiche frasi “siamo in Italia”, come se in America fossero tutti santi e perfetti…

Stefy

05 ottobre, 2016

HARRY POTTER E LA MALEDIZIONE DELL'EREDE di J.K. Rowling

di; Rowling J. K.; Tiffany John; Thorne Jack
pag  368

È sempre stato difficile essere Harry Potter e non è molto più facile ora che è un impiegato del Ministero della Magia oberato di lavoro, marito e padre di tre figli in età scolare. Mentre Harry Potter fa i conti con un passato che si rifiuta di rimanere tale, il secondogenito Albus deve lottare con il peso dell'eredità famigliare che non ha mai voluto. Il passato e il presente si fondono minacciosamente e padre e figlio apprendono una scomoda verità: talvolta l'oscurità proviene da luoghi inaspettati. 

 ***

Dopo nove anni dall’ultimo libro della serie fantasy più famosa del mondo, torniamo a Hogwarts.
Per prima cosa, dopo aver letto in giro per il web, molti commenti di lettori delusi, voglio dire che questo libro NON è un romanzo. Harry Potter e la maledizione dell’erede è un’opera teatrale, il libro è la sceneggiatura. C’è scritto anche sulla copertina, quindi basta lamentele, in molti hanno comprato il libro pensando di leggere un romanzo, invece ci sono solo i dialoghi. Anch’io all’inizio non ero entusiasta né convinta da questo libro diviso in atti e in tempi ma la storia mi è piaciuta.


La storia inizia al binario 9 e ¾, diciannove anni dopo la sconfitta di Voldemort, dove ritroviamo Harry, Ron, Hermione e Ginny ormai adulti e genitori che accompagno i figli a prendere il treno in partenza per Hogwarts.
Harry ormai trentasettenne, è un funzionario del ministero, Hermione è diventata primo ministro, Ron gestisce un negozio di scherzi e Ginny è una giornalista sportiva, ma il protagonista di questa storia è Albus, il secondo figlio di Harry, che già durante il primo giorno di scuola, capiamo che è l’esatto opposto del suo genitore famoso. Tra un salto nel tempo all’altro, passiamo dal primo anno scolastico di Albus, fino al quarto. Il ragazzo sempre in conflitto con il padre, a scuola trova un grande amico in Scorpius, figlio di Draco (Malfoy, nemico di Harry in tutti i sette libri) anche quest’ultimo, per niente simile al padre, aiuterà Albus a “ritornare sulla retta via”.
Quello che non mi è piaciuto in questo libro sono i nomi di alcuni personaggi, come nella nuova edizione della serie di Harry Potter, sono stati usati i nomi originali, quando per sette libri (e otto film) eravamo abituati, ad esempio, alla professoressa McGranit e non McGonagall…
Libro divorato in un pomeriggio piovoso, spero che un giorno, la Rowling, trasformi questa ottava storia in un romanzo.

Stefy
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