20 agosto, 2014

UNA STANZA PIENA DI SOGNI - RUTA SAPETYS

Josie ha 17 anni, non ha mai conosciuto suo padre ma ha una madre troppo ingombrante che si prostituisce e non l’ha mai amata davvero.

Il titolo fa riferimento, suppongo, alla stanza dove Josie vive di fatto, sopra la libreria in cui lavora. E’ quello il suo rifugio sin da quando era bambina visto che sua madre la trattava con cattiveria e vive in una casa d’appuntamenti  dove lei fa da domestica al mattino.

Sono entrata subito in empatia con la giovane Josie, priva di famiglia ma ricca di amicizie sincere, seppure spesso discutibili come la maitresse Willie, una donna burbera che però si preoccupa davvero per lei.
Il mistero del delitto di quel signore tanto gentile che le aveva augurato il meglio in libreria, il riemergere di vecchi rancori e paure rendono il romanzo in parte giallo mentre il primo bacio, le cotte tra i giovani protagonisti e i rapporti personali lo rendono un rosa.

Josie, a suo modo, è un’eroina, nonostante le avversità che la vita le ha riservato va avanti nella vita e non smette di sognare un futuro migliore fatto di istruzione e soprattutto lontano da New Orleans.
Quando sua madre, per l’ennesima volta, sarà colpevole di un grave furto ai suoi danni le speranze di Josie sembrano dissolversi così come il briciolo d’affetto per una madre che, come ultimo ricordo di se, la lascia invischiata con la malavita locale.
Riuscirà Josie, secondo voi, ad uscire dall’ennesimo guaio e a realizzare i suoi sogni? Leggetelo e lo scoprirete.

Un romanzo davvero interessante, tocca più corde, quelle del cuore e quelle della ragione. Letto quasi tutto d’un fiato, molto scorrevole.


15 agosto, 2014

UN PIZZICO DI... curiosità su Ferragosto


Oggi è il giorno di ferie per antonomasia ma, sapete perchè?

Il 15 agosto è in rosso sul calendario non perchè Ferragosto sia una festa nazionale ma, perchè è un'importante festa religiosa dedicata alla Madonna e quindi come l'1 gennaio e l'8 dicembre è una festività anche lavorativa.

Oggi, infatti, si celebra l'Assunzione di Maria in Cielo, un dogma cattolico nel quale viene affermato che Maria, dopo la morte, fu trasferita in Paradiso sia con l'anima che con il corpo, cioè fu assunta, accolta in cielo. L'Assunzione di Maria, nel pensiero cattolico, è un'anticipazione della resurrezione della carne, che per tutti gli altri uomini avverrà soltanto alla fine dei tempi, con il Giudizio universale.
Il dogma cattolico è stato proclamato da papa Pio XII il 1º novembre 1950 ed è stata l'unica occasione in cui un pontefice ha fatto uso dell'infallibilità papale ex cathedra, definita formalmente nel 1870. La Chiesa dunque riconosce che in questa specifica occasione il papa ha proclamato un dogma esercitando l’uffizio di Pastore e Dottore di tutti i cristiani, e quindi con il carisma dell'infallibilità.
Numerose chiese sono dedicate all'Assunta, l'ultima in cui mi sono casualmente imbattuta è la cattedrale di Ostuni.

Il termine Ferragosto, poi, vi siete mai chiesti per cosa stia? 
Tale termine deriva dalla locuzione latina feriae Augusti (riposo di Augusto) indicante una festività istituita dall'imperatore Augusto nell'8 a.C. che si aggiungeva alle esistenti e antichissime festività cadenti nello stesso mese per celebrare i raccolti e la fine dei principali lavori agricoli. L'antico Ferragosto aveva lo scopo di collegare le principali festività agostane per fornire un adeguato periodo di riposo, anche detto Augustali, necessario dopo le grandi fatiche profuse durante le settimane precedenti.

Nel corso dei festeggiamenti, in tutto l'impero si organizzavano corse di cavalli e gli animali da tiro venivano dispensati dal lavoro e agghindati con fiori. Tali antiche tradizioni rivivono oggi, pressoché immutate nella forma e nella partecipazione, durante il "Palio dell'Assunta" che si svolge a Siena il 16 agosto. La stessa denominazione "Palio" deriva dal "pallium", il drappo di stoffa pregiata che era il consueto premio per i vincitori delle corse di cavalli nell'Antica Roma.
Nell'occasione, i lavoratori porgevano auguri ai padroni, ottenendo in cambio una mancia: l'usanza si radicò fortemente, tanto che in età rinascimentale fu resa obbligatoria nello Stato Pontificio. 

Venendo ai giorni nostri, la tradizione popolare della gita di Ferragosto nasce durante il ventennio fascista. A partire dalla seconda metà degli anni venti, nel periodo ferragostano il regime organizzava centinaia di gite popolari, grazie all'istituzione dei "Treni popolari di Ferragosto", con prezzi fortemente scontati.
L'iniziativa offriva la possibilità anche alle classi sociali meno abbienti di visitare le città italiane o di raggiungere le località marine o montane. L'offerta era limitata ai giorni 13, 14 e 15 agosto e comprendeva le due formule della "Gita di un sol giorno" e della "Gita dei tre giorni" .
Durante queste gite popolari la maggior parte delle famiglie italiane ebbe per la prima volta la possibilità di vedere con i propri occhi il mare, la montagna e le città d'arte. Dato che le gite non prevedevano il vitto, nacque anche la collegata tradizione del pranzo al sacco.

Detto ciò, auguro a tutti voi almeno un giorno di riposo e svago in questa pazza estate!





09 agosto, 2014

UNA PICCOLA LIBRERIA A PARIGI - NINA GEORGE


Monsier Perdu ha 50 anni e vive a Parigi, solo in tutti i sensi da vent'anni, il suo mondo sono solo i libri ed infatti è il titolare di una farmacia libraria dove vende o meglio consiglia libri come fossero medicine per l'anima. L'arrivo nel suo palazzo di Catherine, lasciata dal marito, lo riporterà indietro al suo amore giovanile e, complice una lettera dimenticata in un cassetto, a scoprire la verità sulla sua fine.

La libreria di Jean Perdu è su una barca ormeggiata ormai da anni, in uno slancio di vitalità, però, egli decide di liberarla verso il mare e si ritrova come compagno di viaggio un giovane e famoso scrittore in crisi, anche egli suo vicino di casa, Max. Tra i due si instaurerà un bel rapporto, quasi padre-figlio che sopperisce alle rispettive mancanze di tali figure.

Durante il viaggio, le loro vite si arricchiscono di storie ed esperienze nonchè di conoscenze perchè la libreria galleggiante si arricchisce di occupanti che non voglio svelarvi.

La verità, dolorosa, emerge pian piano e Jean, da "perduto" finalmente ritrova se stesso ed è pronto ad amare di nuovo. Perchè l'amore non può essere una condanna e senza non è vita.

All'inizio il romanzo è un po' lento, la sofferenza di Jean lo ha annientato, la sua è una vita passiva quasi sempre e così il suo nome sembra calzargli a pennello.

L'autrice accomuna cucina e libri, due delle mie passioni come sapete, verso la fine ci regala quindi delle ricette di cucina provenzale citate nel romanzo.

Infine, troviamo un prontuario da farmacista dell'anima, con suggerimenti libreschi per ogni sorta di pena o quasi.

Originale e molto intimo, vengono trattati i temi dell'amore nelle sue forme, della morte e dell'amicizia attraverso le storie di tutti i personaggi e non solo del protagonista.

Sposa l'idea che la lettura possa lenire le ferite, aiutarci a riflettere su alcune cose anche se, la vita va vissuta e come lo stesso Jean dice, il libro più importante è quello che viviamo giorno per giorno.


03 agosto, 2014

PER DIECI MINUTI di Chiara Gamberale


Dieci minuti al giorno. Tutti i giorni. Per un mese. Dieci minuti per fare una cosa nuova, mai fatta prima. Dieci minuti fuori dai soliti schemi. Per smettere di avere paura. E tornare a vivere. Tutto quello con cui Chiara era abituata a identificare la sua vita non esiste più. Perché, a volte, capita. Capita che il tuo compagno ti abbandoni. Che tu debba lasciare la casa in cui sei cresciuta. Che il tuo lavoro venga affidato a un altro. Che cosa si fa, allora? Rudolf Steiner non ha dubbi: si gioca. Chiara non ha niente da perdere, e ci prova. Per un mese intero, ogni giorno, per almeno dieci minuti, decide di fare una cosa nuova, mai fatta prima.
Questa la sintesi del libro.
Ho trovato questo romanzo molto originale. 
Già nell'impostazione...una sorta di diario su cui annotare i dieci minuti di "esercizi quotidiani". E così tra una passata di smalto di un colore insolito, una camminata all'indietro, un punto e croce, un corso di cucina e tanto altro, Chiara scopre che un giorno trasmette all'altro nuove possibilità
...nuovi modi di essere, di vivere, che prima nemmeno prendeva in considerazione. Anche una nuova lei o forse quella che è sempre stata, ma non sapeva nemmeno di essere.
Per arrivare a chiedersi se dobbiamo solo essere grati agli altri di quello che fanno al posto nostro.
Perchè in realtà mentre ci assolvono da un'incombenza, ci tolgono anche la possibilità di un'esperienza.
E perchè è faticoso non essere a disposizione di chi amiamo. Ma a volte tocca. Perchè quella disponibilità infinita non aiuta noi e non aiuta  loro.

Buona lettura e buoni 10 minuti!!  

Laura



01 agosto, 2014

ESPRIMI UN DESIDERIO - editoriale di Laura -

Ogni tanto, capita di sentire di persone in là con gli anni che conseguono un titolo di studio.
E' come se a un certo punto della loro esistenza, affiorasse un desiderio impellente, urgente, per colmare una qualche lacuna o forse una qualche paura, di non aver "conosciuto" abbastanza.
Sarà che il tempo scorre, anzi corre e lo afferro al volo.
E in quell'attimo, se mi fermo a riflettere, mi prende quella paura, di non essere immortale, certo, ma soprattutto la consapevolezza di non aver rincorso i miei desideri, ma solo assecondato dei doveri.
Di fatto, di non aver scelto.
Non mi rimprovero nulla, perderei altro tempo.
Ma a questo punto, cosa desidero?
Spesso, desidero tempo per me stessa e adesso che me lo sto concedendo, per assurdo non so dargli nè un nome, nè un senso.
Cosa desidero?
Me lo voglio chiedere con leggerezza...
Come tutti, ho molti sospesi, ma quelli più che desideri sono lavori in corso e non fanno testo.
Mentre settembre è alle porte e il nuovo anno inizia sempre da qui.
Cosa voglio assolutamente metterci dentro?
Tre desideri:
Vorrei innamorarmi di nuovo.
Innamorarmi della vita.
Perchè ogni impulso parte da lì, dal cuore, dall'Amore.
Vorrei ritornare a scrivere, come facevo da ragazza, perchè scrivere, da sempre, ha dato un senso e una voce alla mia esistenza.
Vorrei imparare a ballare.
Un bel tango.
Così sensuale e liberatorio nei movimenti... vorrei farlo mio... per poi riuscire a perdermi in quella sua musica quasi mistica e meditativa.

In realtà, vorrei solo svegliarmi una mattina, senza sveglia e senza programmi.

Non preoccuparmi di niente e di nessuno.
Concedermi il lusso di parlare con chi mi pare e fare quello che mi pare.
Fermarmi quando mi pare e dire di no, tutte le volte che mi pare.
Vivere ogni giorno come fosse unico...lasciare che la vita accada, che sia, che si riveli.
Di sorprendermi a sorprenderla, prima che lei lo faccia con me.
Riducendo le aspettative e lasciando andare un po' il controllo.
Avere il coraggio di prendere in mano la mia vita e di viverla.

Laura















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