04 ottobre, 2011

Doppio sogno

Doppio sogno
di Arthur Schnitzler


Un medico e la moglie conducono una vita di quieta felicità, ma un ballo in maschera e l'incontro con due misteriose figure in domino rosso, fanno precipitare i protagonisti in una nottata di incomprensibili avventure, di cui risulterà impossibile discernere la realtà dal sogno. Una novella in cui si coglie l'eco delle teorie psicanalitiche su cui lavorò Freud in quegli stessi anni e infatti di questo libro avevo letto che è stato sopravvalutato per speculare  sul connubio Schnitzelr-Freud. 

La scrittura di Arthur Schnitzler è scorrevole e gradevole, regalando al lettore una vicenda affascinante per le sue tinte carnevalesche in un’ambiente cupo tipico delle città austriache. E' sì ben scritto e in sè la storia è molto originale per l'epoca in cui fu stesa, piena di attese disattese, desideri non realizzati, ma è anche una lettura che, secondo me, porta un po' fuori dalla realtà, nei pensieri di insoddisfazione dopo certi slanci, nel bisogno di riscattarsi mentre il protagonista si rende conto della profonda crisi coniugale in cui si trova e del dover prendere coscienza di tante cose di sè mai analizzate. 

I due personaggi , Fridolin e la moglie giungono a comunicarsi le proprie fantasie amorose suscitate dal ballo in maschera di una sera prima, sperando che una confessione aperta riuscisse a sollevarli dalla tensione e dalla diffidenza divenuta a poco a poco insopportabili col tempo. Invece scoprono che ognuno ha come vissuto separatamente quei momenti, mettendo in crisi le sicurezze del protagonista. E siccome la sicurezza di sé è uno dei valori cui poggia l’amor proprio di Fridolin, egli sente la necessità di riscattarsi dalla delusione suscitata dalle parole della moglie.
Pur essendo lei il personaggio secondario, è al tempo stesso più importante dell’intera vicenda erotica di tradimenti immaginari di Fridolin, il quale si scopre geloso ma troppo orgoglioso per confessare di esserne stato profondamente toccato.
Nei sette capitoli che compongono il romanzo,  Albertine è realmente presente in quattro capitoli soltanto dei quali in tre come antagonista diretta, ma, di fatto, non c’è capitolo che non la contenga, visto che Fridolin pensa continuamente a sua moglie, al fatto di aver scoperto solo dopo alcuni anni i meccanismi mentali della moglie che fanno vacillare  l’intimità e ogni cosa vissuta  insieme fino a quel punto.
Nel proseguire la lettura è da notare che tutti i personaggi femminili entrati in relazione col protagonista sono  figure fragili, bisognose di protezione, come se Fridolin vuol essere l’eroe che le salva. In effetti si recepisce che servono a compensare la perdita immaginata della moglie e  diventano oggetto di un desiderio ulteriore, di rivalsa sociale, di controllo della realtà circostante e del futuro. Ma ad un certo punto il percorso interiore del pensiero di Fridolin si trasforma in una sorta di giallo in cui tutto è da verificare all’esterno. Ecco che Schnitzler impiega allora situazioni poliziesche, da detective e che inducono il lettore avedere la vicenda dal suo interno.
Buona lettura da Stefylù

1 commento:

fenix ha detto...

Avevo visto il film di Kubrick e non mi era piaciuto molto...vero è che i film tratti dai libri non lo sono quasi mai. Quindi grazie per la segnalazione del libro :)

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