26 gennaio, 2015

"Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei"


Ci avete mai fatto caso? Una parte dei nostri rapporti è, in un certo senso imposta, quali parenti stretti e colleghi di lavoro, ma un’altra parte la scegliamo noi. E questa parte riguarda la schiera delle amicizie e degli affetti.

E sì, perché gli amici e il partner sono proprio scelte nostre, personali e che dicono tanto di noi. Anzi, forse sono gli unici campi in cui, facendo una scelta, esprimiamo molto di noi stessi.

Facile o forse semplicistico pensare “questo mi capita e questo prendo”, ma in realtà è una scusa che troviamo. Ed è forse proprio questa scusa che mi capita di sentire spesso che mi ha portato a questa riflessione oggi. Non che io ne sia sempre stata immune, eh. Anche io ho fatto i miei errori e incolpato un dispettoso destino con questa scusa. Solo che poi ho capito l’importanza della scelta e riconosciuto i miei errori, i miei abbagli. Che poi a questo serve sbagliare: ad imparare.

Diciamocela in modo chiaro: se siamo persone fatte in un certo modo, cercheremo persone a noi simili. Non si dice anche chi si somiglia si piglia? Appunto.

Chiaramente non mi riferisco alle persone che si incontrano nella vita. Lì veramente siamo allo sbaraglio e c’è di tutto. Ma è quello che noi “tratteniamo” proprio per scelta che fa la differenza.

Se siamo ad esempio persone che amano la correttezza, potremo sì incontrare sul nostro cammino persone scorrette, anzi direi che è inevitabile, ma difficilmente ci instaureremo legami. Anzi, tenderemo a tenerle una certa distanza di sicurezza, soprattutto dopo averle riconosciute. Perché basta un po’ di tempo e si riconoscono. Ah se si riconoscono!

Oppure, se ci consideriamo pacifici, difficilmente ci legheremo a persone distruttive. E purtroppo, anche con i migliori intenti, quando si pensa di poter cambiare in meglio quella persona, si sta già commettendo un passo falso, perché noi non siamo superiori o migliori e non possiamo avere la pretesa di cambiare gli altri a nostro piacimento. Quel che dobbiamo ricordare è che siamo semplicemente diversi. Forse.

Se siamo persone oneste, difficilmente riusciremo a costruire rapporti seri con persone disoneste, quindi estremamente diverse. Se anche dovesse capitare, perché non ce ne siamo resi conto per tempo, verrà sempre un momento in cui la realtà ci investirà e lì, con la scelta seguente, classificheremo noi stessi.

Io vivo da sempre in un quartiere difficile. Lasciarmi trascinare sarebbe stato fin troppo facile, come è capitato a molti. Ma a me e ad un discreto numero di persone non è capitato. Il motivo? Perché abbiamo compreso la differenza tra il vivere in un luogo e intrattenere rapporti di civile cortesia e il frequentare assiduamente le persone che vi abitano. Abbiamo fatto una scelta. Così come ha scelto, liberamente, chi ha frequentato l’altra tipologia.

Cosa può legare una persona disinteressata con un’opportunista? Nulla. Se il legame avviene, forse un pizzico di opportunismo in noi è presente e ci porta a scegliere una persona così.  Perché a volte la differenza vera è la misura che è presente in ognuno di noi.

Ma se, giusto per citare uno solo degli esempi appena scritti, ci definiamo pacifici e poi scegliamo di frequentare persone distruttive, inutile raccontarci favolette di eventi sfortunati o altro: c’è qualcosa in noi che tanto pacifico non è.

Se io sento, avverto nel profondo, di essere diverso come tipologia, sarà questo mio modo di essere a guidarmi nelle scelte e a fare una selezione, in primis, istintiva. Non vi è forse mai capitato di frequentare qualcuno che credevate in un modo e poi, nella cerchia stessa dei suoi conoscenti, vi siete sentiti a disagio? Desiderosi di fermare quella relazione? A me è capitato. E capita ancora.

Certo, non sempre è facile fare una valutazione agli inizi di un rapporto. Anzi, spesso ci lasciamo prendere da uno spirito nobile che ci spinge a non giudicare una persona. Ma non confondiamo il giudizio con una sana valutazione.  Ce lo ricordiamo quando i nostri genitori volevano conoscere chi frequentavamo? Quanto ci siamo arrabbiati quando non hanno ritenuto adatti questi amici! Quanto ci sono sembrati ingiusti! E oggi? Oggi che dobbiamo assumere quelle stesse posizioni? Li comprendiamo meglio? Perché, se non è un discorso estremo (tipo il razzismo), è solo un insegnamento che ci hanno dato. Un insegnamento che possiamo usare ancora oggi. Quando conosciamo qualcuno, soffermiamoci un attimo ad osservare le persone di cui ama circondarsi. Quelle persone ci “diranno” tanto di chi stiamo conoscendo. Forse non tutto, ma tanto. Il resto, poi, sta a noi decidere di scoprirlo oppure no.

Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei…

by Lisa

1 commento:

Lisa Agosti ha detto...

Che bello questo post... sono perfettaemente d'accordo e mi sono sentita sorretta nelle mie scelte leggendo queste parole. Non è facile rimanere se stessi quando ci si trova in un gruppo di persone con valori e abitudini diversi dai propri. Si cerca sempre qualcuno che ci assomigli, per sentirci a casa anche quando siamo lontani.

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