07 dicembre, 2014

MAGIC IN THE MOONLIGHT





Un famoso illusionista inglese, Stanley, nome d'arte Wei Ling Soo, viene ingaggiato con lo scopo di smascherare una giovane sedicente sensitiva, Sophie, sospettata di essere mossa da scopi fraudolenti ai danni di ricchi personaggi della Costa Azzurra.

 Stanley rimane profondamente impressionato da Sophie (in trance rivela addirittura particolari della vita privata dell'uomo) tanto che le sue certezze razionali cominciano a vacillare.

 

Regista e sceneggiatore, Woody Allen come sempre usa con maestria le sfumature più delicate dell’ironia per parlare d’amore anche in modo velatamente dissacrante.

Il tema principale della storia, ambientata nel 1928, è la voglia di credere nella magia, ciò che ci spinge a farlo e l'uso che se ne fa.

Quella magia che toglie potere alla ragione e ne concede troppa alla fede. La stessa magia che riesce ad alimentare una felicità effimera e che muove le trame stesse dell’amore, che, come si dimostra nel film, è forse l’unica vera magia che esista.

E il confine che separa l’illusione dalla realtà diventa quasi impercettibile.

L’ingrediente vincente del film, è un cast di alto livello e al di là dei protagonisti, risaltano due personaggi: Howard Burkan che ricorda molto lo stesso Allen e la simpaticissima Zia Vanessa, fiore all’occhiello di tutto il film.

Da vedere per sorridere e soprattutto per riflettere.

Buona visione

By Lisa

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