Li vedi avanzare senza
esitazione, come pronti a sfondare un muro. Poco importa se il muro sei tu che
arrivi in direzione contraria. Loro non ti guardano. Non possono più farlo.
Li vedi seduti ed in piedi nei
mezzi pubblici. Anche quando sono affollati, loro stanno rintanati nel loro
piccolo spazio, senza lamentarsi, scomporsi. Il loro gesto è continuo. Non
importa dove e quando. L’importante è ripeterlo. Non possono smettere di farlo.
Non ci riescono.
Li vedi fermi in attesa, con il
senso del tempo che sfugge loro via. Non guardano più l’orologio sul polso per
sapere che ora è. Guardano via internet un’ora che non ha più lo stesso senso
dello scandire il tempo. Forse non sanno neanche più cosa sia un time out.
Li vedi muovere le dita in un
movimento continuo. Forse giocano, forse navigano in rete, forse sono su
qualche network. Ogni loro azione viene compiuta con le dita. Anche un dialogo
perde l’uso della parola e predilige la scrittura digitale. Si stanno lasciando
portar via la voglia di parlare. Non sanno opporsi. Tra un po’ non sapranno
neanche più cosa significhi realmente “opporre resistenza” e dire un “no!”.
Li vedi sedersi a tavola con il
loro piccolo mondo frutto del progresso. A stento si accorgono di cosa
mangiano. La loro attenzione è completamente catturata altrove, in un mondo in
cui tutto è facile, basta scaricare un’app. Forse anche per riattivare il senso
del gusto necessitano di un’applicazione… ehm… chiedo venia, di un’app.
Li vedi sempre più assenti. Per
trovarli devi cercarli in un mondo virtuale, dove il senso del reale diventa
sempre meno rilevante. Anche la loro personalità diventa virtuale. Un giorno li
si potranno spegnere ed accendere come un tablet. A comando. E chi premerà quel
tasto sarà fiero del lavoro compiuto, perché saprà di esser riuscito a creare
una generazione di automi incapaci di relazionarsi, opporsi, protestare,
scegliere, cercare, scoprire e, soprattutto, essere veramente se stessi.
Una generazione di isolati, resi
inabili a vivere la vita, quella reale, dove quando cammini guardi dove metti i
piedi, le vetrine, i volti delle persone, ascolti le parole, i toni, decidi da
solo ciò che ti piace o meno e se dire sì o no.
Una vita dove la lamentela per
qualcosa che non va si trasforma in protesta e poi in conquista.
Una vita dove osservi le lancette
dell’orologio che scandiscono un ritmo, il ritmo del proprio tempo.
Una vita dove chi vuole detenere
il controllo trova fiera resistenza e fa abbassare la testa a chi vuole dirci
come vivere.
Una vita che ha gusto e ne riesci
a sentire gli infiniti sapori, dal dolce all’amaro.
Una vita in cui scopri ciò che si
sta perdendo: la meraviglia di staccarsi da una “macchina” per avere a che fare
con persone vere, reali, che si possono toccare e guardare negli occhi.
Forse un giorno qualcuno di loro
leggerà qualcosa di simile dal proprio dispositivo chiedendosi se esiste
davvero questa vita reale. Forse quel giorno… li vedrai finalmente alzare la
testa e guardare il mondo con lo stupore di un bambino.
Buone feste a tutti
By Lisa
2 commenti:
Condivido tutto quello che hai scritto!
Ciao ragazze! Vi ho scoperto da poco e avete tutta la mia ammirazione in questo bel progetto che vi siete impegnate a portare avanti! Il blog richiede tempo e fatica e dividersi i compiti penso sia un'ottima idea! Sono approdata sul vostro blog e questa "poesia" mi è arrivata dritta al cuore, bellissime parole!!! Mi sono unita volentieri ai vostri lettori e vi invito a partecipare a un Giveawey in corso sul mio blog, ci sono ben 12 libri in palio per 6 vincitori! Se vi va di passare da me vi lascio il link:https://incantodeilibri.blogspot.it/2016/11/waiting-for-christmasgiveawey-super.html?showComment=1480598951691#c5824301059278063674
Vi aspetto!
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