Ho adorato il primo libro dell'autrice edito in Italia, Finchè le stelle saranno in cielo, così ho atteso con trepidazione l'uscita di questo romanzo.
Il romanzo inizia con una giovane coppia felice, Kate e Patrick sposi da pochi mesi hanno un piccolo diverbio ma poi tutto si appiana e si salutano con l'idea di una cena speciale. Peccato che quella cena non ci sarà mai perché Patrick verrà a mancare poco dopo.
Sono passati circa dodici anni da allora, Kate è diventata una musicoterapeuta per bambini con bisogni speciali e convive con Dan, un uomo apparentemente perfetto con cui ha una storia da un paio d'anni.
Dan chiede a Kate di sposarlo, lei un po' frastornata accetta subito ma poco dopo iniziano i dubbi visto che ha appena scoperto di non poter avere figli.
Allo stesso tempo Kate inizia a fare dei sogni che sembrano reali, sogna di una vita parallela col suo Patrick ormai con qualche ruga e una loro figlia di nome Hannah. I sogni turbano ulteriormente Kate tanto da allarmare la sua famiglia e la sua amica Gina ma, allo stesso tempo, desidera continuare a farne per vivere col suo defunto marito ed essere madre.
Grazie ai sogni, Kate si avvicina alla realtà degli ipoacusici e così inizia a frequentare un corso per il linguaggio dei segni dove conosce Andrew, un avvenente assistente sociale che si occupa di bambini con bisogni particolari, un po' come lei.
Meglio la realtà o i sogni? E' su questo che si interroga ad un certo punto Kate, poiché entrambe le sue "possibili vite" di fatto non sono perfette, inevitabilmente manca qualcosa in ciascuna.
Inevitabilmente si viene spinti a riflettere, è possibile andare avanti se si resta ancorati al passato?
Kate impara che bisogna vivere il presente, il qui e l'ora, senza aspettare passivamente un futuro diverso, ne rimpiangere quello che sarebbe potuto essere. Alla fine siamo il risultato degli eventi che ci capitano, belli o brutti che siano perché anche da qualcosa di tremendo può nascere qualcosa di bello.
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