09 novembre, 2013

NOVEMILA GIORNI E UNA SOLA NOTTE - JESSICA BROCKMOLE


Il romanzo si svolge in parallelo nel tempo ed in forma epistolare. In primis abbiamo le lettere scambiate tra il 1912 e il 1915 tra Elspeth, una giovane poetessa scozzese dell'isola di Skye, e David, uno studente americano dell'Illinois suo fan. Vi sono poi le lettere del 1940 che vedono protagonista principale Margaret, una giovane edimburghese che comunica principalmente col suo amico di penna-innamorato Paul e sua madre.

Le lettere tra Elspeth e David diventano amichevoli e poi sempre più intime col tempo, quando lui ammetterà di amarla ormai, lei non potrà che confermare la stessa cosa, sebbene non si siano mai incontrati.

Elspeth ha più di un segreto e, col tempo, sarà costretta a rivelarli a chi tiene.

Margaret non sa chi sia suo padre ne conosce tutta la famiglia di sua madre, ha provato a chiederle più volte spiegazioni ma la madre è sempre rimasta sulle sue. Lo scoppio della seconda guerra mondiale ha catapultato nuovamente nell'ansia la madre di Margaret e, a seguito di una bomba vicinissima a casa, vengono fuori delle misteriose lettere. Margaret riesce ad impossessarsi di una lettera ma è indirizzata ad una certa Sue dell'isola di Skye ed il mittente è un'americano, chi mai potranno essere e perchè sua madre custodiva tanto gelosamente quelle lettere?

Che rapporto c'è tra gli scambi epistolari nel periodo della prima guerra mondiale e quelli della seconda?

Il ritorno della guerra spingerà Elspeth a rituffarsi nel passato e cercare il suo amato in ogni modo mentre, allo stesso tempo, Margaret inizia ad investigare per scoprire finalmente qualcosa di suo padre e comprendere meglio sua madre.

Una storia allo stesso tempo drammatica e romantica, mi ha tenuta incollata per ore finchè non mi son imposta di andare a dormire. La brevità delle lettere da un ritmo veloce all'intera lettura e spinge il lettore a scoprire cosa contiene la missiva successiva, sia nel passato che nel presente.

Oggigiorno ci stupiamo ancora degli amori nati in chat o sui social che godono di numerosi mezzi per nascere e svilupparsi anche a distanza quando, un secolo fa, ci si innamorava anche a lunghissime distanze semplicemente con carta e penna, dai racconti di parenti so che molti si sposavano addirittura per procura senza essersi mai incontrati.

Alcuni interrogativi, alla fine, sorgono spontanei. A cosa siamo disposti a rinunciare in nome dell'amore? Fino a che punto saremmo disposti ad arrivare per vivere a pieno questo sentimento? Si dice che l'AMORE sia il motore dell'universo, beh, a vari livelli io ci credo, e voi?

Si può immaginare parte della storia ma, davvero, alcuni colpi di scena sono stati davvero imprevedibili! Lascio a voi scoprirli!


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