01 luglio, 2012

L'ATTESA


(...)Or la squilla dà segno
della festa che viene;
ed a quel suon diresti
che il cor si riconforta.
I fanciulli gridando
su la piazzuola in frotta,
e qua e là saltando,
fanno un lieto romore;
e intanto riede alla sua parca mensa,
fischiando, il zappatore,
e seco pensa al dí del suo riposo(...) 
Questo di sette è il più gradito giorno,
pien di speme e di gioia:
diman tristezza e noia
recheran l'ore, ed al travaglio usato
ciascuno in suo pensier farà ritorno(...)

Ho scelto un passo centrale del "sabato del villaggio", per introdurre questo editoriale.
Quando ero una bambina, verso la fine degli anni '70, aspettavo con impazienza il sabato, perchè il giorno dopo non si andava a scuola e i ritmi della settimana cambiavano.
Già allora, senza saperlo, mettevo in pratica "l'attesa" del Leopardi.
Il ritmo domenicale, poi, era abbastanza collettivo: gli uomini andavano a comprare il giornale e le immancabili "paste" e magari facevano anche una scappata a lavare la macchina nei fossi, appena fuori città.
Mentre a noi bambini, dopo la messa e il catechismo nel primo pomeriggio, non  rimaneva che l'oratorio e la televisione, ma subito a letto dopo il carosello!
Fine della domenica. 
...E pian piano si arrivava a sera, con la consapevolezza che ormai il giorno di festa, tanto atteso, volgeva al termine, lasciando il posto al solito tran tran settimanale.
Poi sono arrivati gli anni '80 e l'attesa si è prolungata...perchè alla domenica sera c'era la discoteca, preceduta dalla vasca in corso per "tirare l'ora".
Qanti anni sono passati da allora? 
Tanti.
Oggi le domeniche, all'apparenza, sembrano sempre le stesse...quartieri silenziosi e un pò assonnati...in attesa del lunedì che incalza.
Ma è appena poco lontano, nei centri commerciali, dove invece c'è il primo sintomo che, le domeniche sono cambiate forse per sempre.
Non sono così convinta, che l'obiettivo di andare in questi posti, sia sempre comprare, spendere anche di domenica insomma.
Penso piuttosto che il "sentire" sia un altro: fuggire da quel senso di malinconia, da quel "tempo morto" che solo l'apatìa domenicale sa dare. 
Stordirsi di luci e di suoni con l'illusione di trovare un senso.
Già... un senso, ma quale?
Perchè il senso di quella pace, forse un pò noiosa di allora, non lo sappiamo più riconoscere, forse neanche apprezzare e così prolunghiamo l'illusione che ci danno queste domeniche frenetiche, all'infinito.
Non so se prima fosse meglio o peggio, non ha poi così importanza.
Ogni tempo ha i suoi rimpianti, che a volte nemmeno rimpianti sono, ma solo ricordi artefatti.
Ma mi chiedo, che fine ha fatto il saper aspettare, al giorno d'oggi?
Buona domenica...   Laura  (Fenix)



6 commenti:

Paola ha detto...

Non so rispondere a questa domanda... O per lo meno, non so che fine abbia fatto Il saper attendere.... Credo che quello che si provava una volta, quell'assaporare , quel desiderare, quell'ottenere con un certo sacrificio, sia perduto per sempre e provo un certo sconforto. Il "sabato" non c'è più... Ci sono solo tante domeniche, vuote, monotone .... Ed è un vero peccato.
Un caro saluto a tutte con l'augurio che si possa tornare, in futuro a riapprezzare certi valori.

Unknown ha detto...

Indovina dove sono in questo momento marito e figliola? Proprio lì, a stordirsi di stimoli fugaci in un centro commerciale ... e io a preferir l'apatia della domenica che invece so ancora apprezzare sfruttandola per dedicarmi a me stessa una mezz'ora di letture(anche se web) e ricerche personali!
Dubtio che chi è cambiato nel suo sentire saprà tornare indietro...

Stefy ha detto...

Che bel tuffo nel passato e nei ricordi... per me erano gli anni 90, ormai solo un lontano e bellissimo ricordo.
Non so rispondere nemmeno io, so per certo che i sabato e le domenica di una volta non esistono più ed è un vero peccato...

Lisa ha detto...

Non c'è più il saper aspettare. C'è il desiderio, la necessità di voler sfuggire all'attesa, riempirla di momenti anche mediocri e inopportuni, di quelli che non lasciano traccia. Niente attesa, niente tempo per pensare. Forse è questo il vero problema.
Bell'editoriale. :-)

Anonimo ha detto...

bel blog! ;)
http://ro-filledelalune.blogspot.it/

hai già dato un’occhiata alle mie creazioni?
http://roberta-withlove.blogspot.it/

Stefania ha detto...

Condivido, l'attesa, il desiderio è sempre più bello del fine in se, quando lo si raggiunge si è un pò smarriti e si perde di vista l'obiettivo successivo, se poi si tratta del weekend... si inizia a sperare dal venerdì ma la domenica non si vede l'ora arrivi di nuovo il venerdì!
Ormai viviamo vite frenetiche, d'estate io mi ritiro in campagna e in un modo o l'altro mi sembra il tempo si dilati sebbene, alla fine, voli comunque.

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