09 luglio, 2012

recensione: AFFARI D'AMORE - PATRIZIA VIOLI

Angelica vive in una cinica famiglia matriarcale composta da nonna Beatrice, sua madre Isabella e sua sorella Viola.
Apparentemente ne Isabella ne le sue figlie hanno un padre, le loro identità infatti vengono tenute segrete, si tratta di figlie illeggittime e di unioni non proprio limpide infatti.
Per Beatrice gli uomini rappresentano solo un mezzo per poter avere una bella vita, così ha educato sua figlia e così entrambe educano Angelica e Viola sebbene entrambe soffrano il menage famigliare inculcatogli.
Angelica, sulla scia di madre e nonna vive con Mauro, un manager che potrebbe essere suo padre vista la differenza d'età, che la mantiene ma la considera poco più di una bambola da sfoggiare nelle occasioni ed adoperare per il proprio piacere.
Angelica è stufa di accompagnarsi a gente tanto più grande di lei, di vergognarsi quando le si chiede cosa fa nella vita e così decide di tornare all'università, primo punto di rottura sia con la famiglia che con il compagno che reputano la cosa inutile e piuttosto che incitarla la scoraggiano minando alla sua già limitata autostima.
Per caso, poi, conosce Luca, giovane barista che la turba e per la prima volta la farà innamorare mettendo in discussione tutto il suo modo di vivere. Riuscirà l'amore a superare l'interesse?
Inutile dire che si crea un grande scompiglio tra segreti, bugie, rivelazioni, liti e vendette tra sorelle.
Un romanzo tutto al femminile che vede più generazioni di donne, accomunate dal DNA ma tutte diverse tra loro. Un ritratto cinico che non è solo della società di oggi ma del materialismo che via via è andato crescendo dal secondo dopoguerra, la possibilità di fare scelte più comode e facili ma discutibili, con uno spirito d'attualità ammirevole se si pensa agli accenni alle nuove tecnologie.
Una lettura scorrevole e coinvolgente anche se dal finale agrodolce.

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