21 giugno, 2012

recensione BIANCO E NERO di FILIPPO GIGANTE


Il protagonista di questo romanzo è Alex, studente di medicina venticinquenne, orfano di padre e che vive con sua madre anche se, per modo di dire visto che lei è molto poco presente nella sua vita così come in casa.
Per fortuna gode del conforto degli adorati nonni Sato e Paola e della sua migliore amica Francesca con cui segue anche le lezioni universitarie.
Alex soffre per la mancanza di una famiglia di base e quando può si rifugia dai nonni che hanno sempre belle storie da raccontare e lo affascinano per l'amore che provano l'uno per l'altra e sanno esternare anche agli altri.
Ad un certo punto, nel paese di Alex arriva un circo e così, dopo un incontro quasi onirico, egli fa amicizia con Damabiah un clown bianco, il quale lo conforta ed illumina su varie cose fino ad arrivare a svelarsi del tutto.

Un viaggio interiore scandito da "respiri" piuttosto che capitoli, una sorta di esortazione a reagire davanti al lutto, la malattia, la mancanza di dialogo e l'indifferenza.
Linguaggio a volte ricercato ma comprensibile penso per tutti, intriso di sentimento e spiritualità.

Belle le illustrazioni che, di tanto in tanto, accompagnano la vicenda esprimendo visivamente ciò che lo scritto evoca nella mente del lettore.
In calce vi sono, poi, tre brevi racconti, episodi più o meno lunghi, quasi l'inizio di altre storie.

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