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21 aprile, 2012
ODORE DI FERRO E DI CACAO di ALESSANDRA DRAGONE
E' il 1919 e alla morte del notaio Alberto Musino, le quattro figlie Alberta, Maria Teresa, Emma e Violetta scoprono di aver ereditato una villa in Romagna di cui ignoravano l’esistenza. Violetta, la minore e più istintiva delle quattro, convince la quasi coetanea Emma a partire alla volta di Cento per prendere possesso della proprietà sebbene non sia necessario e contro il volere delle sorelle maggiori, spinta da una sete di sapere di quel posto e del padre scomparso con questo segreto. Ad attenderle, però , a "Villa Libera" ci sarà un giovane anarchico, Errico Guastoni, che da dieci anni abita gratuitamente nella villa, assieme alla sua amica Fiora, per volere del loro padre che, anonimamente, in una lettera raccontava che il suo dono era stato dettato dall’ammirazione per gli ideali politici del ragazzo e dal rimpianto per aver scelto una vita tranquilla, lontana dalla politica e dal progresso. Incredule e sconcertate, Violetta ed Emma cercheranno risposte rivolgendosi al notaio Barena, un vecchio amico del padre, che si era occupato delle beghe della casa in quegli anni. Scopriranno la verità sull'animo dell'amato genitore ed il suo passato giovanile, legato a eventi drammatici avvenuti durante la rivolta del Matese nel 1877, che avevano cambiato per sempre il destino della famiglia di Errico e col quale, per questo, si sentiva in debito.
Le due sorelle, conosciuta la verità avranno simpatia per quel giovane anche se Emma ben presto cambierà idea e si schiererà con Alberta, mentre Maria Teresa asseconderà Violetta, una volta che anche le maggiori le avranno raggiunte a Cento da Pedemonte.
Violetta dapprima per conoscere meglio il genitore scomparso e poi per sete di sapere inizia a studiare e leggere dai libri che furono di suo padre decidendo di sposare la causa di Errico ed avvicinandosi a lui fino ad innamorarsene.
Si separeranno alla fine dell'estate carichi di speranze ed attese e molte cose accadranno dopo, fino a stravolgere le vite di tutti. Non vi svelo altro perchè non voglio rivelare tutta la trama.
Un pò contorto, m'è sembrato un labirinto di specchi dai quali emergono via via verità nascoste, dove i vicoli sono tutti i vari personaggi con le loro storie che si intrecciano, incuriosisce il fatto di sapere se un'uscita c'è e quale sia.
Per quasi tutto il romanzo mi sono chiesta il significato del titolo perchè non lo ritrovavo ma alla fine è arrivato: sono gli odori che infatti restano di più impressi ad Errico che dal senso dell'olfatto si fa spesso guidare nelle sue scelte di vita. L'odore di ferro rappresentanta il progresso con le sue macchine mentre quello del cacao la sensualità e la perversione, incarnate da Vera, una donna in cui Errico si imbatte per corrispondenza visto il suo lavoro alle poste.
Un romanzo forte sia per gli ideali politici del primo dopoguerra con gli inizi del fascismo, l'anarchismo e i dubbi sul socialismo che per alcune scene di violenza di vario genere. Sembra una sorta di dilemma dell'uomo del tempo di intervenire o meno per cambiare le sue sorti e, nel caso, di come farlo, se con le parole e l'informazione o i fatti, gli scioperi e le violenze.
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1 commento:
Stefania, come sempre sei un'avida lettrice e di più generi. Grazie per la segnalazione e l'accurata recensione.:-)
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