01 febbraio, 2012

LA CONCHIGLIA


Da bambina avevo una piccola conchiglia che portavo spesso all'orecchio, per ascoltare il suono del mare.
Mi immaginavo in questo mondo sommerso e sconosciuto... un pò ovattato... dove tutti i rumori parevano attutiti.
Mi piaceva, era il mio rifugio, per sognare e viaggiare con la fantasia.
Allora non lo sapevo, ma stavo "ascoltando".
E adesso?
Lo so ancora fare?
Lo sappiamo ancora fare?
Non lo so più.
Di certo, non con la spontaneità di allora.
Viviamo in un mondo pieno di suoni e rumori... sentiamo, parliamo, urliamo!
Alla sera ci sorprende il silenzio e ci fa quasi paura, perchè non sappiamo come riempirlo.
Di giorno ci sorprendono le parole, ma non sappiamo cosa rispondere, perchè non le ascoltiamo più.
Non osserviamo chi abbiamo di fronte e vediamo maschere, anzichè persone.
Scrivere in questo preciso momento mi sta risultando difficile.
Sono distratta dal lessico, dall'ortografia, dalla forma. Tutto, tranne il contenuto, al sentimento che provo dentro e che spero, invece, sarà l'unico, a "lasciare" qualcosa alla fine.

Mi sto chiedendo, se questo momento storico, di crisi, sia stato anche causato dall'incapacità da parte dell'uomo di ascoltare quali fossero i suoi veri bisogni.
Se sia stata la vita a cambiare gli uomini, o se siano stati gli uomini che hanno cambiato la vita, con i loro comportamenti.
Forse la crisi  mondiale e per effetto, anche quella personale, ci riporterà a quello che conta. E' ciclico.
Riscopriremo il valore del risparmio, l'arte del riciclo, l'essenza, anzichè l'apparenza, la qualità, anzichè la quantità, ma per farlo, dovremo ritornare ai ritmi della natura e aspettare... e intanto che si aspetta, si ascolta.
Ma tutto questo in fondo, è da sempre dentro di noi, basta cercarlo.

Da bambina avevo una piccola conchiglia che portavo spesso all'orecchio, per ascoltare il suono del mare...
Ci sono giorni, per scrutare semplicemente il mare piatto e sconfinato all'orizzonte e sognare,
altri per lasciarsi avvolgere i sensi dall'odore salmastro delle onde, di un mare in burrasca,
altri ancora per camminare sulla battigia e trovare una conchiglia.
...e in quel momento vorrei ritornare la bambina che ero per ritrovare il suono di quel mare.
 E coccolarmi, abbracciarmi, e dirmi che sono al sicuro,
perchè potrò sempre contare su di me.
Laura - Fenix

5 commenti:

Unknown ha detto...

La natura urla e noi siamo sempre più sordi.Se non sappiamo più ascoltare lei dubito sapremo tornare a "sentire" noi stessi.
Eppure l'umanità che torna all'essenza delle cose è un momento che vorrei tanto vedere... spero ... si spero ancora e che succeda presto, spero di esserci.

lilybets ha detto...

Bellissimo questo post, si, abbiamo perso il contatto con l'anima delle cose e con noi stesse, siamo cosi' presi dalla vita quaotidiana che ci sentiamo perse.Almeno, vale per me.

Anonimo ha detto...

Provo un infinito stupore.
Per te.
Per le parole.
Per un altra cosa che sembra essere entrata nella nostra fantasia all'unisono : una conchiglia.
Per tutto questo c'è un perchè.
E mi piace pensarlo...

Lisa ha detto...

Un gran bel post, Laura. L'ascolto, la spontaneità, l'attenzione... avevamo tutto questo da bambini e abbiamo lasciato che ce lo portassero via. Una ricchezza così grande va riconquistata. Un abbraccio forte.

futura58 ha detto...

La conchiglia con dentro il suono del mare...chi non l'ha avuta da bambina? Ma se c'è qualcuna che credo riesca ancora a sentirla, sei tu Laura, perchè sei una persona che ascolta molto, se stessa e gli altri :) Per il momento storico: come hai già detto, è un ciclo che si ripete, perchè l'uomo è incapace da sempre di ascoltare e di imparare, dai suoi e dagli altrui errori.

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