08 febbraio, 2013

recensione PROPOSITI MATRIMONIALI - KAVITA DASWANI



Anju ha trentatre anni, è single e vive a New York occupandosi di pubblicità per la moda e di organizzare eventi. A questo punto della sua vita è abbastanza soddisfatta di se e del suo lavoro ma ancora le manca qualcosa, quel marito che i suoi genitori attendono da quindici anni ormai e che la fa sentire di continuo "sbagliata" nel suo ambiente natio.
E' tornata nella brulicante Bombay per il matrimonio di sua cugina Nina e nell'occasione cercano di presentarle qualcuno, peccato che l'unico pretendente viva in Africa, non abbia nessuno stile e cerchi solo una governante piuttosto che una compagna di vita.
Tornata nella grande mela ripercorrerà la sua storia fatta di proiezioni astrali, ricevimenti e matrimoni in cui conoscere il "tipo giusto", tentativi di cambiare rotta lavorando e perfezionando gli studi, arrivando anche ad una certa indipendenza in America.
Speranze e delusioni di una ragazza che in fondo cerca l'amore e della sua famiglia che spasima nel vederla senza la figura protettiva di un marito.
Riuscirà Anju a trovare un bravo ragazzo indiano che la sposi? Sarà amore o solo l'ennesimo matrimonio combinato dove l'amore dovrebbe prima o poi sopraggiungere?
Nonostante la cultura differente mi sono immedesimata spesso in Anju visto che ci accomuna la singletudine e la moltitudine di amici e parenti che si interessa di questo e vorrebbe vederci "sistemate".
Un libro davvero divertente nonostante l'amarezza di fondo, le riflessioni sulla condizione di alcune donne che se non sposate vengono considerate, tuttora, sfortunate o peggio ancora fallite. In paesi dove la donna conta poco o nulla e risulta essere un'appendice del marito, solo da sposata può essere degna della società nonostante magari abbia studiato o sia benestante, continua la tradizione dei matrimoni combinati e per loro non è ammessa una strada diversa.
Mi ha ricordato spesso alcune commedie di Bollywood giunte fino a noi e non mi stupisce che sia diventato un best seller.
Ben scritto e scorrevole, una lettura piacevole e anche istruttiva in un certo senso.


06 febbraio, 2013

UN PERFETTO SCONOSCIUTO di Lesley Lokko





Trama:
Sam è davvero una donna speciale. Bella e con una carriera di avvocato all'apice del successo, si è lasciata alle spalle le difficoltà dell'adolescenza trasformandosi da brutto anatroccolo in cigno. Nonostante il denaro e il potere dati dalla sua posizione, è solitaria e sposata al suo lavoro, fino a quando a Marrakech, durante una breve vacanza strappata con fatica ai suoi molteplici impegni, incontra Nick. Tra i due scoppia una passione travolgente, al punto che Sam quasi non si riconosce più e cede alle avance di quello sconosciuto e affascinante militare di carriera, decidendo di andare a vivere con lui in una base britannica in Germania. Ben presto, però, si rende conto di non conoscere affatto l'uomo che ha seguito impulsivamente, stravolgendo per sempre la sua vita. Chi è davvero Nick? Il destino di Sam si intreccia fatalmente con quello di altre tre donne. Meaghan, sfuggita a un padre ignorante e violento, ha sposato un giovane ufficiale ed è disposta a vivere in un ambiente rigido e classista pur di poter restare accanto all'uomo che ama. Abby, moglie e madre perfetta, pronta a tutto per compiacere il marito, un alto esponente dell'esercito, rinuncia perfino a essere se stessa, finché la sua esistenza non viene minacciata da un terribile segreto. E infine Dani, una ragazzina in cerca di tenerezza e di protezione che in un bar di Freetown, in Sierra Leone, si imbatte nella persona sbagliata che le insegnerà tutto quanto può esserci di negativo e brutale nell'amore.

Sam, Maeghan, Abby e Dani.
Il mondo quotidiano di quattro donne per descrivere l'universo femminile e anche quello maschile.
Quattro vite destinate a incrociarsi o anche solo a sfiorarsi per poter sbrogliare la difficile matassa dei sentimenti che si annidano nell'animo umano, dove la forza è fragilità e la fragilità è forza, in un continuo altalenarsi.
Con la sua narrazione diretta e senza troppi fronzoli, l'autrice dà il via a scene di vita comune in un ambiente militare, dove i soldati sono affiancati da donne il cui coragigo e spirito di sacrificio non indossa divisa e dove la violenza è d'impatto nonostante la scioltezza voluta nel descriverle, per renderle meno cruente.
E non importa quanto si è determinate, coraggiose o intelligenti: tutte abbiamo bisogno di credere almeno una volta nella favola, socchiudere gli occhi, fin quasi a non vedere, per scelta e non per destino.
Ma determinazione, coraggio e intelligenza servono poi a prendere coscienza e a decidere di riaprire gli occhi, costi quel che costi, perché le favole non esistono e solo noi possiamo scriverne una di cui siamo protagoniste. E il lieto fine assume un nuovo aspetto: "Stai bene?" - "Adesso no. Ma mi riprenderò."
Una domanda ed una risposta che il lieto fine lo racchiudono davvero, al di là di ogni favola, dove la morale è il ricordarci che non possiamo mai veramente ritenere di conoscere qualcuno.
Buona lettura.

04 febbraio, 2013

Il vincitore è...


Ci siamo, ecco il post per annunciare chi, a maggioranza, è stato scelto come vincitore del giveaway con cui mettevamo in palio il libro Diario di bordo.
A votare siamo state in cinque: Lisa, Fenix, Stefania, io(la luna di stefylu) e la stessa autrice del libro, Cinzia Viglietti.
Stavolta vince MAGU ... complimenti cara!
Manda il tuo indirizzo alla mia mail (lalunadistefylu@gmail.com ) 
che sarà mio compito farlo avere all'autrice perchè ti spedisca il suo libro!
A tutti coloro che hanno partecipato un grazie sentito e, se vorrete, al prossimo gioco!

01 febbraio, 2013

FEBBRAIO... IL MESE DEI PAZZI


Questo è solitamente considerato come il mese del Carnevale oltre che il più corto dell’anno e ambiguo per i poveri nati il 29 febbraio che sanno quando festeggiare il compleanno solo una volta su quattro per cui è di questo che vorrei parlarvi questa volta.
Il Carnevale è una festa che si celebra nei paesi di tradizione cattolica ma, ha origine in  festività ben più antiche, come per esempio le dionisiache greche o i saturnali romani. Durante le feste dionisiache e i saturnali si realizzava un temporaneo scioglimento dagli obblighi sociali e dalle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento dell'ordine, allo scherzo e anche alla dissolutezza. Da un punto di vista storico e religioso il carnevale rappresentò, dunque, un periodo di festa ma soprattutto di rinnovamento simbolico, durante il quale il caos sostituiva l'ordine costituito, che però una volta esaurito il periodo festivo, riemergeva nuovo o rinnovato e garantito per un ciclo valido fino all'inizio del carnevale seguente ovvero il periodo di un anno solare.
Nel mondo antico il Navigium Isidis, la festa in onore della dea egizia Iside, importata anche nell'impero Romano, comporta la presenza di gruppi mascherati. Presso i Romani la fine del vecchio anno era rappresentata da un uomo coperto di pelli di capra, portato in processione, colpito con bacchette e chiamato Mamurio Veturio. Durante le antesterie passava il carro di colui che doveva restaurare il cosmo dopo il ritorno al caos primordiale. In Babilonia poco dopo l'equinozio primaverile veniva riattualizzato il processo originario di fondazione del cosmo, descritto miticamente dalla lotta del dio salvatore Marduk con il drago Tiamat che si concludeva con la vittoria del primo.  
Le cerimonie carnevalesche, diffuse presso i popoli Indoeuropei, mesopotamici, nonché di altre civiltà, hanno perciò anche una valenza purificatoria e dimostrano il "bisogno profondo di rigenerarsi periodicamente abolendo il tempo trascorso e riattualizzando la cosmogonia".
Per la Chiesa cattolica il Tempo di Carnevale è detto anche Tempo di Settuagesima. Essa considera il Carnevale come un momento per riflettere e riconciliarsi con Dio. Si celebrano le Sante Quarantore, che si concludono, con qualche ora di anticipo, la sera dell'ultima domenica di carnevale. La Chiesa cattolica ha però, durante il corso della storia, condannato il Carnevale in quanto contrario ai dettami di rigore imposto dall'istituzione stessa. Secondo antiche tradizioni il Carnevale durava l'intero periodo invernale, dal giorno di commemorazione dei defunti sino al primo giorno di Quaresima e il travestimento serviva non a nascondere la propria identità sebbene a rimandarne a un'altra.
Il Carnevale di Venezia, il Carnevale di Viareggio, lo Storico Carnevale di Ivrea e in Sicilia il Carnevale di Acireale e il Carnevale di Sciacca e il carnevale di Fano nelle marche, sono considerati tra i più importanti al mondo. La loro fama, difatti, travalica i confini nazionali e sono in grado di attrarre turisti sia dall'Italia che dall'estero. Il Carnevale più lungo d'Italia è però quello di Putignano, la mia città natale.
E voi, vi siete mai mascherati? Io solo da bambina e onestamente non ne sento la necessità. Molti lo fanno anche durante Halloween che assieme al Carnevale nostrano è diventata una sorta di “festa del mascheramento” anche se con personaggi più commerciali o diabolici che nulla hanno a che vedere con le maschere storiche del Carnevale Italiano.
Il Carnevale quest’anno arriva presto, già il 10 febbraio per cui poco dopo seguono le Ceneri e inizia il momento di austerità della Chiesa, la Quaresima, che ci conduce fino a Pasqua.
Abbiamo poco tempo per assaggiare le chiacchiere o bugie e le frittelline varie visto anche che stiamo ancora cercando di smaltire le festività natalizie coi dolci tipici e i dolciumi che qualcuno avrà ricevuto anche per l’Epifania.
Si dice sia la festa dei pazzi, quando tutto è lecito ma, onestamente, ritrovarmi coperta di coriandoli o, peggio ancora, dalle stelle filanti di schiuma per me non è proprio piacevole. Diciamo che la vedo più che altro come una festa allegra per bambini che però poco ha da offrire agli adulti, eccetto per gli artigiani che forgiano carri allegorici, a volte davvero ricercati.
Dalle mie parti, come dicevo, c’è un Carnevale piuttosto noto ma, avendo perso interesse verso tale festa, non sono più andata a vedere i carri, il fatto che odi la confusione di certo non aiuta.
Come vivete voi questa festività? Ha ancora senso secondo voi nella sua accezione storica o è diventata solo l’ennesima ricorrenza commerciale? Attendo pareri ed opinioni in quantità.
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