01 novembre, 2015

INDIGNAZIONE E SCONCERTO


 
Per l’editoriale di Novembre ho scelto di spendere qualche parola su alcuni casi di “ordinaria criminalità”.
Prendo i due fatti di cronaca più recenti, da una vasta scelta a cui potrei attingere: Il gioielliere di Ercolano ed il pensionato di Vaprio d’Adda.
Entrambi condividono lo stesso sopruso: sono stati scelti come vittime da ladri.
Entrambi condividono la stessa reazione: si sono difesi, a discapito della vita di due malviventi.

No, non ho detto a discapito della vita di due vittime, ma proprio di due malviventi.

Persone che del crimine avevano fatto il loro “mestiere” e che, a suo tempo, avevano scelto una strada che sapevano fin troppo bene essere scorretta e rischiosa, ma non si sono fermati. Quindi perfettamente CONSAPEVOLI di ciò che stavano facendo.

Non vittime quindi. Ma carnefici che hanno con le loro azioni, scatenato delle reazioni.

Perché le vittime designate, non dimentichiamolo, erano, in questo caso, coloro che hanno avuto il coraggio di difendersi.
Una piccola e doverosa precisazione di ruoli che oggi sembra non essere molto chiara.
A quanto pare anche i malviventi condividevano un particolare, oltre che la scelta del crimine: erano disarmati. Il primo possedeva armi giocattolo, il secondo pare nulla.
Sono stati fermati per sempre da proiettili veri di chi, esasperato dal continuo incalzare della delinquenza, ha scelto di avere delle armi vere per difendersi.

INDIGNAZIONE e SCONCERTO.
Le accuse adesso non sono per i malviventi che hanno scatenato queste reazioni con le loro azioni. Adesso sono per le vittime che ne sono uscite incolumi fisicamente, ma provati nell’anima.

Perché forse è facile per chi delinque sparare e togliere la vita (ne sono pieni i notiziari di notizie di rapine finite male per le vittime e non per i criminali), ma non per chi vive con la paura di non avere mezzi di difesa attendibili. Perché anche chiamare il 112 e il 113 non sempre è facile oltre che possibile. Senza contare la risposta che troppe volte si riceve: “Non ci sono pattuglie in zona, c’è da attendere.”
E che ho chiamato un taxi?!
Mi stanno entrando in casa dei ladri, non oso immaginare cosa mi faranno oltre che derubare e mi sento mettere in attesa?!

INDIGNAZIONE e SCONCERTO.
Perché la vita è sì sacra e come tale va difesa! E tu Stato, tu forza dell’ordine, se vieni meno alla mia difesa o anche in ritardo, non puoi poi accusarmi di aver provveduto da me!

INDIGNAZIONE e SCONCERTO.
Riporto solo tre frasi dei familiari dei due ladri rimasti uccisi.

“Non si può uccidere per 5000 euro!”
“Si porterà sulla coscienza l’averlo ucciso!”

"La legge dice che si spara in alto o in basso, non contro.”

Non si può uccidere per 5000 euro! Ma benedetto il cielo! A nessuno di loro viene il rimorso per la PROPRIA coscienza nel non aver mai fermato il marito e padre? Non li sfiora neanche il pensiero che se non avesse scelto questa strada ora sarebbe ancora vivo?
Alla compagna del ladro che conosce così bene cosa dice la legge su dove si dovrebbe sparare… nessuno ha spiegato cosa dice la legge sul rubare?!

INDIGNAZIONE e SCONCERTO.
Ciò che più mi deprime ed opprime in questa faccenda è  quella fascia di pubblico che, opportunamente armato di “finto” buonismo, si dispiace per i criminali morti e inveisce contro le vittime che si sono difese.
Qui, lo ammetto, l’indignazione e lo sconcerto toccano in me l’apice.

E finalmente capisco!
Finalmente capisco perché in un Paese dove delinquere dovrebbe essere sbagliato, diventa addirittura da difendere o questione di vanto. Capisco perché la giustizia diventa ingiustizia. Capisco perché la vittima si trasforma inesorabilmente in carnefice e il mondo si appresta a capovolgersi.

No, non è “merito” di delinquenti o di vittime designate.
E’ tutto “merito” di questi “buonisti” che dal di fuori riescono a dire con tanta lucidità cosa è giusto fare o non fare, atteggiandosi a giudici supremi e, armati di un discutibile senso di giustizia,  si scagliano contro le vittime delle rapine, ovvero difendendo chi PER PRIMO HA SBAGLIATO e ha innescato, con le proprie azioni, una serie di eventi drammatici.

Ora capisco perché la delinquenza aumenterà sempre: perché è avallata da costoro che poco fanno sentire la loro voce quando a morire è il rapinato, ma son pronti a farsi sentire quando a morire è il delinquente. E i criminali si sentono incoraggiati da costoro. Incoraggiati a continuare per la loro strada.
Attenzione: questa non è una storia di eroi. Né di caduti da commemorare.

Questa è una storia che SI POTEVA EVITARE! A priori!
E non, come sostengono alcuni, impedendo la difesa alla vittima designata, ma bensì evitando di diventare criminali.
Alle famiglie dei delinquenti rimasti uccisi posso solo dire che comprendo il loro dolore, il dolore di aver perso una persona cara in modo tragico.

Ma più di me, di sicuro  comprenderanno quel dolore i familiari di tutte le vittime innocenti che non sono sopravvissuti alle rapine.
E ciò che resta di tutta questa storia è solo INDIGNAZIONE e SCONCERTO.   

By Lisa  

1 commento:

Stefania ha detto...

Concordo a pieno, ormai non si sa più cosa fare in situazioni drammatiche simili

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...