Durante un mio recente ricovero in ospedale, ho avuto modo di constatare di quanto cambi e di molto, la prospettiva da dentro a fuori, in quel luogo.
Perchè, il condividere uno stato di sofferenza comune, rende tutti più fragili, ma paradossalmente più forti e anche uniti.
Forti, perchè le difficoltà rendono tali e fragili, perchè ritrovandoci senza maschere, siamo sicuramente più autentici.
Poi il ritorno a casa.
Con delle consapevolezze in più e delle certezze in meno.
Non che prima ne avessi tante, di certezze, anzi ne perdo, fortunatamente, ogni giorno, ma spesso il credere di averne, ci dà come l'illusione di una sorta di controllo sulla nostra vita.
Ma poi, una diagnosi, l'intervento, la paura mentre attendi un risultato...e nel mio caso, anche l'emergere di un nuovo problema, causato indirettamente dal primo... mi hanno lasciato stupita.
Stupita, di quanto in realtà siamo in balìa di qualcosa di più grande, qualcosa che magari ci sta mettendo per l'ennesima volta alla prova, decidendo per noi, una prova di cui non comprendiamo ancora bene il significato, ma certamente a cui è inutile opporre resistenza negandola, pena un finale chisciottiano, quando accuseremo il colpo.
Rimane una rubrica di cellulare dimezzata da nomi inutilizzati da tempo ... da chi c'è stato solo nel momento del proprio bisogno, da chi ha preferito comode e sicure vie di fuga, da chi fa l'offeso perchè non hai fatto come avrebbe voluto e così, evitandoti, si autoconvince che tu, per questo, ti senta in colpa e dai soliti noti, legami di sangue o acquisiti, pretenziosamente convinti, che tu debba loro qualcosa solo per atto dovuto.
Rimane la tenerezza verso chi ha ancora bisogno di credere che giustificare, anzichè lasciar responsabilizzare qualcuno, sia un atto d'amore, perchè diversamente farebbe troppo male vedere. E lo capisco.
Rimangono ricordi, sorrisi, confidenze, incoraggiamenti, piccoli gesti e pensieri disinteressati, coincidenze, nuovi progetti e nuovi incontri.
Rimane la compassione verso me stessa e la difficile strada verso il perdono.
Rimane...spazio.
Di vuoto e di solitudine, obietterebbe frettolosamente qualcuno.
Libero, dico io.
Rimane quel precario equilibrio rimesso in discussione ogni giorno, mentre tutto cambia, si trasforma, insegna e non ci resta che provare ad accettarlo e viverlo con più coraggio e maggior consapevolezza.
Laura (Fenix)
2 commenti:
Il più delle volte nel momento del bisogno si vede ci davvero tiene a noi... chi sa o non sa trovare il coraggio di esserci nonostante l'imbarazzo,il senso di inadeguatezza, la paura di non sapere come farsi sentire vicino. Ognuno ha i suoi motivi per scomparire proprio in certi frangenti... e noi abbiamo i nostri per sentirci legittimati a non comprenderli!
Un abbraccio da una poco presente!
E' così purtroppo o per fortuna, arrivano le occasioni in cui aprire gli occhi, realizzare come stanno davvero le cose e poi... andare avanti
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