Il 2011 è stato un anno difficile, costellato da tante tensioni generate da notizie preoccupanti di ogni genere: catastrofi naturali, rivoluzioni di popoli con annessi cambiamenti politici non senza spargimenti di sangue, crisi economica che tocca tutto il mondo, delitti efferati in ambienti insospettabili e tanti altri eventi che hanno segnato profondamente tutti noi .
In un clima così teso è difficile guardare al futuro e il presente diventa sopravvivenza.
Complicato trovare un lavoro stabile, arduo costruire una famiglia, pesante tenere duro per raggiungere una pensione che doveva già arrivare dopo anni di lavoro, un’utopia inseguire un semplice sogno.
Qualche momento di serenità e gioia è stato strappato con forza e ostinazione, ma un momento è un lasso di tempo troppo breve per poterlo trattenere a sufficienza. E soprattutto ci rendiamo conto di non avere la forza necessaria a trattenerlo e ce lo lasciamo portare via, alimentati dalla nostalgia di ciò che è stato e più non sarà e che avremmo voluto durasse per sempre.
Fugge il tempo, corre veloce e scappa via, soprattutto quello scandito da un ritmo lieto.
Simile alla lancetta dei secondi di un orologio, passa a suon del suo ticchettio e non ci resta che assecondarlo e lasciarci trasportare in un tempo prossimo che troppo presto diventa già parte del passato.
Perché le cose belle durano un attimo e quando son passate, tutto il resto sembra spegnere la nostra energia interiore e fisica.
Forte la voglia di gridare basta, di stringere i denti e trattenere o richiamare a noi quei brevi e rari momenti che ci rasserenano la vita, ma il più delle volte non ci riusciamo.
In un clima così teso è difficile guardare al futuro e il presente diventa sopravvivenza.
Complicato trovare un lavoro stabile, arduo costruire una famiglia, pesante tenere duro per raggiungere una pensione che doveva già arrivare dopo anni di lavoro, un’utopia inseguire un semplice sogno.
Qualche momento di serenità e gioia è stato strappato con forza e ostinazione, ma un momento è un lasso di tempo troppo breve per poterlo trattenere a sufficienza. E soprattutto ci rendiamo conto di non avere la forza necessaria a trattenerlo e ce lo lasciamo portare via, alimentati dalla nostalgia di ciò che è stato e più non sarà e che avremmo voluto durasse per sempre.
Fugge il tempo, corre veloce e scappa via, soprattutto quello scandito da un ritmo lieto.
Simile alla lancetta dei secondi di un orologio, passa a suon del suo ticchettio e non ci resta che assecondarlo e lasciarci trasportare in un tempo prossimo che troppo presto diventa già parte del passato.
Perché le cose belle durano un attimo e quando son passate, tutto il resto sembra spegnere la nostra energia interiore e fisica.
Forte la voglia di gridare basta, di stringere i denti e trattenere o richiamare a noi quei brevi e rari momenti che ci rasserenano la vita, ma il più delle volte non ci riusciamo.
È qualcosa che trascende dalle nostre possibilità, nonostante lo vorremmo con tutte le nostre forze.
Perché se fai un bilancio del negativo e del positivo, il più delle volte lo si chiude in perdita e lo scoraggiamento assale, nonostante la forza, l’ostinazione.
Troppo indaffarati a rincorrerlo questo tempo che procede inesorabile e che ci fa dimenticare la nostra infanzia, quando ci sentivamo invincibili, pieni di voglia di vivere perché il futuro era per noi un tempo amico.
E ora? Cos’è il futuro per noi?
Un tempo non più amico, ma avverso, ostile che sembra attenderci dietro l’angolo di una strada stretta e buia.
E a poco serve la “promessa” che aleggia nell’aria legata all’era dell’Acquario ormai prossima che dovrebbe stravolgere il mondo per portarlo in un’epoca migliore, focalizzata su valori più umani di cui già sentiamo bisogno da tanto.
Per ora ci sentiamo solo stravolti e travolti da un’atmosfera cupa e tesa.
Dov’è finita la luce che rendeva il futuro un sentiero misterioso e avvincente? Cosa alimentava questa luce se poco e niente avevamo da bambini?
Lo alimentava una ricchezza che ci apparteneva e che pian piano ci siamo lasciati sottrarre, giorno dopo giorno, anno dopo anno durante il passaggio da bambino ad adulto.
Eravamo fiduciosi e ricchi di aspettative. Eravamo ottimisti e sognatori.
Vi sembra poco?
Basta guardarsi intorno per rendersi conto del ritmo frenetico che ci assorbe e ci spegne.
Per strada, perfetti sconosciuti ci camminano accanto o incrociano il nostro tragitto, con lo sguardo perso e i tratti del viso irrigiditi dallo stress, dall’insoddisfazione, dalla sensazione di percorrere una via che mai porterà al traguardo, un traguardo che spesso non sentiamo nostro, ma la vita ci impone di perseguire, di raggiungere.
Abbiamo smesso di sognare e contemporaneamente abbiamo smesso di sorridere alla vita e far si che la vita ci sorrida e se scorgi l’ombra di un sorriso è spesso un gesto di cortesia, di circostanza.
Non è un sorriso spontaneo. Non è un sorriso che arriva agli occhi.
Ma ce lo ricordiamo, da bambini quanta voglia di sorridere avevamo e senza un perché?
Perché il mondo visto attraverso gli occhi di un bambino non è un mondo da favola come potremmo immaginare, ma soltanto un mondo “semplice” a cui guardare con fiducia ed entusiasmo.
E allora proviamoci!
No, non a tornare bambini, perché indietro non si torna, ma ricordiamo l’ottimismo che un tempo abbiamo avuto e cerchiamo di rivolgerlo con tenacia verso il futuro.
Illuminiamo il buio con pensieri positivi.
Secondo una legge cosmica di compensazione, tutto ciò che pensiamo è energia e genera energia nell’universo che ci viene restituita.
Servono pensieri positivi con cui rendere radioso l’universo e il futuro.
Lanciamo tanti bei pensieri nel mondo e nell’universo affinché possano diffondere un’energia nuova.
Riprendiamoci la voglia di vivere, di costruire, di crescere nell’animo e di sognare.
Riprendiamoci il nostro tempo.
Per questo 2012 auguro a tutti di trovare il tempo per essere felici.
Perché se fai un bilancio del negativo e del positivo, il più delle volte lo si chiude in perdita e lo scoraggiamento assale, nonostante la forza, l’ostinazione.
Troppo indaffarati a rincorrerlo questo tempo che procede inesorabile e che ci fa dimenticare la nostra infanzia, quando ci sentivamo invincibili, pieni di voglia di vivere perché il futuro era per noi un tempo amico.
E ora? Cos’è il futuro per noi?
Un tempo non più amico, ma avverso, ostile che sembra attenderci dietro l’angolo di una strada stretta e buia.
E a poco serve la “promessa” che aleggia nell’aria legata all’era dell’Acquario ormai prossima che dovrebbe stravolgere il mondo per portarlo in un’epoca migliore, focalizzata su valori più umani di cui già sentiamo bisogno da tanto.
Per ora ci sentiamo solo stravolti e travolti da un’atmosfera cupa e tesa.
Dov’è finita la luce che rendeva il futuro un sentiero misterioso e avvincente? Cosa alimentava questa luce se poco e niente avevamo da bambini?
Lo alimentava una ricchezza che ci apparteneva e che pian piano ci siamo lasciati sottrarre, giorno dopo giorno, anno dopo anno durante il passaggio da bambino ad adulto.
Eravamo fiduciosi e ricchi di aspettative. Eravamo ottimisti e sognatori.
Vi sembra poco?
Basta guardarsi intorno per rendersi conto del ritmo frenetico che ci assorbe e ci spegne.
Per strada, perfetti sconosciuti ci camminano accanto o incrociano il nostro tragitto, con lo sguardo perso e i tratti del viso irrigiditi dallo stress, dall’insoddisfazione, dalla sensazione di percorrere una via che mai porterà al traguardo, un traguardo che spesso non sentiamo nostro, ma la vita ci impone di perseguire, di raggiungere.
Abbiamo smesso di sognare e contemporaneamente abbiamo smesso di sorridere alla vita e far si che la vita ci sorrida e se scorgi l’ombra di un sorriso è spesso un gesto di cortesia, di circostanza.
Non è un sorriso spontaneo. Non è un sorriso che arriva agli occhi.
Ma ce lo ricordiamo, da bambini quanta voglia di sorridere avevamo e senza un perché?
Perché il mondo visto attraverso gli occhi di un bambino non è un mondo da favola come potremmo immaginare, ma soltanto un mondo “semplice” a cui guardare con fiducia ed entusiasmo.
E allora proviamoci!
No, non a tornare bambini, perché indietro non si torna, ma ricordiamo l’ottimismo che un tempo abbiamo avuto e cerchiamo di rivolgerlo con tenacia verso il futuro.
Illuminiamo il buio con pensieri positivi.
Secondo una legge cosmica di compensazione, tutto ciò che pensiamo è energia e genera energia nell’universo che ci viene restituita.
Servono pensieri positivi con cui rendere radioso l’universo e il futuro.
Lanciamo tanti bei pensieri nel mondo e nell’universo affinché possano diffondere un’energia nuova.
Riprendiamoci la voglia di vivere, di costruire, di crescere nell’animo e di sognare.
Riprendiamoci il nostro tempo.
Per questo 2012 auguro a tutti di trovare il tempo per essere felici.
by Lisa
5 commenti:
Sìììì...Riprendiamoci il nostro tempo, coltiviamo la nostra essenza, il nostro io, restiamo concentrati su quanto di più bello i nostri occhi riescano a focalizzare e la nostra mente a desiderare...Una ridda di pensieri positivi salirà al cielo e di lassù ci verrà resa ancor più corposa, ancor più grande! Quant'è vero ciò che dici, ti abbraccio positivamente e spero con te in un mondo più vivibile per tutti!Tanti auguri per un nuovo anno strepitoso, ricco di gioie e soddisfazioni personali e collettive, Magu.
Magnifici auguri che ricambi oe spero davvero che tutti si ritrovi il senso del tempo e di se stessi nel tempo!
Buon 2012 a te e tutti!
Buon Anno!!!! Bellissimo quello che hai scritto!!!!
Bella riflessione Annalisa...il mio augurio per il nuovo anno e di dare sempre un senso a quello che pensiamo e facciamo...questo farà di noi delle persone migliori!
speriamo tu abbia ragione auguriiii
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