20 maggio, 2016

CAPTAIN AMERICA - CIVIL WAR

Ho visto questo film un paio di settimane fa ma è ancora nelle sale per cui eccomi a parlarvene.

Sembra che il Soldato d'inverno ( Captain America 2) sia tornato, delle foto lo collocano sulla scena di alcuni misfatti e così inizia ad essere braccato. Captain America non crede a questa versione, vuole proteggere il suo amico ed intervenendo si oppone a degli accordi proposti a tutti gli Avengers. 

Si formano così due fazioni di eroi, da una parte chi appoggia il capitano e dall'altra i filo-governativi. Lo scontro è inevitabile e non sarà privo di conseguenze. 

Nuovi personaggi in questo film: l'ennesimo Spiderman che tutti conosciamo, Antman scoperto qualche giorno fa grazie ad un film precedente e la Pantera Nera che, a quanto pare, verrà sviluppato in un film successivo.

Sono mancati Thor e Hulk, due presenze non da poco, chissà che non li rivedremo successivamente.

Insomma, due ore e mezza che scorrono come niente, colpi di scena disseminati nel corso della storia. Per essere l'ennesimo film degli Avengers, non delude e Captain America è sempre fedele a se stesso, un mito!

01 aprile, 2016

IL TEMPO DEL TERRORE


Benché il terrorismo esista da tempi immemori, dall’11 settembre 2001 qualcosa nel mondo è cambiato. Forse il terrore stesso che ha steso la sua ombra allargandosi a dismisura sul pianeta.

Il motivo ufficiale è un Islam che vuole imporre la propria religione sul mondo intero, in particolare su noi “infedeli” occidentali.

Io non ci credo. Non si allevano bambini per farli diventare uomini bomba, per colpire a tradimento chi non se l’aspetta, in nome di Dio. Che Dio sarebbe?

Il mio profondo rispetto per ogni religione differente dalla mia, mi suggerisce di non prendere per buona questa versione. Chi inneggia alla distruzione non può farlo in nome di nessun Dio, quale sia il modo in cui lo chiama. Può farlo solo per desiderio di conquista e potere, due obiettivi non divini, ma umani e così effimeri che possono essere persi in breve tempo o anche in un istante.

Due mete talmente ambite che per averle e trattenerle il più possibile si farebbe di tutto, compreso il combattere in modo aperto, dichiarando una guerra, o in modo subdolo, con continui stratagemmi e attacchi improvvisi, non verso obiettivi strategici, ma verso vittime innocenti.

Perché diciamocela tutta: che sia guerra dichiarata o terrorismo, l’unico ideale che muove chi è disposto a ciò è la brama di potere. Il potere di prevalere sull’altro. Il potere di distruggere ciò che non si ha e che si vuole ad ogni costo.

Eppure, tra i due metodi discutibili, resta che la guerra dichiarata  consente di fare una scelta. La scelta di andarsene da quel luogo che sarà bombardato. La scelta di dirigersi verso terre che, seppur con diverse difficoltà, sono aperte all’accoglienza di chi scappa dai luoghi del terrore.

Il terrorismo no. Questa scelta non la concede. Agisce senza remore colpendo di proposito vittime innocenti che mai potrebbero difendersi. Agisce per seminare il terrore in un sistema che dicono di odiare e che tuttavia è lo stesso sistema che offre opportunità anche a loro e che vogliono conquistare per poi gestire a piacimento.

Ma del resto… come farebbero e controllare la loro stessa gente e il mondo se non con il terrore?

Questi terroristi che si professano islamici e che con le loro gesta offendono lo stesso Islam, hanno lo scopo di seminare il terrore per arrivare dove altri sono giunti: a comandare con un regime che sarebbe poi da dittatura. E per arrivare a ciò passano attraverso la strada, sempre subdola, dell’intolleranza. Perché il messaggio che danno al mondo è che tutto l’Islam è propenso al terrorismo e fa loro comodo che si guardi con sospetto e con odio verso la  propria gente.

La loro stessa gente che può essere nei posti dove decidono di colpire, decidendo di sacrificarli senza pietà. Perché così il terrore non si diffonde soltanto nell’occidente, ma affonda profondamente le radici laddove già c’è: i loro stessi popoli che hanno già sottomesso e che, sempre più di frequente, cercano un futuro diverso qui da noi.

Non li catalogherò né dell’ISIS né Talebani. Per me sono e resteranno solo terroristi vigliacchi. Perché colpire alle spalle persone innocenti è da vigliacchi. Ed ogni terrorista, quale sia la sua provenienza è un vigliacco!

Non accetterò quindi mai giustifiche ipocrite del tipo: loro ci restituiscono solo qualche bomba che l’occidente gli ha venduto. E ne ho sentite di frasi simili… “dalla nostra stessa gente”.

Non perché neghi questo passaggio (anche se non è solo l’occidente a detenere il primato del mercato di armi), ma per il semplice fatto che loro da sempre le acquistano. E’ una legge di mercato: la merce viene offerta  laddove c’è richiesta. Per quanto deplorevole, anche quello delle armi è un mercato e risponde a questa legge.

Loro le armi le comprano. I soldi per costruire case, scuole, ospedali e per sfamare il loro stesso popolo  non li hanno. I soldi per comprare armi di distruzione sì.

E con loro non mi riferisco agli islamici, ma ai terroristi che si definiscono islamici. Sia ben chiaro.

Dell’Islam invece vorrei riportare un articolo che, ritengo, parli da sé.

Buona lettura:

 


by Lisa

16 marzo, 2016

FOREVER YOUNG


Protagonisti di questa storia sono un gruppo di 50enni o giù di lì che non vuole arrendersi all'idea del mezzo secolo ed un over 65 che non si capacita dei propri limiti, coprotagonisti dei 20enni che instaurano rapporti improbabili con gente più matura.

Altro della trama non voglio dirvi perché la storia è da scoprire e, più che la trama, l'interesse è per i personaggi e ciascuno dei loro mondi.

Forse un paio di protagoniste femminili non erano di mio gusto ma alla fine calzavano bene nei panni dei loro personaggi. 

Il fatto che la violoncellista fosse vegana mi ha fatto sorridere visto che è così nella realtà e Brizzi di recente ci ha scritto su anche un libro, "Ho sposato una vegana" per l'appunto.

Teocoli mi ha stupito nella sua interpretazione non comica, davvero bravo!

Si ride, sorride ma si riflette anche, è il ritratto di chi non vuole fare i conti con il tempo che passa e di situazioni inerenti, nella realtà, ne vediamo tante.

Un film che mi aveva allettato già dal trailer e il fatto che fosse di Brizzi mi dava quasi la spinta a vederlo, le mie aspettative non sono state disilluse, lo consiglio!

03 marzo, 2016

ONDA SU ONDA


Su una nave merci in viaggio verso l'Uruguay si scontrano Ruggero (A. Gassman) , cuoco solitario e acculturato, e Gegè (R. Papaleo), ex gloria della musica che si sta recando in Sud America per un concerto. Il primo ha attraversato una crisi personale ed ha deciso di abbandonare tutto per vivere perennemente imbarcato mentre il secondo è in grave crisi economica e spera di risollevarsi un po' con questo concerto.

Peccato che a Gegè cali la voce per una brutta infiammazione alla gola, riuscirà Ruggero a fingersi il cantante per dargli una mano?

Altri protagonisti sono la giovane Gilda, che ufficialmente organizza il concerto ma ha altri fini, ed il comandante della nave, davvero simpatico.

La storia si svolge per lo più all'interno, tra la nave ed altri locali per cui dell'Uruguay si è visto ben poco.

Allucinante il personaggio che interpreta un noto presentatore Uruguaiano, sembra del tutto finto, dall'aspetto al tono di voce. Magari ne esiste anche uno così, chi lo sa.

Sono rimasta abbastanza neutrale rispetto a questo film, non è sgradevole ma nemmeno accattivante, diciamo che va bene sul divano di casa ma meno al cinema. Al primo giorno di programmazione nel multisala eravamo solo in otto e l'hanno tenuto solo una settimana per cui penso le adesioni non siano state numerose.
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