01 dicembre, 2014

IL POPOLO DI FACEBOOK

 
 
 
Come non dedicare un editoriale ad uno dei siti più noti del mondo?
Nato con l’intento di ritrovare vecchi amici e restarvi in contatto seppur virtualmente, oggi Facebook è una piazza affollata di persone con la voglia, forse, di ritrovare se stessi.
E sì, perché passata la curiosità iniziale del cercare vecchie conoscenze, Facebook ha subito delle trasformazioni interessanti che hanno dato vita a tipologie alquanto divertenti di personalità con altrettante reazioni consequenziali.
Vediamone alcune tra le più diffuse:
1)  L’accalappiatore di amici.
Io esisto, perché ho molti amici. Ne ho più di te, quindi esisto più di te. Se tu ne aggiungi uno, io ne aggiungo dieci. E se non li conosco, che importa? L’importante è avere un nome in più nella lista dei cosiddetti “amici”. Sono disposto ad iniziare una guerra a chi ha più amici.
Chi si somiglia si piglia. Giocate pure tra voi.
 
2)  Il curioso.
Caspita! Ora posso sapere tizio e caio che fine hanno fatto. Si saranno sposati? Affermati? Avranno una bella casa? Dove andranno in vacanza? Voglio sapere tutto. Oh Accidenti! Ma questi qui non postano granché, non mettono foto, non danno informazioni… e che me ne faccio?  Non metto neanche un mi piace, neanche un commento! Anzi faccio finta di ignorarlo! Divento un amico fantasma: non mi vedi, ma io vedo te.
Finché le persone in questione notano che sei ancora tra i contatti e decidono di cancellarti perché neanche si ricordano quando ti hanno aggiunto e perchè.
 
3)  Il piagnone.
La gente è cattiva. Anche i miei contatti sono cattivi e tutti gli altri, tutto il mondo lo deve sapere! Io, vittima innocente, devo assolutamente far capire quanto vengo trattato male! E lo scrivo qui, su Facebook!
…che diventa il muro del pianto. Faccio una scorta di kleenex da distribuire.
 
4)    Il promotore.
Quale modo migliore di promuovere e diffondere ideologie politiche o sportive? Facebook! Io ho le mie idee e le mie preferenze e devo assolutamente esporle, diffonderle, perché sono quelle giuste. Cosa? Ho amici che non approvano? Poco male. O li cancello o li nascondo. Perché se non mi apprezzano, non mi meritano. E in periodo di elezioni prometto solennemente di pubblicare quanti più post possibili per avvantaggiare il mio partito e screditare tutti gli altri.  Mentre durante il campionato mi trasformo in un cronista sfegatato.
Sempre che loro non nascondano te…
 
5)  Il selfista.
Io, essere eccelso, faccio foto più belle, viaggi più belli, considerazioni più belle, letture più belle, vedo i film migliori, frequento la gente migliore… perché non dimostrarlo? Come? Semplice: qualche miliardo di selfie di me nei posti più in, con la gente più in e intitolate dalle considerazioni più in. Perché il selfie è in.
Ah sì, giusto… tu sei decisamente IN, soprattutto quando ti fai l'immancabile (nonché inspiegabile) selfie in bagno. 
 
6)  Il conquistatore.
Fammi vedere un po’ le foto? Ah sì, che persona interessante. Dove interessante ovviamente sta nel fisicamente piacente. Devo assolutamente chiederne l’amicizia. Conoscersi meglio, frequentarsi… magari mando anche un messaggio brillante per presentarmi. Vediamo: Ciao,  mi piacerebbe conoscerti meglio, sapere qualcosa di te. Un bacio…
Ma dico io! A chi mandi sto bacio se manco conosci? E se questo è l’inizio, meglio spegnere subito tutto sto sfavillio. Che bello quel tasto: rifiuta.
 
7)  Il simpatico
Ma per favore! La vita è già un dramma! Restiamo in contatto con la dovuta leggerezza. Postiamo cose simpatiche, canzoni che strappano un sorriso, frasi che divertono!
E mandiamo pure un saluto a chi, quando ti legge, ti invidia perché pensa che non  hai mezzo problema in vita tua.
Eh sì, perché se non ti lamenti, non hai problemi. Associazione alquanto automatica e superficiale… ma è più facile ragionare così.
 
8)  Il pacifista.
Sulla mia bacheca solo pensieri new age, musiche rilassanti, argomenti zen, percorsi di puro benessere fisico e spirituale e frasi gentili verso tutti. Ok, quello lo manderei volentieri a quel paese, ma non sia mai detto che proprio io possa fare tale sgarbo. Il mio motto è: peace and love…
Bellissimo. E tuttavia anche emettere un sonoro  biglietto di sola andata per quel paese è autentica fonte di benessere psicofisico.
 
9)   L’eterno connesso
 
Oggi mi son svegliato proprio male. Che tragedia la fila per il bagno. C’è traffico, farò tardi. Ma cos’è sta storia che hanno chiuso questa strada? Che noia sto lavoro, vado a prendere un caffè. E poi c’è la pausa pranzo. E poi c’è il collega che perde tempo al telefono. Cosa farò per cena? Ma sì, vado al ristorante. Ora siamo per strada, arrivo al ristorante previsto in orario. Cena sublime con allegate foto. E finalmente a letto.
Chissà? Magari inventeranno una APP per collegare face book al cervello e monitorare la fase R.E.M, così potranno postare anche il resoconto dei propri sogni. In diretta, ovviamente.
 
10)     L’osservatore.
Che varietà che gira su Facebook! E tuttavia il mondo è bello perché vario e il virtuale in questa piattaforma rispecchia il reale, le persone che veramente frequentiamo, i loro atteggiamenti, pensieri, modi di essere. A volte anche modi di mascherarsi.
Ognuno è un mondo a sé interessante da osservare e comprendere.
E in genere più di tanto non si espone, perché appunto sa di essere su un palcoscenico.
 
Se qualche contatto dovesse riconoscersi tra questa tipologia, spero non se ne abbia a male. Io stessa sono nei gironi. Forse il decimo è quello che più mi si addice, ma anche altri non li disdegno. Facebook è nato come piattaforma su cui ritrovarsi, poi si è trasformato in luogo di incontro, gioco, palcoscenico e diario (non segreto). Magari possiamo usarlo anche per conoscerci meglio. Noi stessi in primis e poi anche gli altri.
Ed ora… vediamo pure se gli amici son collegati che magari scambiamo quattro chiacchiere, anche in privato. Eh sì, perché tenetevi forte, ho una notizia incredibile per voi: facebook può essere usato anche in modo più privato. 
 
By Lisa


26 novembre, 2014

NO, NON PUO' SUCCEDERE PROPRIO A ME - Storia di Annamaria B. -

PUNTO DI SVOLTA  - storie di gente comune -
di Laura Marabelli

C'è un momento in cui la vita compie uno scarto e muta.

Ti trovi a un bivio, imbocchi una via anziché un’altra e solo dopo capisci il perché...

Annamaria, una vita come tante altre, divisa  tra lavoro, marito e figli ... poi la malattia.
Annamaria scopre di avere il cancro, in un momento già difficile della sua vita, sua madre è morta da appena 15 giorni, dopo una lunga malattia e lei sta cercando di ritrovare un pò di serenità.
 ... una sera mentre ero sotto la doccia mi sono soffermata, trattenendo il respiro, 
con la mano su una zona del seno....un nodulo?!.....
Ma che scherziamo?!
No, non può essere, non può succedere proprio a me.....
Scrivi sul tuo blog - UnAzzurroCielo
...ho un ricordo forte e preciso di quel 6 agosto 2013 , l'incontro col cancro
è un qualcosa di travolgente come se ti trovassi all'improvviso dentro un tornado...
ma di una cosa sei certa: da quel tornado ne vuoi uscire, 
magari sei malconcia e un pò  un rottame...
però....
Come stai adesso Annamaria?
Indubbiamente, essendo ormai alla fine del percorso di terapie, mi sento di dire che sto bene .  
Fisicamente sto recuperando le forze, ci sono vari doloretti che prima non avevo, la stanchezza mi è rimasta , il cervello è in modalità bradipo, ma diciamo che sto bene!
In realtà per me è difficile pronunciare queste parole, forse non le dico per scaramanzia, perchè il cancro mi ha colpito in un momento in cui ero già vulnerabile e la paura che se abbasso la guardia mi ritorni, è ancora tanta. 
Sono consapevole di essere stata graziata dalla vita e sto cercando con tutta me stessa di riacciuffarla. L'incontro con la malattia, con il cancro, è stato uno spartiacque, il mio punto di svolta.
Mi è stata data  la possibilità di una seconda Vita e la sto ricostruendo giorno dopo giorno, con in più  un bagaglio di esperienze forti che non posso dimenticare.
Scrivere, dici, ti fa star bene e vuoi fare cose che ti fanno star bene.
Ti va di parlarci del laboratorio di scrittura espressiva al quale hai partecipato?
Ho partecipato al "laboratorio di scrittura espressiva" organizzato all'irst di Meldola (Fc) per i suoi pazienti oncologici. 
E' un'esperienza che per me ha avuto un'importanza grandissima.
Perchè è come se si fosse fatta una breccia nel muro che conteneva tutte le emozioni, le sofferenze, le paure e anche le gioie del periodo della malattia. 
E' guidato da una psicologa dell'istituto. Si parte dalla lettura di un brano o di una poesia e poi si scrive quello che si sente in quel momento, liberando le emozioni.
Poi si è liberi di leggere e condividere con gli altri del gruppo ciò che si è scritto. Per me è stato determinante e da lì ho maturato l'idea e il bisogno di aprire un blog, dove parlare della mia malattia, ed è veramente straordinario condividere con altre persone le stesse esperienze, perchè capisci e senti che non sei solo. 
Ultimamente ho ricevuto la mail di una donna alla quale hanno diagnosticato un cancro al seno ed era disperata, perchè quando ti viene detto che hai un tumore ricevi una mazzata incredibile e tutto il mondo ti crolla addosso. Ma quando mi ha scritto che, leggendo i miei post, si è sentita meno sola, ho capito che dovevo proseguire, perchè se può essere utile anche a qualcun altro è giusto continuare a farlo.
Come hai scoperto  Oltreilcancro?
Navigando su internet, mentre cercavo informazioni sulla mia malattia. 
Poi, leggendo i post degli autori dei vari blog, ho capito che mi sentivo a casa. Avevo trovato un luogo dove si parla liberamente, a volte anche con ironia, di cancro, questa parola che fa molta paura anche solo a nominarla, e mi hanno chiesto di entrarne a far parte con il mio blog.
Il blog serve come terapia per i pazienti, ma  può essere utile anche ai medici.
Infatti, dico spesso ai miei oncologi che dovrebbero leggere quello che scrivono i pazienti.
Quest'estate, ho anche conosciuto di persona una delle autrici del blog "ziaCris" ed è stato emozionante dare un volto a una persona con la quale avevo scambiato qualche commento e qualche mail.
Che messaggio di speranza ti senti di lasciare a chi ci sta leggendo e sta vivendo un'esperienza simile alla tua?
Sicuramente la prima cosa che mi sento di dire è che non bisogna arrendersi e lottare sempre, fino a quando ce n'è la possibilità. Di cancro si muore, è vero, anche alcuni autori e autrici di Oltreilcancro purtroppo non ce l'hanno fatta, ma si può anche guarire.  Ognuno lo affronta in modo diverso, io l'ho affrontato da arrabbiata. Ancora non ho fatto pace col cancro e neppure ho la certezza che un giorno la farò. Lo si affronta aggrappandosi a quello che si può. 
Per me, per reagire,  è stato fondamentale l'amore per i miei figli . Il cancro poteva rovinare la mia vita , ma non la loro.
Il messaggio che voglio lasciare ai miei figli, è che nella vita bisogna lottare e non arrendersi mai, qualunque difficoltà si incontri, sia essa una grave malattia o altro. Non bisogna lasciarsi abbattere, ma lottare sempre e comunque e questo è un insegnamento che voglio lasciar loro per la vita.
Nel augurarti in bocca al lupo per la tua seconda vita, vorrei concludere con un tuo brano
Il mio albero 
E' il  "mio" albero perchè in tutti questi  mesi 
è stato il mio "punto di riferimento", 
prima , riferimento per il tragitto perchè raggiungerlo significava
essere circa a metà dall'irst
poi è diventato il mio riferimento per quantificare 
il tempo che passa.
L'ho visto verde, nel pieno del vigore estivo, un anno fa.
Poi pian piano l'ho visto perdere le foglie con l'arrivo dell'autunno 
L'ho visto spoglio nel freddo grigiore dell'inverno
Poi l'ho rivisto ricoprirsi di timide foglioline verdi primaverili.
Ora?
Ora è di nuovo verde, un verdissimo verde estivo!
E io sono ancora qui che passo , lo ammiro nel suo splendore.
Per mesi vedrò il mio albero cambiare aspetto
e questo suo cambiare darà un "valore" al tempo
il tempo che passa e che dà un valore al "tanto"
un "tanto" che trascorre e dà un "tempo alla Vita"


Volete raccontarci la vostra storia?
scriveteci e vi contatteremo via mail
blog.amichescrittrici@gmail.com











15 novembre, 2014

UN PIZZICO DI ... MINDFULNESS


Tutti ci preoccupiamo per l'avvenire, proiettandoci una qualche apprensione e perdendo di vista il presente.
Il fatto è, invece, che anche quando stiamo attraversando un momento difficile, adesso, in questo preciso istante, non stiamo poi così male, se ci pensate.
Ascolto, osservazione-distacco, meditazione, mindfulness.
Certo, la mente subito passerà alla controffensiva, offrendoci mille motivi per corrugare la fronte e preoccuparci di nuovo, ma noi riporteremo l'attenzione a questo preciso istante...
Uno dei modi migliori e più a portata di mano, per migliorare salute psicofisica e serenità, è servirsi dell'attenzione consapevole e della meditazione.
La pratica della meditazione ha la capacità di potenziare ogni aspetto del benessere e diversi studi confermano che entrambe hanno un effetto positivo sulla qualità della nostra vita.
Ma cosa vuol dire meditare?
D'istinto verrebbe da dire che già la mente essendo piena di suo, ha caso mai bisogno di essere  svuotata.
La meditazione è proprio questo.
Infatti l'unica cosa che bisogna fare nella meditazione è niente.
Nelle lingue asiatiche per dire "mente" e "cuore" si usa la stessa parola.
E' quindi necessario, ogni volta che sentiamo parlare di qualcosa che ha a che fare con la mente, come è appunto l'attenzione, sentirne l'eco all'interno del cuore, anche se solo comprenderla in quanto idea e più ancora poi, come stile di vita.
In altre parole l'attenzione consapevole, la cosidetta mindfulness, non riguarda solo la nostra mente, ma l'intero nostro essere.
Se invece qualcuno è a tutta mente,  la sua esistenza rischia di diventare troppo rigida, mentre se è tutto cuore, la sua esistenza diventerà caotica.
In entrambi i casi la conseguenza sarà lo stress cronico.
Se invece mente e cuore collaborano, il cuore guidandoci con l'empatia e la mente facendo lo stesso con la concentrazione e l'attenzione, diventiamo essere umani più armoniosi.
L'attenzione consapevole diventa quindi una pratica che aiuta ad essere sempre presenti a noi stessi, vigili nell'attimo  presente, nel qui e ora.
Se mentre lo fate vi rendete conto che la mente prende a vagare, non dovete far altro che notare in che direzione è andata e quindi riaccompagnarla con delicatezza al momento presente.
La meditazione si può praticare anche in momenti molto brevi e persino quando si è in movimento.
Mentre beviamo il caffè, quando ci laviamo i denti o camminiamo per la strada.
Non siamo noi che facciamo la meditazione, è la meditazione che fa noi.
Pensiamo di respirare, ma siamo respirati.
Basta quindi ritagliare un momento ed osservare - ascoltare il saliscendi del respiro e senza che la coscienza interferisca, con il tempo e la pratica,  il respiro si farà sempre più profondo in automatico e meditare diventerà una sana abitudine.
Abitudine che ci aiuterà ad approcciarci ed affrontare meglio le inevitabili difficoltà quotidiane e della vita.
Perchè in fondo, il motore e la connessione della meditazione consapevole è sempre acceso, per trarne beneficio basta essere presenti a sè stessi e prestare attenzione.
Proviamoci adesso.

Laura

01 novembre, 2014

1° novembre



  «Dolcetto o scherzetto?»
Suonate un'altra volta il campanello, e ve lo do io lo scherzetto!
Non mi piace questa 'festa delle streghe' e delle 'zucche'.
Halloween l'ho sempre definita 'un'americanata', una festa che non ha nulla a che vedere con noi, anche se, in realtà, è una ricorrenza di origini celtiche ed europee.
Da un paio d'anni al supermercato, oltre a vestiti da streghe e gadget vari, si trovano splendide zucche arancioni. Per il minestrone? Ma no, per essere intagliate!
Eppure oggi è il primo novembre, festa nazionale, la festa di Ognissanti ma se faccio una ricerca su Google immagini, la prima che mi appare è una zucca...
1 e 2 novembre, Festa di tutti i Santi e commemorazione dei defunti e i cimiteri fioriscono. Già, è brutto pensarlo ma ho notato, da tempo, che molti si ricordano solo in questi giorni dei propri defunti.
Lasciate stare le zucche e comprate fiori, tutto l'anno...
Buon primo novembre.





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