17 gennaio, 2016

QUO VADO?



Trama:

Checco è stato allevato dal padre con il mito del posto fisso. A quasi 40 anni vive quella che ha sempre ritenuto essere la sua esistenza ideale: scapolo, servito e riverito dalla madre e dall'eterna fidanzata che non ha alcuna intenzione di sposare, accasato presso i genitori, assunto a tempo indeterminato presso l'ufficio provinciale Caccia e pesca, dove il suo incarico consiste nel fare timbri comodamente seduto alla scrivania. Ma le riforme arrivano anche per Checco, e quella che abolisce le province lo coglie impreparato: il suo status di single relativamente giovane lo rende idoneo alla richiesta "volontaria" delle dimissioni, a fronte di una buonuscita contenuta. Ma Checco, consigliato dal senatore che l'ha "sistemato", non cede alle richieste della "liquidatrice", la granitica dirigente Sironi e lei, al fine di liberarsene, lo spedisce in giro per tutta l'Italia, nelle sedi più disagiate e scomode. Checco si adatta e non molla. Alla Sironi non resta che tentare un'ultima carta: mandare l'impiegato al Polo Nord, in mezzo alle nevi perenni e agli orsi bianchi. Per fortuna al Polo c'è anche Valeria, una ricercatrice di grandi ideali e di larghe vedute che cambierà il destino del nostro eroe e gli farà scoprire i piaceri (e le responsabilità) di una vita civile.


Attenzione: il film attualmente in visione nelle sale cinematografiche è ESILARANTE. Si ride dall’inizio alla fine del film.  Ci si può anche sentir male dalle risate. Un campione di incassi al botteghino perfettamente comprensibile.

Al di là della solita commedia italiana, Checco Zalone interpreta e da vita ad una storia ASSOLUTAMENTE REALISTICA, ispirata appunto alla realtà di tutti giorni.

Una realtà in cui l’italiano medio in particolare si immedesima. Magistrale il modo in cui fa  sembrare giusto un ragionamento lavorativo che non sta in cielo né in terra e che è oggi alla base della poca funzionalità del nostro Paese.

L’interpretazione di Zalone crea un forte contrasto nello spettatore: da un lato si sa bene che quel comportamento non funziona e non fa funzionare il sistema di cui ci si lamenta ogni giorno. Un sistema che, così facendo, non funzionerà mai. Dall’altro non si può far a meno di stare dalla sua parte, pur sapendo che è “sbagliato”.

Non a caso, la sua vicenda viene esaminata e giudicata da un capo tribù saggio ed equo, ben lontano dagli schemi prestabiliti dei Paesi cosiddetti avanzati e che forse, tanto hanno ancora da imparare.

Quindi, morale della favola, le lamentele, le discussioni, servono a poco. Servono i fatti. Serve impegnarsi in prima persona per cambiare il sistema e ciò si può fare soltanto correggendo tutta una serie di preconcetti infondati su cui si vorrebbe invece fondare qualcosa di buono. Un po’ come costruire un grattacielo su fondamenta inesistenti.

Ed è proprio traendo il lato più comico di un atteggiamento che di comico ha poco e nulla che Zalone invita alla riflessione più profonda.

Perché la vita e il dovere sono cose serie, decisamente serie, ma vanno affrontate con il giusto spirito e cioè, anche divertendosi.

Da vedere… e rivedere.

Buona visione                        

By Lisa


1 commento:

Stefania ha detto...

L'ho visto la scorsa settimana, davvero piacevole. Me ne avevano parlato bene ed in effetti credo sia il migliore tra i 4 film di Zalone.

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