30 dicembre, 2014

THAT'S AMORE - ELISA FORMENTI


Clizia perde il padre cuoco troppo presto, studia scienze biologiche e dopo la laurea è piena di speranze presto disilluse. E' single da sempre e trova solo lavori precari, decide quindi di dare una svolta alla propria vita e così va a vivere con la sua storica amica Margherita, un ingegnere super sportiva e negata in cucina.

Come me, Clizia cucina per rilassarsi, coccola così i suoi cari e cerca di dare qualche aiuto alla sua coinquilina che ai fornelli è un vero disastro. Visto che nel suo settore non trova lavoro, decide di tentare la strada della cucina seguendo le orme del padre.

L'inizio non è dei migliori, prima di poter anche solo aiutare in cucina, Clizia è costretta a fare la lavapiatti e la cameriera ma, alla fine, tutta l'esperienza acquisita le sarà d'aiuto per avviare un'attività di catering nel casale di famiglia.

Quando, ad un concorso, Clizia rivede il ragazzo su cui ha versato una volta le tagliatelle, piuttosto che fare uno dei suoi pasticci sviene e sarà proprio lui a soccorrerla. Gli incontri si ripeteranno senza che Clizia sappia effettivamente chi sia Davide, questo bel ragazzo che fa una strana eco quando parla e sembra un po' nevrotico.

A quanto pare Davide è un cuoco ed è anche l'ossessione di alcune amiche di Clizia, cosa non facile da gestire ovviamente. Dopo tanto insistere i due cominciano a frequentarsi ma, "è solo amicizia" si ripete lei.

Finalmente Clizia vince un concorso ed il relativo stage a Parigi con un famoso cuoco francese, peccato che a metà lo interrompa per una serie di equivoci. Riuscirà ad affermarsi nella ristorazione e ad andare avanti nel rapporto con Davide? Leggetelo per scoprirlo.

E' stata una lettura piacevole, magari all'inizio un po' pesante per le difficoltà incontrate da Clizia sia nel privato che nella vita professionale ma, poi, la storia prende il volo ed il ritmo si fa più veloce, il lettore è sempre più incuriosito e come me, magari, si ritrova a leggere fino a notte.

Il titolo evoca proprio l'atmosfera del libro, la canzone omonima risuona in testa e l'amore per la cucina è palpabile, capisco benissimo la protagonista in fondo simile a me per certi versi.

Un inizio promettente per un'autrice esordiente! Ho fatto anche la rima ;).

20 dicembre, 2014

UNA SERA A PARIGI di Nicolas Barreau

 
 
In una piccola strada di Parigi, si trova un luogo incantato: il Cinéma Paradis. È questo il regno di Alain Bonnard, l'appassionato e nostalgico proprietario del locale. Ed è qui che ogni mercoledì, al secondo spettacolo, va in scena "Les amours au Paradis", una rassegna dei migliori film d'amore del passato. In quelle sere il Cinéma Paradis è avvolto da una magia particolare: regala sogni, come recita il poster appeso in biglietteria, sopra alla cassa antiquata. La piccola folla di habitué si abbandona volentieri sulle vecchie poltroncine di velluto per farsi rapire dal fascino del grande schermo. Ma da quando al secondo spettacolo partecipa anche una certa ragazza, è Alain a sognare più di tutti. Cappotto rosso, sorriso timido, siede sempre nella stessa fila, la numero diciassette. Poi, non appena in sala si riaccendono le luci, si allontana solitaria nella notte parigina. Chi è? E qual è la sua storia? Finalmente Alain trova il coraggio di invitarla a cena. È una serata perfetta e in più, poco dopo, accade un altro fatto eccezionale: un famoso regista americano annuncia di voler girare il suo prossimo film proprio dentro al Paradis, con protagonista la bellissima e inavvicinabile Solène Avril. Alain è fuori di sé dalla gioia. C'è solo una cosa che lo preoccupa: la misteriosa ragazza con il cappotto rosso sembra scomparsa dalla faccia della terra. Che sia solo una coincidenza?
 
Un libro che si legge velocemente, intinto di nostalgia e carico di romanticismo.
 Un romanticismo decisamente insolito per un uomo ed è forse questo che stupisce di più.
La storia a tratti vorrebbe tingersi di mistero, anche se è facile trarre delle conclusioni e decisamente non fa tenere il fiato sospeso fino alla fine.
Molto valido invece l’invito a sognare, nascosto in ogni singola pagina.
Ed è infatti il lato sognatore che più risalta di questo autore.
Sogni quasi modesti che sanno diventare grandi se ci si crede fino in fondo.
Come i suoi libri dimostrano, Barreau ci ha creduto.
Questa storia in particolare è stata ispirata dal film italiano Nuovo Cinema Paradiso, che viene citato nel libro stesso, insieme ad una breve, ma attenta analisi che distingue i generi cinematografici a seconda del Paese.
Buona lettura.
By Lisa

14 dicembre, 2014

Quando l'uomo sa integrarsi nella natura e integrarla nella sua vita

Come si sarà capito dai vari miei turni nella rubrica
 sono spesso alla ricerca di letture e immagini  sulle meraviglie della Natura. 
E non ci vuole granchè per trovarne.
Stavolta però mi ha meravigliato anche l'uomo 
che ha saputo accettare le stranezze della Natura 
come la foresta di alberi che crescono flessuosi a Gryfino in Polonia.
Se pensiamo a quanti alberi secolari l'uomo abbatte 
per questioni di interesse economico come costuire case e strade... bel progresso che abbia lasciato vivere degli alberi un po' deformi.

E con questa opera invece dimostra anche il suo lato "accogliente" 
con una mano a simboleggiare il sostegno ad un albero...

Per non parlare di questa magnifica alleanza in cui pur  di non abbattere l'albero 
lo si è integrato nell'architettura di tutto un palazzo...
e il sostegno sembra darlo l'albero all'uomo.

Infine la stupenda scultura di  Debra Bernier del Canada 
 che ha ricavato da un tronco(suppongo morto) una vera opera d'arte
 (e ha aperto su etsy un negozio delle sue magnifiche sculture tutte sul genere, 
un salto giusto per rifarci gli occhi, meglio che una visita al museo)
Insomma ogni tanto l'uomo ne fa una buona con Madre Natura.

07 dicembre, 2014

MAGIC IN THE MOONLIGHT





Un famoso illusionista inglese, Stanley, nome d'arte Wei Ling Soo, viene ingaggiato con lo scopo di smascherare una giovane sedicente sensitiva, Sophie, sospettata di essere mossa da scopi fraudolenti ai danni di ricchi personaggi della Costa Azzurra.

 Stanley rimane profondamente impressionato da Sophie (in trance rivela addirittura particolari della vita privata dell'uomo) tanto che le sue certezze razionali cominciano a vacillare.

 

Regista e sceneggiatore, Woody Allen come sempre usa con maestria le sfumature più delicate dell’ironia per parlare d’amore anche in modo velatamente dissacrante.

Il tema principale della storia, ambientata nel 1928, è la voglia di credere nella magia, ciò che ci spinge a farlo e l'uso che se ne fa.

Quella magia che toglie potere alla ragione e ne concede troppa alla fede. La stessa magia che riesce ad alimentare una felicità effimera e che muove le trame stesse dell’amore, che, come si dimostra nel film, è forse l’unica vera magia che esista.

E il confine che separa l’illusione dalla realtà diventa quasi impercettibile.

L’ingrediente vincente del film, è un cast di alto livello e al di là dei protagonisti, risaltano due personaggi: Howard Burkan che ricorda molto lo stesso Allen e la simpaticissima Zia Vanessa, fiore all’occhiello di tutto il film.

Da vedere per sorridere e soprattutto per riflettere.

Buona visione

By Lisa

04 dicembre, 2014

ORIZZONTE DI FUOCO di James Rollins e Grant Blackwood

Trama:
Sudafrica, 1900. Per sfuggire all’avanzata degli inglesi, alcuni soldati boeri si nascondono in un immenso labirinto di gallerie sotterranee. Credono di essere al sicuro, e invece, l'uno dopo l’altro, contraggono un morbo sconosciuto e muoiono fra atroci sofferenze. La Storia li dimenticherà e la loro fine rimarrà un mistero…
Russia, oggi. Da diversi anni ha lasciato l’esercito, eppure l’ex ranger Tucker Wayne è ancora il migliore nelle operazioni di salvataggio. Ed è a lui che il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti affida una missione d’importanza cruciale: prelevare dal suo laboratorio in Siberia Abram Bukolov – uno scienziato di fama mondiale – e portarlo fuori del Paese. Bukolov infatti è il padre di una nuova, devastante arma biologica, ed è necessario nasconderlo in un luogo segreto prima che altre persone possano mettere le mani sulla sua invenzione. Ma quello che il governo americano non sa, e che Tucker scoprirà sulla propria pelle, è che un gruppo di uomini potenti e senza scrupoli è già sulle tracce di Bukolov… L’unica soluzione è scortare lo scienziato nel cuore dell’Africa, là dove la vita sulla Terra ha avuto inizio e dove è sepolta la chiave per neutralizzare la minaccia biologica. Mentre il tempo scorre inesorabile, il destino del genere umano è nelle mani di Tucker Wayne.
 
 
Inizia ufficialmente con questo romanzo una nuova saga sempre collegata al filone della Sigma, ma stavolta il personaggio è un mondo a sé con una squadra a sé che preferisce non legarsi a nessuna agenzia governativa.
La sua squadra è composta da due validi elementi, Tucker, ovvero lui stesso, ex ranger che sa rivelarsi tanto abile quanto spietato all’occorrenza e Kane, un pastore belga Millinois, un soldato a quattro zampe a tutti gli effetti. I due vivono ed operano in totale simbiosi.
La comparsa del simpatico duo è già avvenuta in una precedente avventura della Sigma da cui ora si distacca, anche se non completamente, forse in previsione di nuove esaltanti collaborazioni.
Qui Rollins collabora con un altro autore, Grant Blackwood e devo dire che se inizialmente i due stili sembrano distinguersi, durante lo snodarsi della trama anche tra gli autori si crea una perfetta simbiosi, quasi come tra Tucker e Kane.
Come sempre, nei romanzi di Rollins, la storia si fonde con la scienza e il passato con il presente e tutto il racconto gira intorno alla teoria di LUCA, ovvero Last Universal Common Ancestor, cioè l’Ultimo Antenato Comune Universale che spiega o spiegherebbe l’origine della vita, il seme da cui sono state generate tutte le creature viventi, il sistema che avrebbe permesso le forme di vita sul nostro pianeta a ridosso tra due ere, quella dove ogni forma di vita era improponibile e quella in cui le condizioni iniziarono a divenire compatibili.
Se l’argomento LUCA vi interessa ed anche incuriosisce il cane soldato, lanciatevi nella nuova avventura attraverso le sempre avvincenti pagine di questo romanzo.
Buona lettura
By Lisa

01 dicembre, 2014

IL POPOLO DI FACEBOOK

 
 
 
Come non dedicare un editoriale ad uno dei siti più noti del mondo?
Nato con l’intento di ritrovare vecchi amici e restarvi in contatto seppur virtualmente, oggi Facebook è una piazza affollata di persone con la voglia, forse, di ritrovare se stessi.
E sì, perché passata la curiosità iniziale del cercare vecchie conoscenze, Facebook ha subito delle trasformazioni interessanti che hanno dato vita a tipologie alquanto divertenti di personalità con altrettante reazioni consequenziali.
Vediamone alcune tra le più diffuse:
1)  L’accalappiatore di amici.
Io esisto, perché ho molti amici. Ne ho più di te, quindi esisto più di te. Se tu ne aggiungi uno, io ne aggiungo dieci. E se non li conosco, che importa? L’importante è avere un nome in più nella lista dei cosiddetti “amici”. Sono disposto ad iniziare una guerra a chi ha più amici.
Chi si somiglia si piglia. Giocate pure tra voi.
 
2)  Il curioso.
Caspita! Ora posso sapere tizio e caio che fine hanno fatto. Si saranno sposati? Affermati? Avranno una bella casa? Dove andranno in vacanza? Voglio sapere tutto. Oh Accidenti! Ma questi qui non postano granché, non mettono foto, non danno informazioni… e che me ne faccio?  Non metto neanche un mi piace, neanche un commento! Anzi faccio finta di ignorarlo! Divento un amico fantasma: non mi vedi, ma io vedo te.
Finché le persone in questione notano che sei ancora tra i contatti e decidono di cancellarti perché neanche si ricordano quando ti hanno aggiunto e perchè.
 
3)  Il piagnone.
La gente è cattiva. Anche i miei contatti sono cattivi e tutti gli altri, tutto il mondo lo deve sapere! Io, vittima innocente, devo assolutamente far capire quanto vengo trattato male! E lo scrivo qui, su Facebook!
…che diventa il muro del pianto. Faccio una scorta di kleenex da distribuire.
 
4)    Il promotore.
Quale modo migliore di promuovere e diffondere ideologie politiche o sportive? Facebook! Io ho le mie idee e le mie preferenze e devo assolutamente esporle, diffonderle, perché sono quelle giuste. Cosa? Ho amici che non approvano? Poco male. O li cancello o li nascondo. Perché se non mi apprezzano, non mi meritano. E in periodo di elezioni prometto solennemente di pubblicare quanti più post possibili per avvantaggiare il mio partito e screditare tutti gli altri.  Mentre durante il campionato mi trasformo in un cronista sfegatato.
Sempre che loro non nascondano te…
 
5)  Il selfista.
Io, essere eccelso, faccio foto più belle, viaggi più belli, considerazioni più belle, letture più belle, vedo i film migliori, frequento la gente migliore… perché non dimostrarlo? Come? Semplice: qualche miliardo di selfie di me nei posti più in, con la gente più in e intitolate dalle considerazioni più in. Perché il selfie è in.
Ah sì, giusto… tu sei decisamente IN, soprattutto quando ti fai l'immancabile (nonché inspiegabile) selfie in bagno. 
 
6)  Il conquistatore.
Fammi vedere un po’ le foto? Ah sì, che persona interessante. Dove interessante ovviamente sta nel fisicamente piacente. Devo assolutamente chiederne l’amicizia. Conoscersi meglio, frequentarsi… magari mando anche un messaggio brillante per presentarmi. Vediamo: Ciao,  mi piacerebbe conoscerti meglio, sapere qualcosa di te. Un bacio…
Ma dico io! A chi mandi sto bacio se manco conosci? E se questo è l’inizio, meglio spegnere subito tutto sto sfavillio. Che bello quel tasto: rifiuta.
 
7)  Il simpatico
Ma per favore! La vita è già un dramma! Restiamo in contatto con la dovuta leggerezza. Postiamo cose simpatiche, canzoni che strappano un sorriso, frasi che divertono!
E mandiamo pure un saluto a chi, quando ti legge, ti invidia perché pensa che non  hai mezzo problema in vita tua.
Eh sì, perché se non ti lamenti, non hai problemi. Associazione alquanto automatica e superficiale… ma è più facile ragionare così.
 
8)  Il pacifista.
Sulla mia bacheca solo pensieri new age, musiche rilassanti, argomenti zen, percorsi di puro benessere fisico e spirituale e frasi gentili verso tutti. Ok, quello lo manderei volentieri a quel paese, ma non sia mai detto che proprio io possa fare tale sgarbo. Il mio motto è: peace and love…
Bellissimo. E tuttavia anche emettere un sonoro  biglietto di sola andata per quel paese è autentica fonte di benessere psicofisico.
 
9)   L’eterno connesso
 
Oggi mi son svegliato proprio male. Che tragedia la fila per il bagno. C’è traffico, farò tardi. Ma cos’è sta storia che hanno chiuso questa strada? Che noia sto lavoro, vado a prendere un caffè. E poi c’è la pausa pranzo. E poi c’è il collega che perde tempo al telefono. Cosa farò per cena? Ma sì, vado al ristorante. Ora siamo per strada, arrivo al ristorante previsto in orario. Cena sublime con allegate foto. E finalmente a letto.
Chissà? Magari inventeranno una APP per collegare face book al cervello e monitorare la fase R.E.M, così potranno postare anche il resoconto dei propri sogni. In diretta, ovviamente.
 
10)     L’osservatore.
Che varietà che gira su Facebook! E tuttavia il mondo è bello perché vario e il virtuale in questa piattaforma rispecchia il reale, le persone che veramente frequentiamo, i loro atteggiamenti, pensieri, modi di essere. A volte anche modi di mascherarsi.
Ognuno è un mondo a sé interessante da osservare e comprendere.
E in genere più di tanto non si espone, perché appunto sa di essere su un palcoscenico.
 
Se qualche contatto dovesse riconoscersi tra questa tipologia, spero non se ne abbia a male. Io stessa sono nei gironi. Forse il decimo è quello che più mi si addice, ma anche altri non li disdegno. Facebook è nato come piattaforma su cui ritrovarsi, poi si è trasformato in luogo di incontro, gioco, palcoscenico e diario (non segreto). Magari possiamo usarlo anche per conoscerci meglio. Noi stessi in primis e poi anche gli altri.
Ed ora… vediamo pure se gli amici son collegati che magari scambiamo quattro chiacchiere, anche in privato. Eh sì, perché tenetevi forte, ho una notizia incredibile per voi: facebook può essere usato anche in modo più privato. 
 
By Lisa


26 novembre, 2014

NO, NON PUO' SUCCEDERE PROPRIO A ME - Storia di Annamaria B. -

PUNTO DI SVOLTA  - storie di gente comune -
di Laura Marabelli

C'è un momento in cui la vita compie uno scarto e muta.

Ti trovi a un bivio, imbocchi una via anziché un’altra e solo dopo capisci il perché...

Annamaria, una vita come tante altre, divisa  tra lavoro, marito e figli ... poi la malattia.
Annamaria scopre di avere il cancro, in un momento già difficile della sua vita, sua madre è morta da appena 15 giorni, dopo una lunga malattia e lei sta cercando di ritrovare un pò di serenità.
 ... una sera mentre ero sotto la doccia mi sono soffermata, trattenendo il respiro, 
con la mano su una zona del seno....un nodulo?!.....
Ma che scherziamo?!
No, non può essere, non può succedere proprio a me.....
Scrivi sul tuo blog - UnAzzurroCielo
...ho un ricordo forte e preciso di quel 6 agosto 2013 , l'incontro col cancro
è un qualcosa di travolgente come se ti trovassi all'improvviso dentro un tornado...
ma di una cosa sei certa: da quel tornado ne vuoi uscire, 
magari sei malconcia e un pò  un rottame...
però....
Come stai adesso Annamaria?
Indubbiamente, essendo ormai alla fine del percorso di terapie, mi sento di dire che sto bene .  
Fisicamente sto recuperando le forze, ci sono vari doloretti che prima non avevo, la stanchezza mi è rimasta , il cervello è in modalità bradipo, ma diciamo che sto bene!
In realtà per me è difficile pronunciare queste parole, forse non le dico per scaramanzia, perchè il cancro mi ha colpito in un momento in cui ero già vulnerabile e la paura che se abbasso la guardia mi ritorni, è ancora tanta. 
Sono consapevole di essere stata graziata dalla vita e sto cercando con tutta me stessa di riacciuffarla. L'incontro con la malattia, con il cancro, è stato uno spartiacque, il mio punto di svolta.
Mi è stata data  la possibilità di una seconda Vita e la sto ricostruendo giorno dopo giorno, con in più  un bagaglio di esperienze forti che non posso dimenticare.
Scrivere, dici, ti fa star bene e vuoi fare cose che ti fanno star bene.
Ti va di parlarci del laboratorio di scrittura espressiva al quale hai partecipato?
Ho partecipato al "laboratorio di scrittura espressiva" organizzato all'irst di Meldola (Fc) per i suoi pazienti oncologici. 
E' un'esperienza che per me ha avuto un'importanza grandissima.
Perchè è come se si fosse fatta una breccia nel muro che conteneva tutte le emozioni, le sofferenze, le paure e anche le gioie del periodo della malattia. 
E' guidato da una psicologa dell'istituto. Si parte dalla lettura di un brano o di una poesia e poi si scrive quello che si sente in quel momento, liberando le emozioni.
Poi si è liberi di leggere e condividere con gli altri del gruppo ciò che si è scritto. Per me è stato determinante e da lì ho maturato l'idea e il bisogno di aprire un blog, dove parlare della mia malattia, ed è veramente straordinario condividere con altre persone le stesse esperienze, perchè capisci e senti che non sei solo. 
Ultimamente ho ricevuto la mail di una donna alla quale hanno diagnosticato un cancro al seno ed era disperata, perchè quando ti viene detto che hai un tumore ricevi una mazzata incredibile e tutto il mondo ti crolla addosso. Ma quando mi ha scritto che, leggendo i miei post, si è sentita meno sola, ho capito che dovevo proseguire, perchè se può essere utile anche a qualcun altro è giusto continuare a farlo.
Come hai scoperto  Oltreilcancro?
Navigando su internet, mentre cercavo informazioni sulla mia malattia. 
Poi, leggendo i post degli autori dei vari blog, ho capito che mi sentivo a casa. Avevo trovato un luogo dove si parla liberamente, a volte anche con ironia, di cancro, questa parola che fa molta paura anche solo a nominarla, e mi hanno chiesto di entrarne a far parte con il mio blog.
Il blog serve come terapia per i pazienti, ma  può essere utile anche ai medici.
Infatti, dico spesso ai miei oncologi che dovrebbero leggere quello che scrivono i pazienti.
Quest'estate, ho anche conosciuto di persona una delle autrici del blog "ziaCris" ed è stato emozionante dare un volto a una persona con la quale avevo scambiato qualche commento e qualche mail.
Che messaggio di speranza ti senti di lasciare a chi ci sta leggendo e sta vivendo un'esperienza simile alla tua?
Sicuramente la prima cosa che mi sento di dire è che non bisogna arrendersi e lottare sempre, fino a quando ce n'è la possibilità. Di cancro si muore, è vero, anche alcuni autori e autrici di Oltreilcancro purtroppo non ce l'hanno fatta, ma si può anche guarire.  Ognuno lo affronta in modo diverso, io l'ho affrontato da arrabbiata. Ancora non ho fatto pace col cancro e neppure ho la certezza che un giorno la farò. Lo si affronta aggrappandosi a quello che si può. 
Per me, per reagire,  è stato fondamentale l'amore per i miei figli . Il cancro poteva rovinare la mia vita , ma non la loro.
Il messaggio che voglio lasciare ai miei figli, è che nella vita bisogna lottare e non arrendersi mai, qualunque difficoltà si incontri, sia essa una grave malattia o altro. Non bisogna lasciarsi abbattere, ma lottare sempre e comunque e questo è un insegnamento che voglio lasciar loro per la vita.
Nel augurarti in bocca al lupo per la tua seconda vita, vorrei concludere con un tuo brano
Il mio albero 
E' il  "mio" albero perchè in tutti questi  mesi 
è stato il mio "punto di riferimento", 
prima , riferimento per il tragitto perchè raggiungerlo significava
essere circa a metà dall'irst
poi è diventato il mio riferimento per quantificare 
il tempo che passa.
L'ho visto verde, nel pieno del vigore estivo, un anno fa.
Poi pian piano l'ho visto perdere le foglie con l'arrivo dell'autunno 
L'ho visto spoglio nel freddo grigiore dell'inverno
Poi l'ho rivisto ricoprirsi di timide foglioline verdi primaverili.
Ora?
Ora è di nuovo verde, un verdissimo verde estivo!
E io sono ancora qui che passo , lo ammiro nel suo splendore.
Per mesi vedrò il mio albero cambiare aspetto
e questo suo cambiare darà un "valore" al tempo
il tempo che passa e che dà un valore al "tanto"
un "tanto" che trascorre e dà un "tempo alla Vita"


Volete raccontarci la vostra storia?
scriveteci e vi contatteremo via mail
blog.amichescrittrici@gmail.com











15 novembre, 2014

UN PIZZICO DI ... MINDFULNESS


Tutti ci preoccupiamo per l'avvenire, proiettandoci una qualche apprensione e perdendo di vista il presente.
Il fatto è, invece, che anche quando stiamo attraversando un momento difficile, adesso, in questo preciso istante, non stiamo poi così male, se ci pensate.
Ascolto, osservazione-distacco, meditazione, mindfulness.
Certo, la mente subito passerà alla controffensiva, offrendoci mille motivi per corrugare la fronte e preoccuparci di nuovo, ma noi riporteremo l'attenzione a questo preciso istante...
Uno dei modi migliori e più a portata di mano, per migliorare salute psicofisica e serenità, è servirsi dell'attenzione consapevole e della meditazione.
La pratica della meditazione ha la capacità di potenziare ogni aspetto del benessere e diversi studi confermano che entrambe hanno un effetto positivo sulla qualità della nostra vita.
Ma cosa vuol dire meditare?
D'istinto verrebbe da dire che già la mente essendo piena di suo, ha caso mai bisogno di essere  svuotata.
La meditazione è proprio questo.
Infatti l'unica cosa che bisogna fare nella meditazione è niente.
Nelle lingue asiatiche per dire "mente" e "cuore" si usa la stessa parola.
E' quindi necessario, ogni volta che sentiamo parlare di qualcosa che ha a che fare con la mente, come è appunto l'attenzione, sentirne l'eco all'interno del cuore, anche se solo comprenderla in quanto idea e più ancora poi, come stile di vita.
In altre parole l'attenzione consapevole, la cosidetta mindfulness, non riguarda solo la nostra mente, ma l'intero nostro essere.
Se invece qualcuno è a tutta mente,  la sua esistenza rischia di diventare troppo rigida, mentre se è tutto cuore, la sua esistenza diventerà caotica.
In entrambi i casi la conseguenza sarà lo stress cronico.
Se invece mente e cuore collaborano, il cuore guidandoci con l'empatia e la mente facendo lo stesso con la concentrazione e l'attenzione, diventiamo essere umani più armoniosi.
L'attenzione consapevole diventa quindi una pratica che aiuta ad essere sempre presenti a noi stessi, vigili nell'attimo  presente, nel qui e ora.
Se mentre lo fate vi rendete conto che la mente prende a vagare, non dovete far altro che notare in che direzione è andata e quindi riaccompagnarla con delicatezza al momento presente.
La meditazione si può praticare anche in momenti molto brevi e persino quando si è in movimento.
Mentre beviamo il caffè, quando ci laviamo i denti o camminiamo per la strada.
Non siamo noi che facciamo la meditazione, è la meditazione che fa noi.
Pensiamo di respirare, ma siamo respirati.
Basta quindi ritagliare un momento ed osservare - ascoltare il saliscendi del respiro e senza che la coscienza interferisca, con il tempo e la pratica,  il respiro si farà sempre più profondo in automatico e meditare diventerà una sana abitudine.
Abitudine che ci aiuterà ad approcciarci ed affrontare meglio le inevitabili difficoltà quotidiane e della vita.
Perchè in fondo, il motore e la connessione della meditazione consapevole è sempre acceso, per trarne beneficio basta essere presenti a sè stessi e prestare attenzione.
Proviamoci adesso.

Laura

01 novembre, 2014

1° novembre



  «Dolcetto o scherzetto?»
Suonate un'altra volta il campanello, e ve lo do io lo scherzetto!
Non mi piace questa 'festa delle streghe' e delle 'zucche'.
Halloween l'ho sempre definita 'un'americanata', una festa che non ha nulla a che vedere con noi, anche se, in realtà, è una ricorrenza di origini celtiche ed europee.
Da un paio d'anni al supermercato, oltre a vestiti da streghe e gadget vari, si trovano splendide zucche arancioni. Per il minestrone? Ma no, per essere intagliate!
Eppure oggi è il primo novembre, festa nazionale, la festa di Ognissanti ma se faccio una ricerca su Google immagini, la prima che mi appare è una zucca...
1 e 2 novembre, Festa di tutti i Santi e commemorazione dei defunti e i cimiteri fioriscono. Già, è brutto pensarlo ma ho notato, da tempo, che molti si ricordano solo in questi giorni dei propri defunti.
Lasciate stare le zucche e comprate fiori, tutto l'anno...
Buon primo novembre.





24 ottobre, 2014

I PRIMI 99 MODI IN CUI SONO STATA CORTEGGIATA - BARBARA BRAGHIN


La prefazione di Enrico Vanzina è davvero simpatica e mette in guardia il futuro lettore, schietta ed accattivante al tempo stesso.

Barbara ci racconta in questo suo libro, i primi 99 modi in cui, per l'appunto, è stata corteggiata.

I racconti scorrono fluidi, non ci sono capitoli ma episodi per cui il ritmo della narrazione è veloce e il tutto si legge con avidità. A volte ci sono dei disegni ed altre delle foto dell'autrice, è una sorta di diario insomma della sua vita dal punto di vista amoroso.

Barbara è un bel peperino, simpatica e dice le cose come stanno, ho sorriso spesso e ripensato a cose capitate magari anche a me. In un periodo storico in cui molti uomini nemmeno sanno cosa sia un corteggiamento, una ripassata non farebbe loro male.

A chi non è capitata la scusa " ma noi ci conosciamo?" o comunque simile? E quante di voi pensano che l'importanza del regalo stia in primis nell'aver avuto il pensiero di farlo? Che dire poi del fatto che il momento giusto conti molto più dell'insistenza? Diciamo che il libro di Barbara fa riflettere anche noi donne.

E, come dice l'autrice, a sua volta indottrinata da una maga londinese, "l'importante non è scansare gli uomini sbagliati ma innamorarsi di quello giusto", fosse facile!!

Vedrei bene le avventure di Barbara in una serie tv stile Sex & the City ma all'italiana, con puntatine all'estero, sarebbe davvero interessante.

22 ottobre, 2014

L’OCCHIO DELL’INFERNO di James Rollins






453 d.C. Nessuno sa cos’è successo. Al termine dell’incontro col papa, Attila ha ordinato al suo esercito di ritirarsi, rinunciando alla conquista di Roma. Solo l’amante del condottiero unno conosce il prezzo pagato per la salvezza della Città Eterna, e ha capito che il contenuto di quello scrigno è troppo pericoloso per essere lasciato nelle mani sbagliate. Attila deve morire…


California, oggi. L’hanno battezzato l’Occhio di Dio. È un satellite all’avanguardia, progettato in segreto dal dipartimento della Difesa per studiare e neutralizzare la materia oscura. Eppure le immagini che Painter Crowe fissa sullo schermo non mostrano né asteroidi né buchi neri. Mostrano l’inferno in terra…

Roma, oggi. Tutti lo credevano morto. Invece, dopo dieci anni di silenzio, l’archeologo Josip Tarasco manda un pacco a monsignor Veroni, agente dei Servizi Segreti vaticani. All’interno ci sono un teschio e un volume rilegato in pelle umana. Ma non è l’aspetto macabro di quegli antichi reperti a inquietare Veroni, bensì il biglietto che li accompagna: una disperata richiesta d’aiuto. Ed è soltanto l’inizio, perché poche ore dopo qualcuno cerca di ucciderlo, facendo saltare in aria il suo appartamento. Sconvolto, Veroni decide di rivolgersi all’unico uomo di cui si può fidare: Painter Crowe, direttore della Sigma Force. Per ritrovare l’archeologo, Veroni e la squadra di Painter dovranno mettersi sulle tracce di un segreto sconcertante e risolvere un enigma millenario. E scopriranno che la posta in gioco è altissima: il futuro dell’intero genere umano…

 

Per la nona avventura della Sigma Force, Rollins non risparmia colpi di scena.

Come sempre le sue avventure sono un ponte infinito tra passato e presente, ma qui il protagonista è anche il futuro e per tirarlo in ballo, scomoda Einstein, le teorie quantistiche, astrofisica e, perché no? anche qualche Santo, per essere precisi San Tommaso.

Da abile narratore, dimostra anche in questo libro come materie all’apparenza così diverse e a volte in contrasto, possono invece fondersi perfettamente. Storia, scienza e religione sembrano i pezzi di un puzzle che si incastrano a perfezione per costruire una chiave di lettura più completa per arrivare alla verità.

Qualche piccola nota a sfavore del mio autore preferito.

Chi ha seguito tutte le avventure,  ben conosce i personaggi destinati a collaborare, combattersi e a innamorarsi. Alquanto improbabile che la squadra della Sigma Force possa sempre veder scoccare la scintilla tra i suoi membri. Stavolta, al ripetersi puntuale, ho davvero alzato gli occhi al cielo.

Impossibile far entrare in un’unica avventura, proprio tutti i personaggi. Potrebbe tuttavia evitare di ricordarne l’esistenza nei momenti più “disperati”. Lo scenario di allarme generale risulta meno realistico.

Due piccole pecche sicuramente oltrepassabili in oltre 400 pagine di pura adrenalina.

Se volete saperne di più su Gengis Khan, San Tommaso, teorie quantistiche, energia oscura, asteroidi, satelliti attualmente in orbita e dita magnetiche (sì, proprio dita magnetiche: esistono realmente) non perdetevi l’ultima avventura della Sigma Force. E se dovesse invece essere la prima, la lettura sarà ugualmente entusiasmante.

By Lisa

15 ottobre, 2014

UN PIZZICO DI...





      ...Scenari d'Italia: Le curve  del paradiso terrestre.


Vorrei dedicare questa rubrica ad una meraviglia d’Italia.

So che qualcuno penserà che sono un po’ di parte, forse è vero, ma la costiera Amalfitana, meta di un turismo proveniente da ogni dove, merita una piccola nota, non credete?

Consentitemi un piccolo consiglio: in autostrada scegliete l’uscita Vietri sul mare, anche se meno comoda, è sicuramente la più panoramica. E’ prevista persino una zona di sosta per ammirarlo.

Da lì seguire le indicazioni per Amalfi e darete via a chilometri e chilometri di curve.
 
 

Certo, se soffrite il mal d’auto, potrebbe non essere l’ideale, ma per chi non lo soffre, sarà impossibile non volgere lo sguardo per tutto il tempo verso sinistra.

Costeggiati dal mare e dai suoi splendidi riflessi, incorniciato da case arroccate, autentici piccoli gioielli, si susseguono uno dopo l’altro, in strade a tratti così strette da sembrare impraticabili ed è necessario l’uso di semafori per la circolazione alternata.

Da Vietri, il primo gioiello che si incontra è Cetara, per poi seguire Maiori, Minori, dove d’obbligo è una fermata alla pasticceria di Sal De Riso ormai famosissimo in TV ed è una fama meritata. Il mio palato conferma.
Ancora si attraversa Ravello per poi  arrivare ad una delle Repubbliche Marinare nota anche alla storia: Amalfi.

Per arrivare al centro storico, si può passare sotto ad un arco con diverse scritte su marmo. La più caratteristica è quella che cita: Il giorno del giudizio universale, per gli Amalfitani che andranno in Paradiso, sarà un giorno come tutti gli altri.

Non resta che inoltravi per le viuzze pedonali, ricche di botteghe artigianali che producono tutta la merce in loco, dal limoncello alla camicia.
Salendo la via principale, non solo vi sembrerà di percorrere la strada di un presepe, ma ne ammirerete uno esposto tutto l'anno a ridosso di una fontana.

Non si può lasciare Amalfi senza un acquisto o una granita di limoni della costiera.

E poi il giro continua, passando per il Fiordo di Furore, perché anche noi abbiamo un fiordo, non solo i Paesi del nord Europa.


Altra meta Positano, piccolo presepe di case colorate arroccate sul mare. E’ tutto davvero in miniatura, ma anche lì sembra di essere in Paradiso. O forse semplicemente, mentre prendi un caffè giù alla spiaggia, al bar, con lo sguardo che vaga da un lato all'altro, pensi che il Paradiso, tutto sommato, può attendere.

A questo punto, l’ideale sarebbe proseguire e agganciarsi quindi alla costiera Sorrentina, giusto per sentirsi inebriati un po’n di più, magari dal profumo e dal sapore della pizza a metro, che vede le sue origini a Vico Equense. Almeno un metro di pizza dai gusti diversi, per non lasciare niente al caso.

Benvenuti in Paradiso, citava una canzone.

Una cosa è certa: dopo aver visto la costiera, anzi, le costiere, vi dispiacerà lasciarlo. Il Paradiso, ovviamente.
Vedere per credere.
 

Buon viaggio

By Lisa
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